Trattativa conclusa, ceduta la Tenuta Piromallo
Caduto un diritto di prelazione da esercitare entro il 31 dicembre, indiscrezioni fondate danno per certa la vendita nei primi giorni di gennaio: si tratta di un’operazione di circa otto milioni di euro
La notizia circolava da tempo, ma secondo alcune indiscrezioni decisamente attendibili la trattativa adesso è da ritenersi conclusa. E’ andata a buon fine, per la cifra tutt’altro che modesta di otto milioni di euro (un investimento effettivamente non alla portata di tutti…) la cessione della incantevole Tenuta Piromallo, uno dei fiori all’occhiello di Forio. La vendita della struttura avrebbe potuto concretizzarsi anche prima della fine dell’anno solare 2022: la procura, fino allo scorso 31 dicembre, era stata infatti curata da un mediatore ischitano che per il tramite dei suoi potenziali acquirenti avrebbe dovuto esercitare il diritto di prelazione proprio entro la chiusura dell’anno. Cosa che però non è avvenuta ed ecco dunque che con l’avvento del 2023 sono riprese altre trattative che erano state comunque intavolate. L’acquisto si sarebbe concretizzato i primi di gennaio ma non ci sono conferme sull’acquirente che non dovrebbe essere in ogni caso isolano. Tra l’altro, la trattativa non sarebbe stata condotta dal fiduciario della tenuta (ma su questo non esistono conferme) ma direttamente dai proprietari e dunque tutto si sarebbe svolto lontano dai nostri confini. La speranza, in ogni caso, è che di chiunque si tratti possa garantire alla tenuta un futuro degno del suo buon nome.
Il palazzo Piromallo svetta lungo la strada provinciale che collega Forio a Panza. La storia della struttura è legata a quella delle due famiglie Pezzillo e Piromallo. I Pezzillo erano una delle più importanti famiglie foriane e possedevano gran parte del territorio panzese, compreso il Casino. Giusppe Pezzillo morì a Napoli durante i moti mazziniani del 1848, come ricorda una targa apposta accanto al palazzo di famiglia sul corso principale di Forio. La figlia di Nicola Pezzillo, Luisa Pezzillo Rodero, sposò il conte napoletano Giacomo Piromallo. Il conte, dal quale il palazzo ha preso il nome, ne fece ampliare la struttura, mentre il figlio primogenito, il marchese Giuseppe Piromallo Capece Piscicelli di Montebello, ne fece uno stabilimento enologico. L’edificio ha subito modifiche a seguito del terremoto del 1883, quando fu abbattuto il piano superiore, pericolante, e fu costruito uno chalet in legno, comunicante con il corpo principale; accanto al palazzo fu edificata anche una chiesetta privata. Durante la guerra il palazzo fu requisito dagli Americani che portarono via gran parte del mobilio ottocentesco. A fare da cornice uno spettacolare vigneto di 5.6 ettari.