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Tre anni senza Emanuele, per l’isola una triste ricorrenza

DI GAETANO FERRANDINO

ISCHIA – Oggi è domenica 8 maggio, ma per una famiglia e per tante persone, amici e parenti, non è un giorno come un altro. E’ un giorno particolare, è il giorno di un anniversario, ma da festeggiare purtroppo c’è ben poco. Sono trascorsi infatti tre anni esatti da quando il giovane ischitano Emanuele Arcamone è scomparso, non dando più notizie di sé. Da quel mercoledì, da quel maledetto mercoledì, il tempo sembra essersi fermato, come nella Inverary Road di Tiziano Sclavi, dove tutto somiglia maledettamente a un giorno qualsiasi di un anno che verrà. I genitori, Franco e Lucia, continuano a cercarlo senza sosta, continuano a rivolgere appelli al figlio affinchè ritorni a casa o quantomeno faccia un colpo di telefono ai suoi congiunti per comunicare loro che sta bene, che non devono preoccuparsi. In questi tre anni sono state tante le manifestazioni e gli eventi e le catene, favorite anche dalla presenza dei social network che riescono a diffondere messaggi in una maniera incredibile. E’ stato provato di tutto, ma di Emanuele Nessuna Traccia. Ed oggi, 1.095 giorni dopo, il pensiero e l’abbraccio dell’intera comunità isolana non può che andare a Franco, Lucia, ai parenti e agli amici tutti che però hanno sempre avuto il conforto di tante persone che sono rimaste al loro fianco in questa difficile battaglia e lo hanno fatto in maniera tangibile e non soltanto a chiacchiere.

Tre anni sono tanti, tantissimi ed anche lunghi, lunghissimi, ma si è lavorato per raggiungere un obiettivo importante, specialmente in una società “tritacarne” come quella attuale, dove i riflettori su un fatto di cronaca si accendono e restano accesi a lungo per poi spegnersi all’improvviso, come per incanto. L’anno scorso, ad esempio, venne anche organizzata una fiaccolata che partì dal Mezzatorre per raggiungere il bosco di Zaro. Centinaia di persone vi parteciparono in maniera sentita e commossa. Quello, per la cronaca, è stato anche il periodo in cui è arrivata – poco prima di pasqua – una nuova segnalazione che riguardava Emanuele, sulla cui attendibilità ovviamente (come sempre succede in questi casi) si potrebbe discutere e pure a lungo. Le cronache, però, raccontano che la ritennero attendibile i genitori, e questo è abbastanza significativa. Era il 27 marzo 2015 quando una donna ha incontrato un giovane molto somigliante a Emanuele sul treno Frecciabianca (n. 9792) diretto da Venezia Santa Lucia a Milano, nel vagone 5. All’epoca si sperò che qualcuno presente sul treno potesse averlo notato, fu lanciato un appello perché in tal caso venissero contattate le forze dell’ordine o la famiglia ma non ci fu la tanto agognata svolta. Oggi sono trascorsi tre anni da quel maledetto 8 maggio, ed è davvero importante non dimenticare. Così come sperare che quel miracolo tanto auspicato e invocato arrivi, prima o poi e magari più prima che poi. Sarebbe il giusto riconoscimento per due genitori ed una famiglia che ha sofferto e continua a soffrire e che pure ha saputo sempre farlo con incredibile dignità e compostezza.

 

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