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Trionfo ischitano al Vinitaly: è Vigna del Lume il miglior vino bianco del 2018

È il Vigna del Lume di Nicola Mazzella il miglior vino bianco di quest’anno,l’annata è quella del 2017. L’unico vino bianco italiano ad aver conquistato l’ambito riconoscimento decretato da una prestigiosa giuria internazionale. La più blasonata tra le manifestazioni enologiche al mondo, il Vinitaly, ha insomma premiato un Biancolella che profuma di mare ma anche di tanta dedizione e lavoro. Che tra le eccellenze italiane dei vini bianchi compaia un vino ischitano è motivo di vanto per l’enologia campana ma, almeno per chi si intende di vino, non è che sorprenda più di tanto:sono lontani infatti i tempi in cui al vino dell’Isola veniva associata la quantità a scapito della qualità e, soprattutto negli ultimi anni, è variegata la lista di vini ischitani sui podi italiani e internazionali. L’amore per la terra ha fatto scuola da queste parti. Dai Greci ai giorni nostri. Ma che un vino ischitano fosse considerato il miglior bianco in assoluto ad una kermesse come il Vinitaly, sbaragliando concorrenti blasonati di ogni dove e per giunta decretato da un parterre di giudici di assoluto livello, no, questo non si era mai visto.Ci è voluto il coraggio e la caparbietà di Nicola Mazzellaper raggiungere inaspettatamente questo traguardo: un traguardo sofferto poiché non è la prima volta che le Cantine Mazzella partecipano al concorso internazionale 5Star Wines. Tutti gli anni un ottimo punteggio, elogi e menzioni e poi, finalmente, l’ambito riconoscimento. Al quale ha contribuito la magica terra di Campagnano e quel profumo di Biancolella regina indiscussa dell’Isola del vino; c’è voluta la fatica e l’orgoglio di papà Antonio e della sua famiglia, tanta determinazione, tanto sacrificio.Si sa, infatti, che la vendemmia da queste parti è piuttosto faticosa ed è difficile immaginarequanto sia arduo trasportare fino a trenta o cinquanta chili di uva sulle spalle lungo sentieri ripidissimi e scoscesi. Figuriamoci pensare di poter diventare, a pieno titolo, il miglior vino bianco del 2018, con ben 96 punti su 100, selezionato tra i migliori nell’unica guida al mondo realizzata da una fiera internazionale del vino. Fai quello che puoi con quello che hai, nel posto in cui sei, diceva Theodore Roosevelt e l’amore per la propria terra è stato infatti il punto di partenzadelle Cantine Mazzella. E poi la famiglia, la tradizione, le vigne sorrette da chissà quale strano sortilegio che le lega prima alla montagna e poi al mare. Si abbracciano come fossero in costante pericolo, come se da un momento all’altro volessero cadere giù e invece reggono, fruttificano, donando vino e soddisfazioni, tra gioie e dolori. Il successo di Vigna del Lume va sìal produttore ma anche all’Isola d’Ischia, dove l’uomo ha sfidato le leggi della Natura coltivando Biancolella eForastera su ogni superficie possibile. Generazioni e generazioni che hanno lavorato ad altezze impossibili, lì dove l’uva ama un po’ soffrire per poter dare dei grandissimi risultati. La storia del vino ischitano lo insegna, il territorio lo merita. Il successo di un vino come Vigna del Lume non dà solo lustro all’enologia ischitana ma soprattutto è l’ennesima dimostrazione di quanto siano importanti la vigna e la cantina e, soprattutto, quanto sia difficile mantenere la propria specificità, senza farsi tentare dal gusto e dalla moda predominante.Una sorpresa ed un successo che Nicola fa ancora fatica a contenere: «Abbiamo da sempre creduto in quello che stavamo facendo. La nostra è un’ideologia lavorativa, quella di portare avanti la tradizione ed il rispetto verso il prodotto, così come la natura ce l’ha dato, qui dove siamo nati. È il senso della famiglia che ci ha portato a fare questo e quando alla base dì tutto ci sono legami forti, si lavora in armonia e con uno scopo comune».La gioia di Nicola è ancora incontenibile così come quella di tutta la famiglia: «Una vittoria che dedico all’Isola ma soprattutto alla famiglia, quindi a papà e a mamma e per tutti i sacrifici fatti sinora. Neanche a pensare, per la loro mentalità, di poter arrivare ad un traguardo simile. Al di là della soddisfazione per il premio ricevuto, comunque, la soddisfazione più grande è quella di aver dato ad un vitigno così povero come la Biancolella il giusto riconoscimento, trasformandolo in un grande vino bianco. È questo l’orgoglio più grande». Vigna del Lume è il risultato di una magia che va dal mare alla vigna e dalla vigna al mare. L’emozione della poesia di un vino semplice che ha tanto da raccontare, frutto di un lavoro che nasce nel pieno rispetto dei ritmi naturali e nella valorizzazione delle varietà locali. Dal mare alla vigna in soli 30 metri, tanta è la distanza tra i primi filari e le onde che si infrangono sugli scogli di bianco e friabile lapillo di Punta del Lume, dove si scende e si sale su sentieri accessibili solo a piedi. ‘O Lummo, così era chiamato questo posto, per la presenza di un costone roccioso a forma di lume, ormai scomparso. Nasce da qui la storia di Vigna del Lume, il Biancolella in purezza dalle note iodate regalate dal mare, dal corpo rotondo e vagamente boisè, donato da uve raccolte ai primi di ottobre, surmaturate quel tocco che basta. Uve tagliate e pigiate alla vecchia maniera, messe a decantare al fresco delle grotte scavate nel lapillo. Ci penserà il mare, l’indomani, a trasportarlo in cantina, su piccole botti. E da lì la fermentazione in acciaio, a temperature controllate, sotto l’occhio vigile e attento di Nicola Mazzella.Dopo oltre 50 giorni ecco il vino “dal sapore antico”, con i suoi sentori mediterranei di salvia e finocchietto, di ginestra e di frutta matura di albicocca e pesca. A ricordo del territorio e della ricca vegetazione circostante sono le sfumature minerali, lunghe e persistenti, che si abbracciano ai cenni mandorlati tipici del vitigno, a note agrumate e tropicali. Un complesso variegato di potenzialità aromatiche che si accompagna ad una grande struttura, un sapore pieno e corposo, dal giusto equilibrio in acidità che lascia in bocca gradevolissimi ricordi salmastri che ti fanno pensare, diciamoci la verità:‘o Lummo e le sue rocce sul mare, in questo vino, non sono mai scomparsi e ci sono ancora.

5Star Wines, una guida a 5 stelle (BOX 1 FOTO BOX1)

Premiare e stimolare lo sforzo delle aziende che investono nel continuo miglioramento qualitativo dei propri prodotti, attraverso un raffronto prestigioso che vede coinvolti oltre 80 esperti da tutto il mondo tra Master of wine, Master of sommelier, sommelier, blogger e giornalisti del settore, guidati da Ian D’Agata, direttore scientifico di Vinitaly International Academy. Vigna del Lume delle Cantine Antonio Mazzella l’ha spuntata tra ben 2.688 vini esaminati, presentati da 935 cantine provenienti da 14 nazioni. Dopo tre giorni di degustazioni alla cieca, soltanto 601 etichette (il 22%) hanno raggiunto il punteggio di almeno 90 centesimi su 100, entrando di diritto nella guida 2018, la prima mai realizzata al mondo da una fiera internazionale del vino come Vinitaly. «5Star Wines The Book – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – rappresenta un altro degli strumenti di promozione di Vinitaly per valorizzare l’impegno delle cantine che investono per migliorare la propria produzione, aiutandole ad essere riconosciute sui mercati internazionali. La guida si sta sempre più affermando, come dimostra il numero crescente di vini iscritti, passati dai 2.153 dell’anno scorso ai quasi 2.700 di questa edizione».

Vinitaly 2018, crescono qualità e numero dei buyer presenti(BOX 2 FOTO BOX2)

La 52ª edizione chiude con 128 mila visitatori da 143 nazioni. I buyer esteri accreditati aumentano del 6% per 32 mila presenze. La prossima edizione in programma dal 7 al 10 aprile 2019

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Come sempre il Vinitaly, la più importante manifestazione del vino al mondo, ha chiuso i battenti a Verona con soddisfazioni crescenti e grandi numeri: a Veronafiere per quattro giorni presenti oltre 4.380 aziende espositrici (130 in più dello scorso anno) da 36 paesi. A Vinitaly and the City quasi 60 mila appassionati e wine lover tra Verona e i tre borghi storici della provincia: Bardolino, Valeggio sul Mincio e Soave. 128mila presenze da 143 nazioni, in linea con l’edizione precedente ma aumentando invece la qualità e il numero dei buyer esteri accreditati che quest’anno registrano un significativo +6% per un totale di 32 mila presenze. Un risultato ottenuto grazie ai continui investimenti nell’incoming da parte di Veronafiere, selezionando operatori top attraverso la rete dei propri delegati in 60 paesi e con la collaborazione di ICE-Agenzia nell’ambito del piano di promozione straordinaria del made in Italy, voluto dal Mise (Ministero dello sviluppo economico). Ad integrare e ampliare l’offerta di Vinitaly, si sono svolte come ogni anno in contemporanea Sol&Agrifood, la manifestazione di Veronafiere sull’agroalimentare di qualità ed Enolitech, rassegna su accessori e tecnologie per la filiera oleicola e vitivinicola. «Vinitaly 2018 ha confermato la vocazione di rassegna dedicata al business e alla promozione del mondo vitivinicolo – commenta il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese –. Siamo sulla strada giusta, individuata con determinazione in occasione del Cinquantesimo. La rassegna in quartiere è sempre più orientata al professionista, mentre cresce notevolmente il fuori salone pensato per i wine lover in città». Appuntamento al 2019, dal 7 al 10 aprile per l’edizione numero 53.

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Malinda Sassu

 

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