ARCHIVIO 3ARCHIVIO 5

Troppe polemiche, niente fuochi per San Giovan Giuseppe

Di Isabella Puca

Ischia – Passato, il Santo, passata la festa. Ma se la festa non c’è stata, vale comunque il detto popolare? Sì, perché per qualcuno, quella di ieri non è stata affatto una festa. Si sono appena archiviate le celebrazioni in onore di San Giovan Giuseppe della Croce e hanno portato con sé una scia di polemiche non indifferenti. Tranne che all’interno della Chiesa dello Spirito Santo dove un via vai di fedeli proveniente da tutta l’isola si è recato a fare un saluto e una preghiera al nostro Gran Patrono, difatti, a Ischia Ponte, terra natia del fu Carlo Gaetano Calosirto non si è respirata affatto la solita aria di festa. A parte cinque bancarelle, quest’anno non sono stata installate le luminarie e, sorpresa per tutti, non è stato sparato neppure un colpo di mortaio. Non è stato difficile raccogliere il malcontento; sia per strada che sul web, ciascuno è apparso, tra l’indignato e il dispiaciuto, per i mancati e doverosi, ma soprattutto tradizionali festeggiamenti. <<La festa del Santo Patrono, è caratteristica per il fischio delle navi che transitano, e dalla contestuale risposta da terra con qualche fuoco d’artificio. Ciò avveniva nei pressi del Castello Aragonese. Premesso ciò, non conosco le ragioni e non posso permettermi di fare le solite mie “polemiche”, però a prescindere da ogni cosa, ed evitando l’eccesso” dei fuochi”, credo era opportuno un segno di tal genere, anche uno solo. Perché altrimenti a me non sembra il 5 marzo! Oggi infatti ho sentito suonare qualche nave, ma non ho sentito nessuna risposta. Eppure la festa patronale è il 5 marzo, non settembre>>. É questo soltanto uno dei tanti commenti a riguardo; in effetti stamattina le navi hanno dato il loro tradizionale saluto al Santo, una tradizione nata, forse, con la festa, eppure non hanno ricevuto alcuna risposta. C’è da dire però che quest’anno, venuti a mancare i fuochi una parte della popolazione è rimasta finalmente contenta. Ultimamente, all’udire i tradizionali fuochi d’artificio che accompagnavano le Sante processioni per i comuni dell’isola, sono in tantissimi a lamentarsi di quell’inutile sperpero di denaro che causava sofferenza a tanti animali spaventati. <<Il “saluto” delle navi al popolo in festa; la “risposta” del popolo con tre colpi a salve. Oggi sono tutti intellettuali… evviva il senso di appartenenza e l’identificazione culturale… involuzione time… si, non mi contraddite: è involuzione!>>, scrive invece qualche altro a cui questo cambiamento proprio non è andato giù. Per dare una risposta a quanti si sono interrogati sul perché di questa mancanza che ha reso il clima della festa mesto e contrito abbiamo chiesto proprio al comitato dei festeggiamenti. La decisione, ferma, ma sofferta, è stata, infatti, proprio la loro. Nei giorni scorsi riunendosi più volte hanno deciso di rompere questa consolidata tradizione dopo che, negli ultimi tempi, anche per altre manifestazioni, non erano mancate polemiche e addirittura denunce per i fuochi d’artificio e l’installazione delle luminarie.  La decisione del comitato è stata poi spiegata da Don Carlo Candido al termine dell’ultima celebrazione prima della chiusura della festa. Il parroco ha sottolineato più volte l’indecisione insita nell’isolano che, se ha i fuochi, si lamenta e se non li ha, si lamenta lo stesso. Dopo litigi, bestemmie, denunce e tante cattiverie, il comitato ha così deciso di accontentare quella parte di popolazione che, ad ogni colpo di mortaio, si scagliava contro la Chiesa e il Santo. “San Giovan Giuseppe non ha bisogno né di fuochi né di luminarie” è stato questo il sunto del discorso di Don Carlo fatto ai tanti fedeli che, pur mancando fuochi d’artificio e luminarie, hanno affollato comunque i banchi della chiesa con i cuori colmi di fede e devozione.

 

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex