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Trova un gabbiano in difficoltà, ma non c’è un ente che aiuti a soccorrerlo

Ha trovato un gabbiano in difficoltà in spiaggia e, per ore, ha provato invano a individuare l’organo competente che potesse prendersi cura di lui. Parliamo di Michele Schiano, un giovane del comune di Lacco Ameno, che ha postato sul social network la vicissitudine sua e del gabbiano per testimoniare l’assurdità di una situazione nella quale, un essere vivente, sembra essere diventato un pacco postale. «Alcune persone mi hanno avvertito della presenza dell’animale; ho chiamato l’Enpa e mi hanno detto che solo l’ Asl e la Guardia Costiera sono autorizzate al ritiro di questo esemplare per trasportarlo a Napoli. Allora, ci siamo rivolti alla capitaneria ma dopo tanta attesa ci hanno detto che oggi non potevano ritirare il gabbiano. Come se fosse un pacco! La cosa assurda è che non hanno voluto darci matricola e nomi di chi si è assunto questa responsabilità. Dopo varie peregrinazioni siamo andati dalla veterinaria a Forio che ci ha consigliato di imbarcarci con aliscafo in modo tale da mandarlo all’Asl di Napoli. Dopo una serie di telefonate ci hanno detto che lo avrebbero preso allo sbarco al Molo Beverello ma, anche il capitano ha detto che per farlo salire sull’aliscafo voleva le dovute autorizzazioni». Questo il post pubblicato su facebook nella giornata di martedì che in pochissimo tempo è diventato virale tra gli amanti degli animali, e non solo. Il povero gabbiano era immobile sulla spiaggia di Casamicciola, proprio accanto alle biglietterie situate sul Porto, era in difficoltà, non riusciva né a volare né tantomeno a muoversi. Michele, amante degli animali, ha così deciso di aiutare l’esemplare, ma mai avrebbe pensato di trovare dinanzi a sé tante questioni burocratiche tali da impedire il ricovero immediato dell’animale in serie difficoltà. «Sembrava che eravamo riusciti a imbarcarlo, – ci ha raccontato ancora – credevamo che la storia fosse finita lì e invece dopo nemmeno mezz’ora il capitano della nave che lo avrebbe dovuto portare in terraferma ci ha ritelefonato per dirci di andare a riprenderci il gabbiano. Assurdo, non si può nemmeno più aiutare un gabbiano senza trovarsi di fronte insensate questioni burocratiche. Allora ho dovuto portarlo a casa mia e l’ho tenuto in uno scatolone per tutta la notte. Ieri mattina l’ho riportato all’Asl di Ischia dove mi hanno detto l’avrebbero consegnato al dott. Mariani che a sua volta lo avrebbe portato con un aliscafo a Napoli». Il gabbiano è ora nello studio dell’dottor Mariani, pare non abbia gravi lesioni e presto riprenderà a volare. La questione, in un mondo che sembra così sensibile verso gli animali, basta pensare a quanti vegani o vegetariani ci siano in giro negli ultimi tempi, ha però davvero dell’assurdo. «Se la vita può essere trattata come un pacco postale – ha concluso Michele – allora che senso ha viverla? La storia di questo gabbiano è la storia di centinaia di migliaia di individui sbattuti a destra e manca da una società presente solo sui social. Spero che le coscienze possano gridare fino a farvi impazzire perché chi non riesce ad aprire il cuore di fronte alla sventura di una creatura indifesa non ha capito nulla della vita. É uno schifo che tutti si siano lavati le mani, viene voglia di andare oltre, di camminare avanti senza fermarsi più quando accade questo, ma io ho un cuore e mi fermerò sempre nonostante le difficoltà. Aiutare significa anche avere la possibilità di aiutare».

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