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Coppia accusata di spaccio, lui “scagiona” lei

ISCHIA. È stato il giorno della verità. La loro verità. Ieri, nella sede ischitana del Tribunale in via Michele Mazzella, si è dipanata una nuova udienza nei confronti della giovane coppia di ragazzi residenti a Serrara Fontana, arrestati un anno e mezzo fa con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti: in programma c’era proprio la loro deposizione sul banco dei testimoni. Come si ricorderà, i due vennero arrestati in seguito a una serie di controlli compiuti dagli uomini dell’Arma dei Carabinieri coordinati dal capitano Centrella nella notte tra il 9 e il 10 giugno 2017, controlli in seguito ai quali furono rinvenute alcune dosi di stupefacenti in possesso della coppia.  Nonostante i due ventenni fossero stati tratti in arresto, il Gip del Tribunale di Napoli ritenne di non convalidare l’arresto, disponendo la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza per Francesco Iacono, e l’obbligo di firma quotidiana  per Federica Di Costanzo, restrizioni che furono poi completamente revocate un anno fa. Prima che i due giovani fornissero la loro versione dei fatti, il giudice ha ammesso a testimoniare un esponente dell’Arma, il Carabiniere Serena Spina, che aveva proceduto all’analisi delle sostanze stupefacenti rinvenute nella perquisizione a cui fu sottoposta la coppia, che rivelò la presenza di cocaina, parte della quale all’interno di una borsa, contenuta in un flacone di medicinali. Le operazioni di perquisizione si estesero poi all’appartamento dove i due convivevano. Qui furono trovate altre dosi di cocaina. Concluso l’esame del Carabiniere, è stata la giovane imputata a deporre per prima. Rispondendo alle domande della difesa, la donna ha illustrato la propria situazione lavorativa ed economica, e ha spiegato che all’epoca da circa tre anni conviveva con Francesco Iacono, ma che non si trattava di una convivenza abituale, continuativa, tanto è vero che ella spesso trascorreva alcuni periodi presso la sua famiglia d’origine. In ogni caso, la coppia talvolta veniva aiutata economicamente dai genitori del ragazzo per le spese correnti di mantenimento dell’appartamento. La ragazza ha poi rievocato il giorno in cui i Carabinieri entrarono in azione: una telefonata del fidanzato la indusse a raggiungerlo mentre sistemava alcune insegne presso il negozio di scommesse sportive dove lavorava. I due andarono a prendere un caffè al bar quando gli uomini delle Forze dell’Ordine si sono avvicinati per procedere a un controllo, esteso anche agli effetti personali dei due. L’avvocato Giuliano Di Meglio ha chiesto alla donna se facesse uso di sostanze stupefacenti, circostanza negata senza incertezze dall’imputata, che ha anche specificato di non aver mai saputo che il fidanzato lo facesse. Soltanto un paio di settimane prima dell’arresto la ragazza rinvenne un quantitativo di sostanza stupefacente sopra la scrivania, circostanza che spinse Francesco Iacono ad ammetterne l’uso, iniziato da poco tempo. A una precisa domanda del pubblico ministero, la Di Costanzo ha specificato che la borsa nella quale fu trovata della cocaina e che lei portò con sé al bar il giorno dell’arresto,  apparteneva del fidanzato, e che lei non ne conosceva il contenuto.

È stato poi lo stesso Francesco Iacono ad essere esaminato: il giovane ha spiegato che all’epoca lavoravano presso un negozio di scommesse, dopo la sua precedente attività di bagnino. I due erano insieme da qualche anno, e nel corso dell’esame l’imputato ha spiegato che dopo una fase iniziale in cui l’attività del centro scommesse non sembrava decollare, le cose cominciarono a mettersi decisamente meglio, al punto da guadagnare approssimativamente anche più di mille euro al mese: la disponibilità di denaro non era un problema, anche perché pure Iacono ha confermato l’aiuto che i parenti fornivano alla giovane coppia.

Rispondendo alle domande dell’avvocato Roberto Iacono, l’imputato ha spiegato di essere stato lui stesso a consegnare il contenitore dove era custodita la cocaina ai Carabinieri. Oltre alla cocaina, il giovane ha ammesso l’uso personale di cannabis. Entrambi i tipi di sostanza venivano acquistati a Napoli, l’uso – secondo Iacono – aiutava a smaltire lo stress e a donare sollievo dopo le giornate di lavoro. All’avvocato Giuliano Di Meglio il giovane ha spiegato di non averlo mai detto alla fidanzata prima che ella lo scoprisse da sé. Soprattutto, Francesco Iacono ha confermato che il borsello nel quale fu rinvenuta la sostanza stupefacente, sebbene portato al bar dalla fidanzata, era di sua proprietà, compreso il contenuto. Una dichiarazione che alleggerisce in maniera sostanziale la posizione della Di Costanzo, mentre la difesa di Iacono ha continuato a evidenziare la mancanza di prove che potessero supportare l’ipotesi di spaccio. Terminato l’esame dei due imputati, il giudice Alberto Capuano ha dichiarato chiuso il dibattimento. Le difese hanno chiesto e ottenuto un rinvio a medio termine per le discussioni finali, che il magistrato ha fissato a metà febbraio.
Francesco Ferrandino

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