ARCHIVIO 2

Turismo, disoccupazione e lacrime ischitane

 

Di Mauro Iovino

Nonostante dal Governo Renzi continuino ad arrivare continue iniezioni di fiducia sui mass media la risposta del Paese reale è di tutt’altro tono e spessore.

La nostra isola è in linea con la condizione di crisi che continua a versare nel Paese e se a queste sommiamo delle deficienze di carattere territoriale il quadro diventa più nero della mezzanotte.

Esperti del settore turistico sono pessimisti e a chiare lettere hanno affermato: “Ischia non tira”. Alla base di ciò innanzitutto il fatto che il nome di Ischia, tra tour operator, agenzie di viaggio e portali di prenotazione internet è stato deflazionato e declassato, in quanto isola low cost.

Ads

Abbiamo già, ampiamente, esaminato quali siano gli effetti di tale politica turistica: presenza sul territorio di turisti “poveri” e consequenziali danni al terziario. Una politica, quella del low cost che può essere giustificata nei mesi di bassa stagione ma non nei mesi di Maggio, Giugno ecc.ecc…

Ads

Se il “cane si mangia la coda” e pur di sopravvivere ci si accontenta “dell’osso quotidiano” il problema sociale che la classe politica non ha capito è quello che da qui all’anno prossimo andrà a caratterizzarsi. Nell’anno che verrà andranno in vigore gli effetti della NASPI – Nuova assicurazione sociale per l’impiego – e il lavoratore licenziato avrà diritto ad una disoccupazione pari al 50% del tempo per cui è stato impiegato. Ovvero: se il lavoratore avrà lavorato sei mesi avrà diritto a 3 mesi di disoccupazione, se avrà lavorato 8 mesi avrà diritto al sussidio sociale di 4 mesi. Un albergatore ci ha confessato: voglio tentare di far lavorare i miei dipendenti 8 mesi in modo da garantirgli i 4 mesi di disoccupazione, ma come stanno le cose non potrò realizzare questo mio “sogno”. Perché gli albergatori possano garantire il lavoro occorre aumentare la domanda, ma se Ischia continua ad essere così sputtanata sul mercato italiano (e forse anche all’estero) non basteranno mille viaggi in Crimea per risolvere il problema!

È improcrastinabile aumentare la domanda ma le condizioni di base cui si è ridotto il turismo devono essere sovvertite dagli imprenditori del settore e dalla classe politica, altrimenti Ischia finirà sempre più con l’essere bistrattata dagli operatori nazionali e trovarsi con un calo di presenze. Con un’isola che è passata da 5 milioni di presenze turistiche annue a 3,2 milioni c’è ben poco di che stare contenti, occorre recuperare le perdite! Secondo gli operatori del settore non basta partecipare alle fiere del turismo, bisogna esserci ma queste portano poco in termini di valore aggiunto. Nè basta qualche comparsata sulla Rai in programmi tipo Linea Blu o Linea Verde o su Sereno Variabile visto che sono trasmissioni che pubblicizzano località turistiche a ciclo continuo. Se poi basta uscire una tantum su queste trasmissioni può farci stare bene con la coscienza questa è altra cosa.

Quello che occorre prioritariamente fare è attuare  investimenti territoriali che ora mancano da parte dei Comuni. In televisione quante volte si vede la pubblicità del Trentino, della Valtellina o d’estate di Rimini e Riccione?  Per la tassa di soggiorno il Comune di Ischia ha percepito – se i dati che ci sono stati forniti non sono errati – un milione e quattrocentocinquantamila euro mentre quello di Forio un milione e duecentocinquantamila euro; Per reclamizzare l’isola – nella sua interezza- basterebbero 800mila euro per ottenere una pubblicità come quella che fa il Trentino!
Il problema è innanzitutto la disomogeneità tra i singoli Comuni e poi il fatto che i soldi della tassa di soggiorno vengano impiegati in spese di ordinaria amministrazione che col turismo ci hanno poco o niente a che fare! Chi potrebbe fare da trait d’union tra albergatori e istituzioni e quindi mondo della politica è, o dovrebbe essere “l’azienda di cura soggiorno e turismo” che però come vediamo è praticamente nulla, inesistente! Già la sua collocazione, in un palazzo nascosto nel bosco di fronte al bar Calise è un primo segnale negativo. Gli uffici dell’azienda dovrebbero essere vicino al porto, a stretto contatto con i turisti che appena giunti sull’isola hanno bisogno di toccare con mano e incontrare – eventualmente – gli operatori. Come pensatoio del mondo del turismo è sufficiente che questi si limitino ad analizzare i dati, delle presenze turistiche italiane e straniere (preoccupandosi di diffondere i dati alla prima rivista patinata che glieli pubblica) e basta?
Dove sono i progetti a breve, medio e lungo periodo? Che cosa ha partorito o vuole proporre la nostra azienda del turismo di Ischia e Procida? L’ultima boutade del nostro commissario di andare in Crimea (per esportare il nostro modello turistico, farci belli in Crimea per apparire simpatici e disponibili con i russi è davvero inqualificabile e neanche meritevole di essere, ulteriormente commentata!). Ma se chi dovrebbe pensare a risollevare le sorti del nostro turismo pensa ad andare in Crimea allora siamo belli che fritti!

Dopo tanti anni di commissariamento, l’azienda del turismo deve ancora avere un tale status quo?

Ma oltre che offrire pubblicità a livello nazionale il prodotto Ischia dovrebbe anche essere preservato, curato, coccolato da ischitani e politici e così non è. Difatti ad illustrarci il quadro negativo (sotto tali aspetti ed  in termini macro economici) ci è stato fornita una breve ma sintetica analisi, pochi giorni fa, da uno dei principali imprenditori della nostra isola, Augusto Lombardi, che oltre a possedere tutti i supermercati Decò dell’isola è anche vice presidente della catena diffusa a livello interregionale. Ebbene Augusto Lombardi, ad una precisa domanda del nostro Gaudini se ad Ischia si possa ancora fare impresa ha così risposto :«io credo che a Ischia non si può fare più impresa perché, per alcuni aspetti, è ormai diventata un quartiere periferico di Napoli ed è stata inquinata da un abusivismo sfrenato che ha portato alla creazione di alcune zone dove si continua a costruire sotto gli occhi di tutti. Con queste condizioni è sempre più difficile che il turismo possa aumentare su quest’isola. Inoltre fare impresa a Ischia è diventato ancor più complesso in quanto non vi sono regole certe nel settore dell’urbanistica, e per avere un permesso a costruire regolare ci vogliono anni».

Insomma, la nostra isola non se la passa affatto bene, e l’intera classe politica o prende atto di tutto questo oppure – e accadrà tra non molto – saranno lacrime … e quelle di coccodrillo non salveranno nessuno!

mauroilgolfo@gmail.com

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex