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Turismo, l’allarme di Luigi Polito: «Ischia in coma, si faccia subito qualcosa»

ISCHIA – Gli abbiamo chiesto lumi relativamente alla diatriba in atto tra Benedetto Valentino e Gino Di Meglio. Ma Luigi Polito, tra Distretto Turistico ed Ischia Grande Attrattore Culturale, ha preferito puntare l’attenzione su un’isola che turisticamente sembra davvero vivere un periodo di seria crisi:

«Sono piuttosto indifferente all’esito di tale dibattito. La situazione di Ischia è gravissima, siamo assolutamente fermi e nessuno si adopera concretamente per fare qualcosa, facendola bene. È anche inutile ripeterci l’enorme elenco di tutti i guai che andrebbero quantomeno affrontati e possibilmente risolti. C’è bisogno di un progetto, chiaro nelle modalità e negli obiettivi, e parallelamente sono necessari gli uomini per portarlo avanti. L’ipotesi di Ischia come grande attrattore culturale o anche lo stesso Distretto turistico, che è stato già concepito da tempo ma che dopo tante parole stenta ancora a partire, per me lasciano il tempo che trovano se non ci rendiamo conto che l’isola dal punto di vista turistico è in uno stato di vero e proprio coma profondo. L’unica cosa che conta adesso è muoversi al più presto, a ogni livello. Tutti sappiamo cosa bisogna fare, ma chi le farà in concreto? Gli amministratori sono quasi completamente assenti. Bisogna creare un soggetto giuridico in grado di realizzare gli obiettivi, in termini di produzione, fatturato, occupazione, promozione, e benessere. Se il Distretto tarda a essere operativo, ben venga qualunque altra iniziativa. È impossibile credere che i turisti continuino a scegliere Ischia disinteressandosi al contempo dei giganteschi problemi che ci attanagliano, così come è inaccettabile offrire ai visitatori lo spettacolo di una realtà che soffre di guai tipici delle grandi città da cui provengono, dal traffico caotico all’insufficiente mobilità all’edilizia, dove decine di migliaia di persone aspettano da decenni una definizione per le domande di sanatoria. Chi sceglie Ischia vuole la bellezza, la gradevolezza del luogo, non certo ritrovare il caos della città. E poi è necessario svecchiare l’intero sistema turistico-alberghiero ischitano, se si vuole rimanere competitivi in una realtà globalizzata dove la concorrenza più qualificata è già molto avanti».

 

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