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Turismo: Napoli boom, e l’isola resta a guardare

Anche quest’anno Napoli è stata letteralmente presa d’assalto dai turisti, italiani e stranieri, nel periodo natalizio. Confermando una tendenza in costante ascesa il capoluogo partenopeo ha registrato numeri eccezionali sia in corrispondenza del Natale, con un ulteriore incremento della percentuale di camere occupate (pari 65% contro il 60% dell’anno scorso), sia del Capodanno, quando si è quasi raggiunto il tutto esaurito. Inutile e ridondante ricordare le innumerevoli bellezze ed attrattive in grado di far presa su una così rilevante massa di visitatori da ogni parte del mondo: l’atmosfera natalizia dei presepi si fonde con la ricchezza architettonica e storica delle grandi strade e dei vicoli caratterizzati dalle tante botteghe d’artigianato. I numeri parlano di un incremento di visitatori rispetto agli anni passati che supera il 40%, mentre l’Enit, l’Agenzia nazionale del Turismo, fa sapere che fra le città più ricercate sui motori di ricerca stranieri, il maggiore incremento di ricerche online confrontando gli ultimi mesi del 2016 e quelli del 2017 lo hanno avuto Cagliari  con un +49% e  Napoli  che si attesta al  +47%, mentre Amalfi registra comunque un + 26%: dati che dimostrano il crescente interesse, soprattutto degli stranieri, per le città del Sud, e in particolare verso il capoluogo partenopeo. E Ischia? Già, perché la nostra isola, pur trovandosi al classico tiro di schioppo da Napoli, negli ultimi tempi pur registrando in generale qualche punto percentuale in positivo, è comunque rimasta ben distante dal “boom” napoletano. Le ragioni sono sicuramente molteplici, resta comunque paradossale che Ischia non abbia raccolto almeno in parte i frutti di questo incremento turistico che sta vivendo da anni il nostro capoluogo provinciale e regionale. Il ministro Franceschini mena vanto dei risultati ed è pronto a scommettere che in meno di un decennio Napoli sarà capitale del turismo mondiale; ci auguriamo che tale impegnativa profezia si avveri, ma sarebbe ancora più assurdo arrivare a tale appuntamento con la nostra isola incapace di intercettare il copioso flusso di arrivi.

Luigi Polito, notissimo tour operator, traccia una chiave di lettura impietosa, ma comunque sempre realistica del fenomeno: «L’incremento turistico di Napoli – spiega Polito –  è favorito anche dalle nuove rotte aeree su Capodichino, con ben 97 località di partenza che convergono sul capoluogo campano. La sola Ryanair prevede 25 località di partenza verso Napoli. È ovvio che le tariffe di volo a basso prezzo previste da numerose Compagnie attirino un numero sempre crescente di turisti». Del resto le cifre dell’Aeroporto di Capodichino confermano lo scenario: lo scalo ha raggiunto e superato lo scorso primo dicembre gli otto milioni di passeggeri totali in un anno, numeri  che collocano l’aeroporto di Napoli al settimo posto in Italia, con un aumento in percentuale del 25,7% rispetto all’anno scorso.

«Ovviamente la città presenta già molteplici ben noti motivi d’interesse, ultimo in ordine di tempo la dichiarazione dell’Unesco della pizza come patrimonio dell’umanità. Ma la crescita non è certo “merito” degli amministratori della città. Per quanto riguarda Ischia – prosegue Polito – la parziale capacità di intercettare determinati flussi turistici che convergono su Napoli è causata da una situazione molto seria, che però continuiamo a ignorare, forse per presunzione. La nostra isola ha avuto un forte calo di visibilità». Il tour operator non dimentica il recente dramma del sisma: «Indubbiamente il terremoto ha ulteriormente indebolito l’immagine dell’isola: a Natale e Capodanno le strutture alberghiere aperte sono state ben lontane dall’essere piene. Teniamo presente che rispetto al passato c’erano una decina di strutture aperte in meno; ciononostante, ripeto, non siamo riusciti a riempirle».

Per Polito le cause sono ben note oltre che radicate: «L’isola è praticamente inchiodata al passato e nessuno sembra darsi una mossa. Stiamo sempre a ripeterci la solita lista dei tanti problemi che andrebbero affrontati. Manca un progetto, una visione chiara nelle modalità e negli obiettivi, e parallelamente quello che più mi preoccupa è la mancanza di uomini per portarlo avanti».  La ricetta è una sola: «Il sistema-Ischia si deve rinnovare. Anzi, la parola appropriata è “svecchiarsi”: se non svecchiamo l’intero sistema turistico alberghiero isolano, saremo destinati a perdere anche l’attuale fetta di mercato. Inutile fare confronti col fatto che i turisti che sbarcano a Napoli poi vanno in Costiera, a Pompei o altrove. In Costiera il livello è nettamente superiore a Ischia, con fatturati enormi: hanno favorito lo sviluppo e la crescita attraverso la qualità e una professionalità altamente qualificata. Anche questo oggi manca qui: serve una maggiore specializzazione nel lavoro turistico, specie per le nuove generazioni, altrimenti sul mercato globale non potremo mai reggere il confronto».

Ovviamente non serve continuare a rimuginare sterilmente: «Tutti sappiamo cosa bisogna fare – prosegue Polito – ma nessuno  affronta concretamente le criticità. Gli amministratori isolani sono inerti. Abbiamo decine di associazioni di categoria, ma  con risultati pressoché nulli. Non possiamo continuare nella nostra presunzione, convinti i turisti continuino a scegliere Ischia disinteressandosi degli enormi problemi irrisolti: non è pensabile seguitare a  offrire ai visitatori lo spettacolo di una realtà colma dei guai tipici delle grandi città, dal traffico caotico all’insufficienza dei trasporti. Chi sceglie Ischia vuole la bellezza, la gradevolezza del luogo, non vuole certo ritrovare il caos cittadino». L’analisi di Luigi Polito si conclude senza sconti: «Chi rappresenta una associazione o un’istituzione, e non è capace di risolvere i problemi, ma anzi contribuisce ad aggravarli, deve avere l’onestà di farsi da parte».

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