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Turismo, per l’isola bilancio in rosso

DALLA REDAZIONE

ISCHIA – Il primo bilancio è tutt’altro che entusiasmante. Nei primi due mesi della stagione turistica 2016, gli indicatori di presenze turistiche sull’isola hanno tutti – o quasi – segno negativo. È il segno inequivocabile di un’isola che non ha più l’appeal di un tempo e che non riesce a trovare la chiave di volta per recuperare il terreno perduto sui mercati nazionali ed esteri. Certo, almeno questa volta le attenuanti non mancano: il maltempo che ha imperversato per gran parte della primavera ha inciso in maniera determinante sul trend, ed un ruolo lo hanno avuto anche la contrazione dei mercati, in particolare quello russo, oltre che ai periodi di ferie ridotti al minimo. Tuttavia il dato negativo resta e suona come l’ennesimo campanello d’allarme per un sistema economico già in crisi come quello isolano: non solo la tatto attesa ripresa del mercato turistico non si è verificata, ma il trend continua ad apparire decisamente negativo.

MALTEMPO MA NON SOLO

Il maltempo che ha funestato l’isola per gran parte della primavera ha rappresentato la classica variabile impazzita nell’andamento del mercato. Ogni ponte o fine settimana, da marzo fino ad oggi, è stato caratterizzato da nubi e piogge. La conseguenza, facilmente immaginabile, è stata il fiume di disdette che hanno interessato tutte le attività ricettive dell’isola. Altro fattore negativo è rappresentato dall’andamento del mercato turistico, soprattutto quello russo. Da panacea ai mali dell’isola, quando sembravano essere l’alternativa più invitante ai tedeschi, i russi si sono trasformati nel giro di qualche anno nell’ennesimo “miraggio all’ischitana”. Non solo, infatti, il numero complessivo di presenze e pernottamenti sull’isola è drasticamente calato, ma anche la capacità di spesa del turista medio russo sembra essersi drasticamente ridotta. Lo scenario geopolitico della Crimea e le sanzioni commerciali applicate da Stati Uniti ed Unione Europea hanno giocato un ruolo determinante, ma è una considerazione che non cambia lo stato dei fatti: Ischia – ma non solo – ha perso anche quella fetta mercato, con buona pace di chi immaginava un futuro a base di caviale e vodka.

COMMERCIO IN CRISI

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A subire le conseguenze più drastiche dell’andamento negativo del mercato turistico sembrano essere commercianti e ristoratori. Il profilo low cost che ha assunto l’isola nell’ultimo decennio si trascina dietro una conseguenza su cui spesso si dimentica di riflettere: seppure il numero complessivo di presenze e pernottamenti sull’isola resta alto, il cliente medio di Ischia ha un budget economico estremamente basso e limita al minimo le spese non necessarie. I ristoranti, anche quelli nelle zone più centrali dell’isola, sono spesso vuoti perfino nei week end e negli esercizi commerciali i magazzini sono stipati di merce invenduta. Le ricadute sull’economia locale sono enormi: meno movimenti di merce significa meno soldi in circolazione, meno posti di lavoro, stipendi più bassi. In altre parole, un’isola sempre più povera.

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L’ULTIMA SPERANZA

In uno scenario da incubo, però, ci sono anche degli indicatori che lasciano accesa la fiammella della speranza. In questi ultimi due anni, Ischia sembra attrarre una tipologia turistica che potrebbe rappresentare la chiave di volta per il futuro: la medio borghesia del centro-nord Europa. Ci sono dati confortanti legati ai flussi turistici da mercati come Inghilterra e Francia, ma anche Paesi Bassi e Scandinavia. Con una tipologia ben precisa: professionisti, spesso nuclei familiari, che scelgono l’isola per un periodo non inferiore a quattro giorni e che, aspetto ancor più significativo, sono propensi a ritornare. Segnali positivi arrivano anche dal mercato tedesco, che, in linea con l’andamento degli ultimi anni, continua a crescere per numero di presenze. Un settore nuovo di mercato sembra essere quello degli omosessuali: sono sempre più numerosi gli alberghi gay friendly” sull’isola e gli indicatori di mercato hanno andamento estremamente positivo. Inoltre, si tratta di una platea giovane, colta, tranquilla e con una invidiabile capacità di spesa. In altre parole, il prototipo perfetto di turista.

OBIETTIVO CINA

C’è però una nuova speranza, per il futuro. E si chiama Cina. La missione del sindaco di Ischia sembra dare i primi risultati. A settembre, come anticipato da Il Golfo, la Cina Travel Service sbarcherà sull’isola con l’ambizioso progetto di garantire un volo a settimana sull’asse Napoli/Pechino per indirizzare i flussi turistici cinesi in Italia. È un progetto sul quale profondere il massimo impegno, perché potrebbe assicurare la sopravvivenza stessa dell’isola. Senza un deciso cambio di passo, infatti, il declino sociale ed economico sarà inarrestabile. Con conseguenze ben più catastrofiche di quelle che stiamo vivendo già adesso.

 

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