LE OPINIONI

IL COMMENTO Il turismo da diploma o da laurea

No, non è di un nuovo filone turistico che vogliamo parlarvi, e non è un segmento che Josep Ejarque si è inventato per rilanciare e reimpostare il turismo ischitano. Si tratta semplicemente di alcune pericolose derive del sistema scolastico e universitario italiano che determinano un flusso di giovani da nord a sud (nel caso di “turismo da diploma”) e da sud a nord (nel caso di “turismo da laurea”). Si è dato il caso (ma non è affatto casuale, anzi è studiato a tavolino da imprenditori ingordi per incrementare iscritti e affari) che nel 2022, la bellezza di 30 mila studenti iscritti negli istituti superiori e frequentanti il quarto anno, per la frequenza del quinto anno (quello dell’esame di maturità) sono transitati dalle scuole statali di varie parti d’Italia a istituti paritari del meridione. Guarda caso, questi 92 istituti paritari sono allocati soprattutto in Campania (82) e il resto nel Lazio e in Sicilia. Al che, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Valditara, ha avviato un’inchiesta. Secondo la rivista scolastica Tuttoscuola c’è un vero e proprio mercato dei titoli di studio, con un giro di affari di 50 milioni di euro. Come non insospettirsi di fronte ad un incremento del 166% di iscritti, nell’ultimo anno di frequenza, tra gli iscritti dalla quarta alla quinta classe? Insomma, la netta sensazione è che vi siano, dalle nostre parti, dei veri e propri “diplomifici”. Vedremo le conclusioni dell’inchiesta ministeriale. 

Che dire? In una società dove prevale la furbizia, l’assenza di regole e legalità, il desiderio di scalare posizioni e ricchezze a qualsiasi costo, questo che vi stiamo descrivendo rappresenta solo uno dei tanti gradini del degrado morale e sociale. Ma il più pericoloso dei gradini. Perché se il Mezzogiorno, già distaccato dal resto del Paese per tanti versi, aggiunge anche il bluff dell’istruzione, si spegne veramente ogni speranza di riscatto. Avviene poi che, alla prova dei fatti, nella ricerca ed inserimento al lavoro, qualcuno di questi giovani impatta duramente contro la realtà del mondo delle imprese e del lavoro. Avviene che in molti casi questi giovani non si dimostrano all’altezza del compito ambizioso che vorrebbero svolgere, per evidenti carenze formative. E che faranno? Cercheranno un altro sotterfugio, un altro imbroglio? Una raccomandazione, una complicità politica, un compromesso di altro genere? E cosa diranno e penseranno le migliaia di giovani che hanno studiato per davvero, senza ricorrere a falsificazioni di diplomi? E c’è un altro dato statistico allarmante: questa volta diffuso dall’Osservatorio  Giovani e Orientamento. Su un campione statistico di 3mila ragazzi delle scuole superiori, è risultato che solo un ragazzo se cinque ha le idee chiare sul prosieguo universitario. Il 50% di questi ragazzi ha la convinzione che, nonostante la laurea che andrà a conquistare, finirà con l’ingrossare le fila di quanti non studiano più ma nemmeno lavorano (i famosi “Neet”).Insomma, non si profila un domani roseo per i i giovani, in particolare del meridione. Eppure, e qui sta una delle eterne contraddizioni di questo maledetto Sud e subentra il “turismo da laurea”: aumenta l’emigrazione di giovani diplomati dal Sud al Nord, per iscrizioni a Università prestigiose, nell’illusione che basti il solo prestigio dell’Università a spianargli la strada dell’occupazione, mentre al Sud esistono Università di buon livello e con una varietà di opzioni di corsi di laurea che consentirebbe di studiare senza allontanarsi troppo dal proprio territorio. 

E’ chiaro che quando parliamo di Università campane, molti studenti della Regione (vale anche per Ischia) devono comunque alloggiare fuori sede. In Campania si calcola un fabbisogno di 9.500 posti alloggio a fronte dei 1.520 esistenti, quasi tutti nel salernitano, tra Fisciano e Baronissi. C’è, in progetto, l’obiettivo di realizzare, entro il 31 maggio 2026, 870 nuovi posti alloggi, di cui 564 a Napoli. E si sa quanto, soprattutto a Napoli assediata dall’overtourism e dal moltiplicarsi di B&B, sia difficile reperire un alloggio per studenti e a prezzi ragionevoli. Sono difficoltà di cui tener conto, tuttavia l’Università Federico II di Napoli, l’Università di Salerno, l’Università del Sannio, l’Università Luigi Vanvitelli, l’Università Parthenope, Il Suor Orsola Benincasa, l’Università Orientale, l’Accademia di Belle Arti, il Conservatorio S.Pietro a Maiella, l’IUAD Accademia della Moda, sono tutti istituti accademici di grande valore. La Federico II ha 26 dipartimenti, 3.000 docenti, 78.000 iscritti, 87 master. E’ recente l’istituzione di una laurea in Sustainable Food Systems ( Sistemi alimentari sostenibili), unica in Italia. Come è nuova la laurea in Criminological sciences, investigative analysis and cybersecurity, all’interno della Facoltà di Scienze Politiche. L’Unisa (Università di Salerno) ha due campus, 17 dipartimenti, 93 corsi di laurea. E’ una vera e propria cittadella universitaria nella valle dell’Irno, su 22.000 mq2 e 300 aule. Tra le varie lauree si segnala anche Scienze del Turismo e Scienze dell’Organizzazione Statistica dei Big Data. L’Università del Sannio ha 3 dipartimenti, 200 docenti, 5.200 iscritti e 3 master. Tra le lauree possibili si segnalano Scienze naturali Geologiche e Ambientali e Biologia per le professioni sanitarie. L’Università Luigi Vanvitelli, nel casertano, ha 16 dipartimenti, 1.000 docenti, 24.000 iscritti e 39 master. Tra le lauree. Psicologia e Tecnologie Ambientali Biologiche e Farmaceutiche. Gli Istituti accademici di Arte e Musica si commentano da soli. Ci limitiamo a sottolineare che il Conservatorio San Pietro a Maiella ha un valido strumento nell’Officina della Musica, laboratorio interdisciplinare di compositori, musicologi, filologi, storici, esperti di teatro e danza, per uno studio sistematico del fenomeno musicale “napoletano”. E per quanto riguarda l’Accademia delle Belle Arti, da quest’anno si aggiunge un Master di II livello su “ scenografia del cinema” e “costumi per il cinema”, finanziato dalla Regione Campania e realizzato in collaborazione con Netflix e Rai. Per quanto riguarda l’Accademia della Moda, la cui sede si trova a pochi passi dalla Stazione Centrale di Napoli, è all’avanguardia nel settore della modellistica anche con software di sviluppo in 3D. Dunque bisognerebbe indirizzare e orientare i giovani campani a considerare innanzi tutto il ventaglio di offerta di studio della Campania, prima di ambire alla Cattolica di Milano o alla Sapienza di Roma. 

E’ lo studio e l’applicazione che fa la differenza, non la fama e il prestigio dell’Università. E fa la differenza anche la “passione” per gli studi. In una delle ultime lezioni ai giovani, il prof. Nuccio Ordine, storico della Letteratura presso l’Università della Calabria, scomparso due mesi fa, insisteva molto sul concetto di “passione” e giurava ai giovani di amare talmente il suo lavoro di professore che avrebbe rinunciato a fare altro anche nell’ipotesi che gli avessero offerto un milione di euro al mese di stipendio. I soldi non sono tutto! E nemmeno lo “status symbol” può essere motivo dirimente della scelta di Università. E anche sui criteri di classificazione europea e mondiale delle Università ci sarebbe molto da discutere per i criteri applicati e per gli interessi in gioco. E’ normale che se inculchiamo e coltiviamo nei giovani l’assunto che tutto ciò che si fa nel Mezzogiorno è di serie B, i giovani cresceranno nella convinzione che dal Sud si può solo emigrare.

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