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Turismo, prove di disgelo tra Ischia e la Regione Campania

di Stefano Arcamone

foto Franco Trani

ISCHIA. Turismo con contorno di polemiche. Alla tavola rotonda tra associazioni, imprenditori, istituzioni e Corrado Matera, assessore regionale al ramo, a fare rumore, paradossalmente, sono soprattutto le assenze. Sono solo due le sedie lasciate vuote nella sala conferenze del Continental Terme, sede del confronto targato Udc e università telematica Pegaso. Ma sono quelle di Giosi Ferrandino e Domenico De Siano, «le due massime espressioni politiche dell’isola» ricorda Biagio Iacolare. Il commissario provinciale dell’Udc sarà poi molto duro nel suo intervento, ma, seppur con toni decisamente più istituzionali, perfino Matera manifesta un certo fastidio per il forfait dei due politici isolani, in particolare per quello del sindaco di Ischia. «Faccio fatica a credere che l’assenza di Ferrandino sia dovuta al mancato finanziamento di Sant’Anna. Siamo qui per parlare di turismo, per definire le strategie per il futuro della Campania».

Gli argomenti sul tavolo, non a caso, sono tanti. E tutti strettamente intrecciati a quella intricata rete di ritardi infrastrutturali e normativi che definiscono il quadro d’insieme delle problematiche connesse allo sviluppo turistico non solo dell’isola, ma dell’intera regione. L’approccio di Matera è garbato ma estremamente pragmatico. Ascolta con attenzione i vari interventi, tra i quali quelli particolarmente incisivi di Giancarlo Carriero, Ermanno Mennella e Mimmo Barra. Ma affronta di petto tutte le questioni sul tavolo, senza ricami retorici. «Applicazione della legge 18, ambiti territoriali, distretti turistici, infrastrutture e sistema turistico integrato sono le nostre priorità. Sull’isola ci sono problemi antichi, come antiche sono le responsabilità. Se vogliamo costruire una prospettiva insieme – il monito di Matera – dobbiamo essere seri e ragionare su problemi concreti».

Il sospetto, insomma, è che la scelta di Ferrandino abbia scavato un solco tra l’isola e, nella migliore delle ipotesi, l’assessore regionale al Turismo. La frattura comporterà, almeno nel breve periodo, tutta una serie di difficoltà ed impedimenti, sia in termini di relazioni istituzionali con gli apparati regionali che nella capacità di essere finalmente incisivi nella soluzione ai problemi dell’isola. Ma l’invito al dialogo di Matera lascia aperto uno spiraglio che Giosi Ferrandino, voce autorevole del Pd isolano benché sindaco in scadenza, farebbe bene a cogliere proprio per assicurare una transizione tranquilla tra l’amministrazione uscente e quella che emergerà a maggio dalle urne, qualunque sia il suo colore politico.

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Su un punto, infatti, Matera è stato categorico. Con De Luca è finita la stagione dei piccoli campanili. Le decisioni di interesse strategico regionale saranno prese tenendo in considerazione «le esigenze di macroaree delimitate a priori» con appositi strumenti normativi, gli ormai famigerati ambiti territoriali. Nel campo del turismo queste macroaree esistono già, e chi chiamano distretti turistici. «Ischia ha una voce autorevole», che la Regione è disposta ad ascoltare. Ma deve dare prova di maturità e dimostrare di aver finalmente compreso che la prospettiva deve essere «orientata al lungo periodo», anche se questa dovesse comportare qualche rinuncia nell’immediato.

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Con ogni probabilità, ha spiegato Matera, quello in fase di approvazione sarà l’ultimo piano operativo in cui la Regione potrà «prevedere investimenti infrastrutturali», prima che l’Europa chiuda definitivamente i rubinetti per questo specifico capitolo di finanziamenti. Per l’isola infrastrutture significa  porti, depuratori, ripascimenti, mitigazione del dissesto idrogeologico, reti idriche e fognarie, volendo anche l’ospedale. Tutti settori sui quali si patiscono ritardi cronici ed in larga misura addebitabili alle classi dirigenti isolane passate e presenti. È l’ultimo treno utile per mettere l’isola in pari con il resto d’Italia e d’Europa, perché poi non ci saranno più le risorse economiche per farlo. Ricucire lo strappo ed intessere relazioni ad ampio spettro con tutte le componenti dell’attuale governo regionale diventa allora urgente nell’interesse dell’isola che, almeno da un punto di vista teorico, dovrebbe essere superiore a qualche capriccio personale di questo o quel sindaco.

Ma c’è di più, almeno nel caso di Giosi Ferrandino. Fare un passo indietro e sedersi al tavolo per rappresentare gli interessi dell’isola con la consapevolezza, la lucidità e la prospettiva che solo un politico a fine mandato può avere significherebbe, nel suo caso, anche assicurarsi la possibilità di porre rimedio a molti degli errori che sono stati commessi negli anni. Una seconda chance che viene concessa a pochi ma che ambiscono tutti. Se davvero sono le nostre azioni a definire ciò che siamo, allora Giosi Ferrandino ha l’occasione per riempire di ulteriore valore politico il suo commiato. Da Ischia e, glielo auguriamo, dall’isola.

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