CRONACAPRIMO PIANO

Tutte le ombre sul concorso foriano, perché tutto ruota attorno agli assenti

A freddo continuano le polemiche sul’esito della procedura per l’assunzione a tempo indeterminato di undici amministrativi: tante le cose che non quadrano ma il punto “focale” resta lo stesso

Sono passati alcuni giorni dalla pubblicazione della graduatoria finale per il concorso che porterà undici istruttori amministrativi ad insediarsi con tanto di contratto a tempo indeterminato presso il Comune di Forio. E come al solito, non ce ne voglia nessuno, si assiste ancora una volta a tentativi maldestri di voler sparare contro l’uno piuttosto che sull’altro per difendere qualcuno della propria parrocchia.

Dimenticando un aspetto fondamentale, e noi vogliamo sottolinearlo in premessa giusto per evitare equivoci di qualsivoglia natura: in questa storia, pessima storia, non esiste nessuno – dicasi nessuno – che può professare la propria verginità. Nel tentativo di dimenticare quello che è successo (e che in altri casi dovrebbe di norma indurre chi di competenza ad aprire un’indagine senza aspettare ricorsi, esposti o denunce penali) si gira attorno a un problema volendone trascurare altri. In particolare noi vogliamo puntare l’indice su un aspetto che non riteniamo assolutamente predominante rispetto agli altri, ma sul quale appare davvero difficile se non addirittura impossibile trovare una risposta. Resta un fatto inspiegabile (e su questo c’è ben poco da discutere, inutile fare filosofia spicciola) il fatto che tre candidate, ossia Ida Matarese, Sonia Iacono e Maria Funiciello abbiano deciso di non sostenere la prova orale. In buona sostanza si sono fermate a un passo dal traguardo. E quel traguardo non era certo un fine settimana a Gallipoli ma un posto a tempo indeterminato. Insomma, la certezza di essersi garantiti un futuro. Ora capirete che non si rinuncia a cuor leggero ad una cosa del genere e che dunque non diciamo pretendere, ma almeno chiedere una spiegazione è un fatto tutt’altro che “anomalo”.

Poi, al cronista sia consentita un’affermazione e giuro che non c’è alcuna volontà di voler colpire nessuno. In casi del genere, o ci si affida al silenzio o nel momento in cui si parla lo si fa in maniera compiuta. Ida Matarese, ad esempio, ha voluto dire la sua su facebook attaccando un “giornalino locale” (il riferimento non è a Il Golfo, giusto per la cronaca) colpevole di danneggiare la sua “immagine di persona che si sta affacciando alla vita professionale ed ha diritto di vedere tutelata la propria dignità”. Ida Matarese tra l’altro scrive: “Affermare, come è stato fatto pubblicamente , che non ho partecipato al concorso per una crisi di panico e che a nulla sono valsi i tentativi di mio padre e di mia madre, è una dichiarazione falsa… E’ veramente amaro constatare il cinismo di certa gente, in particolare di un cronista che avrebbe dovuto ben sapere che io all’ora in cui era previsto l’esame stavo tranquillamente recandomi ad Ischia presso l’Hotel Miramare e Castello, dove mi è stato consegnato un premio”. Bene, Ida Matarese ha spiegato una serie di cose ma già che c’era poteva fare anche l’ultimo passaggio, ossia rendere noto anche per quale motivo alla fine abbia deciso di rinunciare. Per carità, non era tenuto a farlo, ma a questo punto se proprio si voleva dare un chiarimento forse sarebbe stato più opportuno fornirlo a trecentosessanta gradi. In buona sostanza è a questo che noi vogliamo arrivare: ma davvero può mai essere marginale capire perché tre persone – presumibilmente con un posto di lavoro a vita già in tasca – rinuncino a un esame orale che può farle svoltare? Se questo per voi lettori, come vuol sostenere qualcuno, è un semplice dettaglio, allora noi alziamo le mani e ammettiamo di non aver capito nulla. Ma sappiamo e sapete tutti che in realtà parliamo di un “dettaglio” fondamentale, ineludibile per capire quali e quanti misfatti si nascondano dietro una faccenda torbida almeno come l’acqua del Lido di Ischia quando dal Rio Corbore si riversa di tutto in mare.

Per il resto, francamente, non crediamo che si possano fare dei distinguo. Questo è un concorso al quale non ha partecipato soltanto il consigliere della Città Metropolitana “che partecipa ai nostri convegni” (cit.), come se presiedere ai dibattiti organizzati dal nostro giornale impedisca a qualcuno di poter concorrere come un normale cittadino. Soprattutto se poi, a volerla dire tutta, si dimentica di obiettare che oltre a figli, nipoti, amici e conoscenti di questo o quello ci sono anche le mogli dei sindaci di Barano e Serrara Fontana. E che in particolare la seconda, in caso di scorrimento reso possibile solo in percentuale minima dalle nuove normative, è la prima delle escluse e può magari sperare di rientrare nei giochi. E questo, probabilmente, lo deve anche alla rinuncia del trio Matarese-Iacono-Funiciello. Insomma, come vedete, in qualsiasi modo la giri e la rigiri, la “frittata” ruota sempre attorno a chi ha inopinatamente e clamorosamente deciso di tirarsi indietro last minute. A proposito, ci sia consentita una postilla. Qualcuno ipotizza che il sindaco di Forio Francesco Del Deo ci stia ricoprendo d’oro. Ci piace sottolineare, giusto a scanso di equivoci, che fino a questo momento abbiamo ascoltato una sola voce sulla vicenda del concorso ed è quella del consigliere di minoranza Stani Verde. Che, detto per inciso, ha sparato parole di fuoco sull’amministrazione comunale: non crediamo sia questo il modo migliore per “ingraziarsi” qualcuno, ma ovviamente abbiamo capito che si può discutere anche su questo. Il concorso andato appena in archivio a Forio lascia tante, tantissime ombre, ma noi restiamo della nostra idea: dare una risposta a delle assenze davvero incomprensibili potrebbe essere il primo “tassello” per capire se davvero può essere accaduto qualcosa di equivoco, poco chiaro e che meriti di essere approfondito. E, perdonateci la presunzione, crediamo che questo sia un dato di fatto e un concetto oggettivo e non opinabile.

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