Tutti i santi protettori e patroni dell’isola nella festa di ognissanti visti dall’artista Angela Impagliazzo
I nostrri santi patroni della diocesi ischitana e santi di devozione universale nella ricorrenza di tutti i santi: San Giovan Giuseppe Della Croce, Sant’anna, San Pietro, San Ciro, Sant’antonio, San Domenico, Sant’antuono a Ischia; San Gabriele a Casamicciola; Santa Restituta, San Giuseppe a Lacco Ameno, San Vito a Forio, San Michele Arcangelo a Sant’angelo, San Rocco e San Sebastiano a Barano, San Giorgio al Testaccio, San Giovanni Battista a Buonopane, San Leonardo a Panza, San Ciro al Ciglio, Sant’ Anna a Fiaiano, Serrara e Lacco Ameno, San Nicola Sull’ Epomeo e di Devozione Universale San Francesco D’assisi, San Gennaro, Santa Rita, Santa Lucia - Il Santo e Il Riflesso Della Gloria e Della Santità Di Dio. Sono modelli di vita per i cristiani e nostri intercessori poiché possiamo chiedere loro aiuto e la loro intercessione presso Dio. Sono così degni di meritare il nostro culto e la nostra venerazione
Il mese di novembre si apre con due importanti celebrazioni, momenti per riflettere e ricordare: il 1°, ossia oggi, si festeggiano i Santi, o meglio Tutti i Santi o se volete Ognissanti, mentre il giorno successivo, il 2 novembre domani, è il giorno dedicato al ricordo dei defunti, una giornata ricca di significati religiosi, che si fondono con antichi riti, usanze tradizionali e credenze popolari. Il giorno di Ognissanti dalle nostre parti, con la contraddittoria compiacenza anche della Chiesa, purtroppo è confuso con la ricorrenza dei morti per le visite in massa ai cimiteri con fiori e candele e lumi di ogni tipo. Esso giorno è festività cristiana e civile, in cui si celebra la gloria e l’onore di tutti i Santi canonizzati e non ed è popolarmente considerato l‘onomastico delle persone il cui nome compare nel calendario cristiano.
Per attenerci al luogo in cui viviamo, festeggiamo e onoriamo in questo giorno di Tutti i Santi, in modo globale in un unico abbraccio di fede e devozione i nostri Santi Patroni e protettori raggruppati in arte in una indovinata illustrazione e qui riportata dell’artista foriana Angela Impagliaazzo: San Giovan Giuseppe della Croce, Sant’ Anna, San Pietro, San Ciro, Sant’Antonio, San Domenico, Sant’Antuono a Ischia; San Gabriele a Casamicciola; Santa Restituta, San Giuseppe a Lacco Ameno, San Vito a Forio, San Michele Arca ngelo a Sant’Angelo. Come se non bastasse interviene anche il Comune d’ Ischia a dare ancora disposizioni anche in funzione anti Covid-19 per l’afflusso dei cittadini al Cimitero nella giornata festiva di oggi giorno di Ognissanti. La storia ci insegna che le origini della Festa di Ognisssanti sono lontanissime: i primi resoconti scritti risalgono a Tertulliano e a Gregorio di Nizza (223-395 d.C.), ma solo le pagine scritte da Sant’ Ephraem, morto nel 373 d.C., danno una sicura testimonianza della “festa celebrata in onore dei martiri della terra” il giorno 13 maggio. La solennità, dunque, nacque nel nord Europa e giunse a Roma il 13 maggio del 609 d.C., quando Papa Bonifacio IV dedicò il Pantheon di Roma alla Vergine Maria e a tutti i martiri. Le ragioni dello spostamento della data al 1° novembre non sono però certe. Sembra che fin dall’800 d.C. Alcuino, consigliere di Carlo Magno, propose di sta- bilire la santissima solennità di tutti i Santi in questa data e di celebrarla con una festa di tre giorni nel tentativo di cristianizzare la festa pagana del Capo d’anno Celtico, che cadeva ai primi di novembre.
E’ infatti nel VII secolo che Papa Gregorio II stabilì la data del 1 novembre, presumibilmente per far coincidere la festività con l’antica festa celtica di Samhain. I celti dividevano l’anno solare in due periodi: quello della nascita e rigoglio della natura e quello del letargo invernale. L’entrata in questi due periodi veniva festeggiata durante il mese di maggio e a metà autunno, rispettivamente con i giorni di Beltane e Samhain. Ma, sempre nello stesso perio- do storico, anche presso i romani si celebrava un giorno simile, in onore di Pomona, quando si salutava la fine del periodo agricolo produttivo e si ringraziava la terra per i doni ricevuti. Quindi, quando Cesare conquistò la Gallia, le due feste, celtica e romana, si tegrarono e i giorni di festeggiamento cadevano, a secondo delle zone, in un periodo che si collocava tra la fine del mese di ottobre e i primi giorni di novembre. Al significato di questa festa, in origine prettamente agricola e pagana, dal VII secolo andò così affiancandosi quello spirituale e religioso. Con l’avvento al soglio pontificio di Papa Bonifacio IV si tentò poi di tramutare definitiva- mente la festa da pagana a cristiana, dandone così un significato puramente religioso.Per rimuovere ogni residuo di paganesimo, l’idea originale fu quella di abolire le celebrazioni di Samhain, decisione che però avrebbe scatenato le ire del popolo, ancora molto ancorato alle antiche tradizioni. Nonostante i vari tentativi di sradicare il culto, le riforme non ebbero quindi esito, cosicché, per tentare quantomeno di rafforzarne la valenza religiosa, la chiesa introdusse nel X secolo una nuova festa, quella dedicata ai morti, che cade il 2 di novembre. Nel 1475 la festività di Ognissanti venne poi resa obbligatoria in tutta la Chiesa d’occidente da Sisto IV, ma il culto pagano, in special modo quel- lo celtico, è sopravvissuto nella cultura dei popoli europei fi- no ai giorni nostri. Infatti la notte di “Nos Galan-Gaeaf “ viene rievocata tutt’oggi nell’appena trascorsa notte di Halloween, il cui significato è proprio vigilia di Ognissanti o di Tutti i Santi (All Hallows = Tutti i Santi + eve = Vigilia). Infine, il 1° giugno 1949 la Costituzione italiana, come quella di altri paesi europei (Austria, Belgio, Spagna, Francia e Grecia) inserì il giorno di Ognissanti tra quelli considerati “festivi, agli effetti del- l’osservanza del completo orario festivo e del divieto di compiere determinati atti giuridici“.
Ecco ulteriori sei pensieri sulla Festa di Tutti i Santi: 1. Il 1° novembre è la Solennità di Tutti i Santi. Si tratta di una festa popolare e cristiana, molto sentita dalle nostre popolazioni, che vuole ricordare in un’unica Solennità coloro che ci hanno preceduto nel cammino della fede e della vita, godono la beatitudine eterna e sono cittadini a pieno diritto del cielo, la patria comune di tutta l’umanità di tutti i tempi. Il giorno di Tutti i Santi si fe- steggia ormai da circa mille anni. Furono i monaci benedettini di Cluny a diffondere questa Festività. 2. In questa memoria liturgica celebriamo tutti quei cristiani che – dichiarati o no Santi o Beati dalla Chiesa – già godono la visione beatifica di Dio e sono già in Cielo. Di qui il nome: Solennità di Tutti i Santi. 3. Santo è quel cristiano che, conclusa la sua esistenza terrena è già alla presenza di Dio e – per dirla con le parole dell’apostolo Paolo – ha ricevuto “la corona della gloria”. 4. Il santo è il riflesso della gloria e della santità di Dio. Sono modelli di vita per i cristiani e nostri intercessori poiché possiamo chiedere loro aiuto e la loro intercessione presso Dio. Sono così degni di meritare il nostro culto e la nostra venerazione. 5. Il giorno di Tutti i Santi include nella propria celebrazione i santi popolari e conosciuti, straordinari cristiani a cui la Chiesa dedica uno speciale giorno dell’anno. 6. Ma il giorno di Tutti i Santi è specialmente il giorno dei “Santi anonimi”. Il giorno di Tutti i Santi è gior- nata per ricordare opportuna- mente la chiamata alla santità
Fotoricerca di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter
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