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Tutti i sospetti sugli appalti a Forio

FORIO – Una serie di chiarimenti netti e precisi, con una concatenazione di eventi ed intrecci che lasciano intendere come ci siano una serie di informazioni che ovviamente sono state ricevute dietro una segnalazione e che sono meritevoli di essere analizzate con attenzione. L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) presieduta dal magistrato Raffaele Cantone, ha infatti chiesto lumi al Comune di Forio su una serie di appalti legati ai lavori pubblici assegnati negli ultimi tempi all’ombra del Torrione e che come e noto (e peraltro più volte segnalato da questo giornale) negli ultimi tempi sono stati anche al centro dell’attenzione della Procura della Repubblica di Napoli, e che ha peraltro portato più volte i carabinieri della Compagnia di Ischia, guidati dal cap. Andrea Centrella, a “visitare” i vari cantieri dislocati sul territorio. L’atto firmato da un dirigente dell’Anac è stato trasmesso al municipio foriano e precisamente indirizzato al RUP arch. Giampiero Lamonica e per conoscenza al consigliere comunale Stani Verde, che ha allertato la stessa Anac su una serie di procedure che a suo avviso presentano più di qualche perplessità meritevole di approfondimenti. L’oggetto, che già la dice lunga sulle mira dell’organismo guidato dal dott. Cantone, è esplicito: “Opere pubbliche relative a: realizzazione opere di drenaggio e messa in sicurezza idraulica dell’area urbana in località San Giuseppe; interventi per l’efficientamento energetico dell’istituto comprensivo Luca Balsofiore e del plesso centrale Panza Vincenzo Avallone; recupero e valorizzazione del Molo Borbonico, riqualificazione del molo peschereccio interno al porto turistico”.

LAVORI A SAN GIUSEPPE, I DUBBI TRA DITTE ED ARCHITETTO

Nella dettagliata missiva si parte ovviamente dai motivi che hanno scatenato la richiesta di chiarimenti: “Con nota del 5 ottobre 2015, acquisita al protocollo di questa autorità in data 6 novembre 2015, il dott. Stanislao Verde, in qualità di consigliere comunale, ha avanzato un esposto nei confronti del Comune di Forio, relativo a tre appalti, nel quale vengono segnalate presunte irregolarità in ordine agli affidamenti di incarichi a tecnici per servizi inerenti l’architettura e l’ingegneria ma anche la procedura di affidamento dell’appalto”. Poi il dirigente Anac inizia a scendere nei dettagli e lo fa con una impressionante dovizia di particolari, scrivendo che “in particolare, per quanto riguarda la ‘realizzazione opere di drenaggio e messa in sicurezza idraulica dell’area urbana in località San Giuseppe’, si segnala che, a seguito di gara con procedura dell’offerta economicamente più vantaggiosa, l’appalto è stato aggiudicato all’impresa Romis srl. Tale impresa sarebbe solo una ditta di facciata, poiché l’appalto è gestito dall’imprenditore Di Palo, che avrebbe contattato direttamente subappaltatori o esecutori di lavori in nolo a caldo. A riprova di quanto affermato, fa rilevare che i documenti di gara della ditta aggiudicataria sono stati firmati e timbrati dall’arch. Antonio Giordano, che appartiene allo staff tecnico del gruppo Piloda che fa capo a Di Palo”. Insomma, è opportuno secondo l’autorità nazionale anticorruzione verificare se questa presenza sia soltanto un fatto casuale o se può costituire un anello di congiunzione, il che evidentemente finirebbe col cambiare tutti gli scenari. A supporto di uno scenario non propriamente cristallino, viene anche fatto osservare che si rileva inoltre “che la ditta aggiudicataria Romis srl e il consorzio stabile Egeco scarl dovevano essere escluse dalla gara perché si trovavano in situazione di controllo o in relazione tale da comportare che le loro offerte di gara sono imputabili ad un unico soggetto (cioè Di Palo)”.

SCUOLE, I TECNICI ESTERNI E IL RUOLO DELLA EGECO SCARL

Da un appalto e da un’opera pubblica si passa all’altra. La nota del dirigente Anac continua con lo stesso che scrive che “per quanto riguarda l’opera denominata ‘interventi per l’efficientamento energetico dell’istituto comprensivo Luca Balsofiore e del plesso Panza Vincenzo Avallone’, il dott. Verde segnala che le nomine per servizi tecnici sarebbero avvenute in violazione di norme regolamentari interne e di norme in fonti legislative statali”. Nello specifico, la nota dell’autorità fa riferimento al fatto che “l’ing. Arnaldo Surolli è stato nominato direttore operativo per un importo netto di euro 22.487,96, in violazione dell’art. 10 comma 2 lettera B del regolamento comunale, non avendo proceduto al confronto di offerte e trattandosi di tecnico esterno non ricompreso nell’elenco comunale dei tecnici esterni”. Non solo, si sottolinea anche che “l’arch. Alessandro Delle Grottaglie è stato nominato coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione per l’importo netto di 28.138,59 in violazione dell’art. 10 comma 2 lettera B del regolamento comunale, non avendo proceduto al concorso di offerte e trattandosi di tecnico esterno non ricompreso nell’elenco comunale dei tecnici esterni”. Insomma, ci troveremmo davanti a due professionisti sicuramente qualificati e referenziati, ma che sarebbero stati nominati d’imperio e senza seguire una serie di procedure che non potevano essere evitate, ai sensi anche di quello che è il regolamento che vige all’interno dell’ente pubblico all’ombra del Torrione. Le osservazioni e le puntualizzazioni, però, riguardo ai lavori eseguiti presso le scuole di Forio e Panza, non sono ancora finite perché si scrive anche che “per quanto attiene alla procedura dell’appalto, fa rilevare che è risultato aggiudicatario il consorzio EGECO scarl. Il consorzio avrebbe dovuto indicare, in conformità dell’art. 37, comma 7, del d.lgs 16372006, per quale impresa consorziata concorreva, mentre il consorzio EGECO ha comunicato addirittura oltre sessanta giorni dall’aggiudicazione dell’appalto il nome della ditta consorziata ‘Operazione srl’ che eseguirà i lavori”. Una procedura, questa, che al netto di ogni considerazione e di quello che recitano le norme attualmente in vigore, appare quantomeno anomala anche all’occhio del non addetto ai lavori.

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L’OMBRA DI DI PALO SUL MOLO BORBONICO

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Si passa poi alla terza opera pubblica finita sotto i riflettori e la lente di ingrandimento dell’Anac e che tra l’altro era già stata al centro di voci e polemiche in terra foriana. “Per quanto riguarda il ‘recupero e valorizzazione del Molo Borbonico riqualificazione del molo peschereccio interno al porto turistico’, il dott. Verde segnala che a seguito di gara con procedura dell’offerta economicamente più vantaggiosa, l’appalto è stato aggiudicato all’impresa Marine Management Supplies srl. Tale imprese appartiene al 100% alla società Key srl, che a sua volta è di proprietà per il 50% della Alaomega sas di Biagio Orlando e per l’altro 50% della C.a.p.r.i. soc. con a.r.l. il cui amministratore unico è sempre Biagio Orlando. Tale Biagio Orlando è il fiduciario dei Di Palo. L’impresa Marine Management Supplies srl sarebbe solo una ditta di facciata, come risulterebbe dal fatto che alla conferenza dei servizi del 14 settembre 2015 è stata rappresentata dall’ing. Francesco Bedetti, che è anche dipendente del gruppo Piloda che fa capo a Di Palo. Fa rilevare inoltre che la ditta aggiudicataria Marine Management Supplies srl e il Consorzio Stabile EGECO scarl dovevano essere escluse dalla gara perché si trovavano in situazione di controllo o in relazione tale da comportare che le loro offerte di gara sono imputabili ad un unico soggetto (cioè Di Palo)”. Insomma, dalla relazione un dato emerge in maniera chiara e netta, c’è sempre l’ombra di Di Palo in maniera diretta o indiretta sulla gestione degli appalti in quel di Forio, o almeno questo è quanto viene sostenuto dal denunciante nell’esposto che ha indotto poi gli uomini di Raffaele Cantone a muoversi e cercare di capire se una serie di riferimenti hanno realmente motivazioni fondate o meno.

E la conclusione, non a caso, va proprio in questa direzione, con l’Anac che scrive: “Ciò posto, ai fini di un preliminare esame della questione rappresentata, codesta stazione appaltante (il Comune di Forio, ndr), è invitata a fornire chiarimenti ed informazioni, facendo pervenire una relazione illustrativa, corredata dalla necessaria documentazione. Ai sensi dell’art. 6 comma 11 del d.lgs 163/2006, il termine per il riscontro è di trenta giorni dalla data di ricevimento della presente, quale attestato con il sistema della posta certificata o raccomandata”. Ovviamente i documenti e le cosiddette “memorie difensive” dovranno essere trasmesse alla sede dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e questo sarà un passaggio importante e determinante. Perché, detto per inciso, servirà a capire anche quanto Cantone ed i suoi saranno soddisfatti dalle risposte che riceveranno dal palazzo municipale di via Marina. Se le stesse saranno ritenute congrue ed esaustive, allora la faccenda sarà chiusa prima ancora di iniziare (fermo restando l’attività investigativa della magistratura partenopea, che camminando su binari paralleli potrebbe anche giungere a conclusioni diverse, anche se in casi del genere una “divergenza di vedute” avrebbe francamente del clamoroso), altrimenti la matassa potrebbe ulteriormente ingarbugliarsi con scenari che allo stato attuale è davvero difficile, se non addirittura impossibile, ipotizzare. Ovviamente l’Anac ha ricordato anche a chi di competenza “che l’inosservanza del termine di riscontro comporta l’avvio del procedimento sanzionatorio, nonché il deferimento al consiglio dell’Autorità per le decisioni relative all’acquisizione diretta degli elementi richiesti”. Ma ovviamente a questo non si arriverà di certo.

 

 

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