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Tutti i retroscena sui pozzetti “abortiti” alla Mandra

È stato, almeno fino a questo momento, uno dei casi più intriganti dell’estate 2017. E, se vogliamo, anche il primo incidente di percorso della nuova amministrazione comunale di Ischia, guidata dal sindaco Enzo Ferrandino. Alle spalle dell’operazione, come sussurrano dagli immancabili ambienti bene informati, c’è un ex consigliere comunale. Il quale adesso, eletta la sua consorte, dimentica di aver passato il testimone e a quanto pare continua ad assumere iniziativa col rischio però di prendere qualche scivolone clamoroso. E quello dei pozzetti sulla spiaggia dei Pescatori alla Mandra, obiettivamente, è uno di quegli infortuni dai quali bisogna leccarsi le ferite per diverso tempo. Tutto in un pomeriggio, montaggio e rimozione, roba che se non è da guinness dei primati ci manca poco.

Ma a distanza di qualche tempo, è opportuno addentrarci ulteriormente nei meandri di questa vicenda e capire esattamente come siano davvero andate le cose. Nel caso in questione, l’errore più evidente sarebbe stato quello di aver commissionato a Mario Verde la posa dei pozzetti senza che nessuno, nelle stanze di Via Iasolino (stanze dei bottoni, per intenderci, nel palazzo municipale per essere ancora più espliciti), ne sapesse nulla. Quando è esploso il bubbone, i Carabinieri di Ischia hanno convocato alla Mandra Marco Minicucci, il cui contratto è stato da poco trasformato da part-time a tempo pieno, e Giovanni “Puparuolo” chiedendo a entrambi chi dei due avesse autorizzato la posa. Puparuolo, raccontano le voci di dentro, se ne è lavato le mani, dicendo di non essere più il responsabile del demanio. Minicucci, che secondo alcuni pagherebbe l’inesperienza e la ferrea dedizione al lavoro a quel punto si è fatto carico di verificare cosa fosse accaduto e dunque di ricostruire gli eventi.

Ne è emerso che non è stato prodotto nessun atto di nessun genere. Quei pozzetti, insomma, sono stati un capriccio dell’ex consigliere comunale che evidentemente pensava così di ingraziarsi le simpatie degli abitanti della Mandra. A questo punto pare che siano state le stesse forze dell’ordine a consigliare o meglio ad intimare ai funzionari comunali di far sparire in fretta e furia i pozzetti, in alternativa sarebbero stati obbligati a notiziare la Procura della Repubblica. Ecco perché gli stessi, dinanzi ad una prospettiva tanto inquietante, sono scomparsi nello spazio di un “amen” per la gioia dei bagnanti che vissero un pomeriggio movimentato e a dir poco surreale. Ma passiamo alle dolenti note. La vera domanda alla quale nessuno sembra voler rispondere è un’altra: chi pagherà alla ditta che ha prima posizionato e poi rimosso i pozzetti il lavoro? Sarà il comune di Ischia – e di conseguenza i cittadini di Ischia – oppure chi materialmente ha commissionato i lavori? Ad Enzo Ferrandino l’ardua sentenza.

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