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Un anno di vita isolana, ecco la storia del 2019

Le conferme e gli eventi imprevisti nelle vicende politiche locali, ma anche l’inedita furia degli elementi naturali

L’anno che da poche ore è andato in archivio è stato comunque significativo per l’isola d’Ischia, con diverse conferme ma anche tante sorprese, e non sempre positive. Conferme sono venute dalla politica, con le elezioni a Casamicciola: una lunga partita a scacchi nelle settimane precedenti il giorno delle urne, dove a livello superficiale un osservatore disattento avrebbe potuto non vedere cosa covava dietro le quinte, fino all’uscita di Ignazio Barbieri e Loredana Cimmino dalla maggioranza, evento che ha movimentato gli ultimi giorni di campagna elettorale. Una campagna sulla quale a lungo ha aleggiato l’ombra di Giosi Ferrandino, che era sembrato in predicato di scendere nuovamente in campo in prima persona per concorrere a quella poltrona che fu già sua una quindicina di anni fa. Candidatura che poi non si è concretizzata: l’europarlamentare si è quindi limitato ad appoggiare quello che sembrava il più accreditato avversario del sindaco uscente, Giovan Battista Castagna.

Il resto è cronaca: la compagine guidata da GB ha trionfato in un’elezione dagli esiti davvero “bulgari”, con oltre milleduecento voti di vantaggio, guadagnandosi così la conferma per un nuovo quinquennio. Giosi ha comunque avuto a propria volta la sua conferma, alle elezioni europee: dopo aver fallito per un pugno di voti l’elezione del 2014, e aver subìto la bufera del processo Cpl Concordia fino all’assoluzione, l’ex sindaco di Casamicciola e di Ischia era comunque subentrato al Parlamento Europeo nell’ultimo anno della legislatura. Un anno che Giosi ha messo opportunamente a frutto, guadagnandosi quel credito che gli ha permesso di mantenere il seggio europeo, ma stavolta grazie al chiaro responso delle urne. Un risultato che lo proietta saldamente verso un lustro di permanenza a Bruxelles, sede strategica dove possono essere intercettate potenziali risorse anche per l’isola d’Ischia.

Una importante conferma, in un certo senso, c’è stata anche per il sindaco di Forio Francesco Del Deo. Dopo la rielezione di quasi due anni fa, nel 2019 il primo cittadino è stato nominato anche al vertice dell’Ancim, l’associazione nazionale dei Comuni delle isole minori. Un incarico niente affatto platonico, viste le crescenti difficoltà in cui si dibattono le isole dal punto di vista dei servizi essenziali: anche l’anno trascorso è stato un anno di passione sotto vari aspetti, dai trasporti alla giustizia, e Del Deo ha subito interpretato seriamente il nuovo ruolo, recandosi a Roma per dialogare con la presidenza del consiglio circa il mancato riconoscimento della parità di trattamento tra la nostra isola e le altre località italiane colpite da eventi sismici. Un tema che caratterizzerà a lungo l’azione amministrativa locale, anche nel nuovo anno. Così come sarà ancora di stretta attualità l’azione dell’avvocatura locale, in sinergia coi Comuni e con la stessa Ancim, per ottenere il riconoscimento della definitiva stabilizzazione del tribunale locale, che funziona poco e male. A febbraio è comunque atteso un nuovo giudice per il settore penale, dopo i lunghi mesi di sostanziale blocco delle udienze a causa dell’arresto del dottor Capuano.

Ciò che invece dodici mesi fa era ancora ben difficile anche solo da ipotizzare era la caduta dell’amministrazione di Giacomo Pascale a Lacco Ameno. Un anno fa il Barone era al culmine della sua popolarità, scaturita dall’oculata gestione delle limitate risorse che comunque avevano progressivamente portato il paese fuori dal dissesto finanziario e dal governo dell’emergenza-sisma (pur se molto meno grave rispetto alla vicina Casamicciola), assicurando l’ampliamento della pianta organica dell’ente, quando già si facevano largo le voci di un possibile ritorno del senatore De Siano alla candidatura di sindaco in ottica 2020. Ma quasi nessuno avrebbe immaginato che d’estate sarebbe scoppiata una crisi irrecuperabile, col gruppo di Pascale sotto assedio,e i fedelissimi del Senatore ormai prossimi a staccare la spina agli inizi dell’autunno. Il resto, con Giovanni De Siano pronto a smarcarsi da Carmine Monti e le possibili combinazioni elettorali in vista delle urne di maggio, sarà materia di questi primi mesi del 2020: si vedrà se Giacomo sarà davvero pronto a correre con una propria lista per tentare il bis, e se realmente il senatore De Siano scenderà in campo in prima persona, o se per l’ennesima volta preferirà dare fiducia a un componente del suo cerchio magico, come del resto lo erano stati in passato Tuta Irace e gli stessi Carmine Monti e Giacomo Pascale, prima delle puntuali “rotture”. Di certo, in una eventuale corsa a due tra il senatore e il barone, l’unico ad avere qualcosa (o tutto) da perdere, sarebbe il primo.

Il 2019 ha visto nei primi mesi anche la breve ma non troppo tranquilla “coabitazione” tra il commissario all’emergenza post-sisma, Grimaldi, e il suo successore, l’ex prefetto Schilardi, chiamato a guidare la ricostruzione. Un anno caratterizzato dapprima dai provvedimenti in materia di danni lievi alle costruzioni interessate dal terremoto, ma anche per i contributi in favore delle aziende danneggiate e dal piano stralcio per l’adeguamento degli edifici scolastici allo scopo di far continuare l’attività didattica senza ritardi, fino all’attesa ordinanza per la ricostruzione cosiddetta pesante, emanata a fine settembre dopo un lungo confronto con le amministrazioni locali. Un provvedimento che a sua volta ha accelerato l’esame delle domande di condono da parte degli enti, per ottenere il contributo alla ricostruzione.

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Tuttavia, mentre si parla di ricostruzione nell’impegnativo percorso di superamento del traumatico sisma del 2017, non si può dimenticare che l’anno appena trascorso ha messo ancora di più in evidenza la fragilità dell’isola di fronte a eventi naturali sempre più violenti. L’arrivo dell’autunno ha portato con sé mareggiate e nubifragi che hanno messo a durissima prova le infrastrutture locali. Già a novembre si sono susseguite le allerta-meteo che hanno preannunciato mareggiate in grado di distruggere gli arenili e danneggiare seriamente le installazioni portuali in quasi tutti i litorali dell’isola, ma anche le strade e i centri abitati. Se l’immagine di Ischia Ponte totalmente allagata con le barche scaraventate nelle strade del borgo è ormai diventata quasi abituale, negli ultimi mesi abbiamo assistito alla sempre più frequente alta marea che copre la riva destra, e alle onde che sono arrivate a distruggere le scogliere e le protezioni del lungomare a Casamicciola e a Lacco Ameno, al punto da determinare gravissimi disagi non soltanto ai collegamenti marittimi, spesso e volentieri sospesi per giornate intere, ma anche alla circolazione stradale, come è accaduto sulla Litoranea nei giorni immediatamente precedenti il Natale. A Santo Stefano, infine, la voragine apertasi sul lungomare di Forio ha suggellato l’infausta serie. Eventi che hanno spinto diverse amministrazioni isolane a chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale e dello stato di emergenza, mentre cresce la preoccupazione dell’industria turistico-balneare, che chiede interventi concreti e rapidi per rimettere in sesto le spiagge e gli arenili, gravemente danneggiati come le infrastrutture di diversi stabilimenti. Una sventura che mette a rischio sin da ora la prossima stagione turistica: le associazioni di categoria si sono mosse immediatamente per ottenere gli aiuti necessari dalla regione e affrontare sollecitamente il problema. Auguriamoci che, almeno sotto questo profilo, il 2020 porti una tregua.

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