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“Un Giorno All’improvviso” lo spettacolo di Eduardo Cocciardo in scena al Polifunzionale

dalla redazione

Ischia – Dopo il debutto nel maggio scorso al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli, con uno straordinario riscontro di pubblico e critica, e nel mezzo di una tournée di grande successo, che lo ha visto in scena, fra gli altri, al Molo Borbonico di Forio, nei prestigiosi contesti del Benevento Città Spettacolo e del Museo Nazionale di Napoli, che lo vedrà il 16 e il 17 novembre approdare nello storico Teatro Petrolini di Roma, e nel 2018 in altri teatri italiani, Un giorno all’improvviso – un amore contemporaneo, scritto, diretto ed interpretato da Eduardo Cocciardo con Francesca Stizzo, sarà ospite domenica 12 novembre alle ore 21 del Premio Aenaria, al Teatro Polifunzionale di Ischia, per la direzione artistica di Corrado Visone. Prodotto da Ugualos Produzioni, con le bellissime scenografie dell’artista napoletana Tatiana Taddei, Un giorno all’improvviso – un amore contemporaneo è un’opera chiaramente dedicata al più importante e sfuggente sentimento umano, l’amore appunto. Lo spettacolo si pone una domanda semplicissima, ma assolutamente fondamentale: in un’epoca che sembra non conoscere più valori, un’epoca di continue violenze, di vite e di amori interrotti all’improvviso per ignoranza, fragilità, superficialità, insicurezza, paura, squilibrio, cosa salveremo un giorno di ciò che chiamammo amore? E soprattutto, varrà davvero la pena, un giorno, crederci ancora? Il titolo, apparentemente giocoso, sembra nascere dalla passione per il Napoli Calcio, ma proprio perché si viaggia a mezza strada fra il senso di delusione che ti regala ogni amore finito male ed il senso di eternità che quel sentimento, soprattutto se vissuto in modo viscerale, si porta sempre dietro. Un giorno all’improvviso è uno spettacolo sulle psicosi dell’amore contemporaneo, sugli squilibri e le insicurezze di un mondo sempre più in bilico, dove sembra accentuarsi la genetica incomunicabilità fra dimensione maschile e femminile. Uno spettacolo sperimentale e classico allo stesso tempo. Con due soli personaggi in scena, Sara e Luca, imprigionati in una sorta di non-luogo e di non-tempo, come Vladmiro ed Estragone di Aspettando Godot, e costretti così a confrontarsi e scontrarsi sul vero perché li abbia fatti improvvisamente incontrare e poi, altrettanto improvvisamente, separare. Il palcoscenico è un po’ una gabbia che li taglia fuori dalla realtà. Niente telefoni, tv, internet, l’uomo e la donna sono costretti a comunicare davvero, come cavie di un esperimento scientifico. Spettacolo, come spesso accade nel teatro di Eduardo Cocciardo, fatto di contaminazioni di linguaggi: surreale, comico, tragico, letteratura, teatro di narrazione. Tutto questo per girare intorno ad un interrogativo che va molto aldilà delle crisi sentimentali: in un mondo che sembra aver portato all’eccesso la paura tutta contemporanea di amare, cosa dobbiamo farcene di questo straordinario sentimento, che invece di costruire la vita futura, sembra accartocciarsi ogni volta su se stesso, sgretolarsi, insabbiarsi, perdersi per farci perdere e lasciarci smarriti e svuotati a rincorrere continuamente risposte, proprio come vorrebbe l’altalenante realtà dei social e delle verità fini a se stesse? “Affrontare queste domande – afferma Cocciardo – non vuol dire semplicemente parlare d’amore. Non tocca infatti a me e al mio spettacolo spiegare cosa sia questo sentimento, dibattuto da secoli da più angolazioni. In un’epoca in profonda crisi, analizzare la difficoltà di credere profondamente all’amore, vuol dire affrontare temi che travalicano nel sociale, nell’ideologia, nella filosofia, nella psicanalisi e nella religione. Un giorno all’improvviso tenta di delineare un percorso emozionale che comprenda sia il pieno rispetto dell’altro/a, sia la grande utopia di realizzare un amore eterno. Una sorta di viaggio enciclopedico alla ricerca di un modo corretto di vivere l’amore, cosa che produrrebbe effetti importanti su tutta la vita sociale, perché vivere correttamente questo sentimento significherebbe imparare a vivere davvero con gli altri, rispettare le diversità e le differenze, permettendo all’intera società di crescere sul piano culturale, sociale, persino politico”. “E’ stato bellissimo incontrare il personaggio di Sara – ha dichiarato invece l’attrice Francesca Stizzo – All’inizio mi sembrava una nevrotica terrificante, una pazza assoluta…ma poi, piano piano, ho scoperto come nascondesse dentro di sé tutte le sfumature della donna: carnale, istintiva, passionale, folle, imprevedibile, ma anche profondamente razionale, calcolatrice, e poi confusa, smarrita, celestiale e bestialmente terrestre”. L’appuntamento è dunque per domenica 12 novembre alle 21 al Teatro Polifunzionale. Per info e prenotazioni 347-7569844/342-3763354.

 

 

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