CULTURA & SOCIETA'

Un nuovo luogo di cultura nel giorno dedicato alle donne

L’inaugurazione della biblioteca a Serrara Fontana e la panchina rossa in località Noia a rafforzare nel Comune montano il valore simbolico e non solo di una giornata da celebrare e preservare

DI ARIANNA ORLANDO

“Chissà, chissà domani/su che cosa metteremo le mani/se si potrà contare ancora le onde del mare” cantava Lucio Dalla e non sapeva che in data 8 marzo, in un paese piccolo piccolo come il mondo, si sarebbero accese le luci di una nuova biblioteca e si sarebbe slacciato un filo rosso su una panchina d’autore. Però lo sapeva di sicuro Lucio Dalla che cantava “e chissà come sarà LUI domani/su quali strade camminerà e cosa avrà nelle sue mani/le sue mani” che “si muoverà e potrà volare/nuoterà su una stella” a patto che ci siano più panchine d’autore slacciate dai fili rossi e più biblioteche. La biblioteca comunale in località Fontana è un luogo insospettabile: come una matrioska la piazza Arturo Trofa contiene il controverso e dibattuto Polifunzionale che, avvolto da un clima bianco latte e da una certa linearità delle forme anatomiche dell’edificio, contiene le scale e l’ascensore tramite cui si arriva a un certo punto di fronte a questa porta trasparente che reca la scritta “Biblioteca comunale di Serrara Fontana”. E la biblioteca è un piccolo inserto odoroso di polpa di legno invecchiata, di inchiostro disteso, di mobili lucidi. Abitata da tomi più antichi e più moderni, la biblioteca è un luogo simbolicamente vecchio e nuovo che possiede il senso dell’albero che cresce perché se da un lato si ancora al terreno delle conoscenze già avute come radice solida, dall’altro si protrae verso l’esterno di quelle ancora non raggiunte.

Significativa, emblematica, simbolica e giusta la scelta di collocare nella giornata internazionale della donna l’inaugurazione del luogo “di culto” più laico possibile in quanto riteniamo a ragione che la cultura sia quanto di più eticamente “comune” possibile e privo in sé di determinazioni suscettibili alle dinamiche del “tu”, “io”, “lui”. In un secolo che prometteva di essere un nuovo secolo per tutti in cui forse immaginavamo che la donna avrebbe solennizzato di diritto la legittima parità all’alter maschio, in verità, esistono ancora le necessità di ribadire questa verità. In un secolo in cui, grazie alla globalizzazione, mangiamo gli hamburger come gli americani e adoriamo i nostri Levi’s e cantiamo in spagnolo le canzoni di una Shakira colombiana e mangiamo sushi ma anche thailandese, non abbiamo ancora globalizzato l’equità. Quindi perdonateci se celebriamo tanto lungamente e in modo tanto lusinghiero l’approdo a questo porto del mondo, come è Fontana, di una biblioteca: tempio in cui i libri sono divinità uguali che si dispongono da pari a pari lungo scaffali privi di gerarchie.

L’evento sarebbe particolarmente importante già se fosse solo illustrato così e invece è stato contornato da un particolare avvenimento: accennavamo già precedentemente che è stata sciolto dalle mani del sindaco Irene Iacono la panchina d’autore nella piazza di Noia realizzata dalla giovanissima Rossella Pia Trofa. La panchina è stata vestita di rosso e dipinta da un volto di donna e reca su di sé un messaggio importante “l’amore non ti alza per mano ma ti prende per mano”. Alla presenza delle autorità comunali e degli esponenti di numerose associazioni attive sul territorio, è stato possibile coadiuvare l’intenso valore creativo di un’opera forgiata da una ragazza giovanissima a quello etico e sociale del suo messaggio. Le stesse autorità e gli stessi esponenti hanno partecipato inoltre alla maratona di lettura “donna e libro”, di cui menzioniamo una frase estratta da una poesia cilena che dice “sono nata cento anni prima di te ma nonostante questo ti vedo uguale a me”.

“Donna e libro” sembrano due termini intrecciati, due volenterosi esempi di affermazione dal momento che l’uno e l’altro lottano rispettivamente nel magma del patriarcato e del multimediale per affermarsi e dire “ci sono anch’io”. E non occorre essere femministi per dirlo e non occorre essere nemmeno librai.

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