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Un patentino per diventare “legale” fungarolo e difendersi dal pericolo di avvelenamento

Il patentino, ossia la “licenza” per inoltrarti nelle boscaglie della Falanga o fra i castagneti di Fiaiano e del Cretaio o meglio ancora nel rimboschimento di Casamicciola, della Falangha e in qualsiasi altro posto ci si voglia avventurare, onde scoprire i famosi funghi di ottobre, quelli buoni naturalmente, è il “documento”  necessario per diventare un “fungarolo” riconosciuto. Sull’isola chi va per funghi si ritiene un esperto e il più delle volte, specie quando è stato più fortunato di altri, mostra con orgoglio la gran quantità di funghi raccolti. C’è chi sostiene di averne raccolti un furgone intero in una sola mattinata. Sui rischi e i pericoli e su come raccogliere i funghi buoni, lo spiega un esperto provetto, uno studioso del cosiddetto organismo, l’ischitano Valerio Mazzella che il 28 e 29 ottobre sarà a Portoci con una propria relazione alla mostra micologica nella Villa Fernandez. “Anche quest’anno,   dichiara Valerio Mazzella, sarò presente alla tradizionale mostra micologica di portici. Invito tutti gli appassionati a fare un salto perchè è un evento unico, per poter incontrare i migliori micologi della Campania e togliersi tutti i dubbi in materia micologica.

Quando si parla di funghi sono tutti professori, fino a quando non si ritrovano all’ospedale, o peggio ancora, fino a quando non mandano all’ospedale terze persone. Che lo si voglia o no, la scienza della determinazione tassonomica dei funghi è strettamente connessa a quella dell’alimentazione degli stessi. L’appuntamento di Portici, comunque, sarà  per quegli ischitani appassionati di funghi che vi vorranno partecipare, l’occasione di passare due giorni diversi e di imparare davvero qualcosa in più sui boschi e sui funghi stessi. Si parlerà dei “ Funghi della Campania” e naturalmente dei funghi anche della nostra isola.    Il patentino è una misura necessaria perché ogni anno i casi di avvelenamenti da funghi sono numerosi, proprio a causa della grande difficoltà di riconoscere quelli buono da quelli cattivi. ”In certi casi – spiega Valerio Mazzella – le differenze sono minime e solo guardando alcuni particolari se ne comprende la natura”. Ma non è solo questo l’errore – benché gravissimo – a cui si può incorrere andando a funghi. “La prima cosa che non bisogna fare, spiega ancora Valerio Mazzella, è distruggere i funghi che non sono buoni da mangiare, dunque velenosi.

E’ comprensibile che qualcuno ritenga di fare un’operazione di prevenzione distruggendo questi funghi, perché in questo modo toglie la possibilità a chi passa per il bosco di cadere in errore e raccoglierli. Ma questo comportamento può alla lunga risultare negativo per l’intero ecosistema del bosco, in quanto i funghi, tutti i funghi anche quelli cattivi, svolgono una funzione importantissima per l’equilibrio del suolo. Vediamo perché: i funghi svolgono una funzione saprofita questo significa che vivono a spese di organismi morti e sostanze decomposte o in via di decomposizione che si trovano nell’humus del terreno o sui tronchi degli alberi, o sui rami spezzati e caduti. Con questo “lavoro da spazzini” i funghi contribuiscono alla loro decomposizione di questa materia organica, restituendo così al terreno i sali minerali che lo renderanno fertile e ricco. E questa ricchezza significa anche abbondanza di funghi. Quindi per intenderci se noi distruggiamo una grande quantità di funghi, benché velenosi, di anno in anno il suolo impoverirà e in quel bosco non cresceranno più né funghi cattivi, ma nemmeno buoni. Un’altra funzione dei funghi è la simbiosi. I migliori boschi da frequentare sono quelli composti di castagni, querce e erica. Nei boschi di castagni si possono trovare prevalentemente funghi porcini di colore chiaro. Invece nei boschi di querce ed erica è più facile trovare i “porcini neri”, quelli più agognati di tutti!

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