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Un tuffo nel passato dell’isola, tra i giornali dell’emeroteca Giuseppe Valentino

di Isabella Puca

 

ISCHIA – “Un banco vuoto – il 2° della prima fila – nell’aula della seconda media, sezione O della scuola statale Giovanni Scotti e tanti occhi luccicanti. Così alla ripresa delle attività scolastiche, docenti e studenti hanno voluto ricordare l’assurdo sacrificio di Federica, la piccola cara Federica Taglialatela, un fiore spezzato nel gambo dalla bestialità umana. Nessuno è andato a sedersi a quel posto, Federica sembrava essere ancora lì, allegra e spensierata, diligente e ordinata a seguire le lezioni, pronta ad alzarsi per rispondere alle interrogazioni. Un banco muto, una commozione diffusa, un rimpianto greve, un odio profondo verso la malvagità degli uomini che seminano morte e terrore in maniera così indiscriminata e pazzesca”. Inizia così l’articolo “Federica un fiore reciso” pubblicato su “Il Gazzettino” poco dopo la strage del rapido 904. Non c’è firma, ma ci sono i messaggi che le compagne dedicarono alla loro amica e un disegno di Federica contro la violenza. È questo solo uno dei preziosi giornali conservati nell’emeroteca dedicata alla memoria di Giuseppe Valentino dai figli Benedetto ed Elio Valentino. Situata in pieno centro del comune di Ischia, al pianterreno di palazzo Ruopoli, uno dei più antichi del nostro corso, custodisce una ricchezza di testimonianze di carta che molti, tra giornalisti e appassionati collezionisti stanno contribuendo ad accrescere. «Abbiamo sempre pensato di mettere su un’emeroteca- ci racconta Elio – dopo varie richieste al Comune, alle quali però non abbiamo mai ricevuto risposta, abbiamo pensato di fare tutto da soli. Qui dentro c’è la nostra collezione privata e sono tante le famiglie che vogliono donare le loro». Tra i giornali più antichi ne troviamo alcuni del 1803, grandi fogli ormai ingialliti ricolmi di notizie, dalla cronaca al costume.  Tra questi alcune copie del “Monitore Napoletano” una pubblicazione periodica della Repubblica Napoletana e “Il regno delle due Sicilie”, tutti i giornali appartenenti alla collezione di famiglia dei Valentino in cui si parla di Ischia. Nella “Libertà Cattolica” del 1884 in prima pagina si legge del colera; è appena un anno dopo il terremoto che distrusse Casamicciola e molti di questi giornali riportarono tra le loro pagine quel terribile avvenimento per la sottoscrizione di una raccolta fondi destinata proprio ai terremotati. Le edizioni di lusso costavano 100 Lire, quelle correnti appena 50 Lire. Nell’emeroteca dei Valentino trovano spazio anche le prime uscite de “Il Roma” e de “Il Mattino”, due dei quotidiani più letti sulla nostra isola, così come anche degli stralci di romanzi come “La rocca d’Ischia” romanzo storico in cui l’isola appare protagonista. Tra le esclusive, invece, c’ è “Paris Ischia” un periodico illustrato davvero antico. “Prima dell’attuale conflitto l’isola d’Ischia, la maggiore isola partenopea per estensione e per numero di abitanti, era collegata al continente da ben otto corse giornaliere, di cui sei gestite dalla S.P.A.N. e due gestite dalla società Monti e C. Il movimento giornaliero dei viaggiatori isolani si aggirava intorno al migliaio, cioè a una percentuale del tre per cento sulla popolazione”. Si legge così in un articolo dal titolo “Isolani o isolati?” pubblicato su “Ischia Nuova” settimanale d’interesse pubblico, dell’ 11 dicembre del 1943. Sfogliando molti di questi giornali così lontani nel tempo ci si rende conto che i temi di cui si discute sembrano essere sempre gli stessi, e pare quasi che l’isola di oggi sia la stessa di sempre. Il traffico, gli errori della politica, le corse marittime che scarseggiano o le polemiche per l’apertura di un night come quello situato su al Castello Aragonese.  “Un anacronistico night club – si legge – sugli spalti del Castello Aragonese in barba al buon gusto Petti e Del Piero riescono a creare sul Castello un night e una trattoria, chi ha avvallato questo scempio resta muto come un pesce, la lettera di protesta di Federico De Angelis”. E ancora di Ischia Ponte si parla in un articolo dal titolo “Ischia Ponte settimo comune”. La firma questa volta è recente ed è quella di un giovanissimo Gianni Vuoso che scrive “dovete sapere che Ischia Ponte, in periodo elettorale costituisce la rocca forte di molti  esponenti politici di Ischia[…]Strade, marciapiedi, porti, porticciuoli, mare, monti e cielo: champagne!”

 

È incredibile notare come uno degli argomenti sia già quello delle troppe auto che affollano l’isola d’Ischia. In un articolo dal titolo “La vera Ischia non esiste più” pubblicato su “La tribuna sportiva” da  Giuseppe Silvestri si legge: “Luglio agosto 1970: oltre 40 mila automobili ad Ischia, senza contare le centinaia di motociclette di grossa e piccola cilindrata che in continuazione sfrecciano per le strade dell’isola con rumori assordanti. A queste si aggiungono le centinaia di furgoni, camions. Strade continuamente intasate dal traffico: impossibilità di muoversi liberamente senza correre seri pericoli da parte dei pedoni nelle vie principali dell’isola”. Nel suo articolo si parla di costruzioni abusive, di fogne che sversano a mare e di  spazzatura radunata in uno degli angoli, che ancora oggi, è tra i più belli dell’isola: Zaro. E tutto questo non sembra poi così lontano dalla storia più recente. I fogli di giornale sono ormai ingialliti, ma sembra di trovarsi ancora dinanzi all’attualità. Su “Cronache dei due Golfi” sono una marea le notizie relative all’isola d’ Ischia recuperate da giornalisti sparsi su tutto il territorio, una reperibilità totalmente diversa da quella odierna. C’è spazio per parlare anche di costume in un articolo dal titolo “L’ultimo bikini” si legge che a Capri e Ischia solo un paio di straniere hanno mostrato il busto, notizie, queste, davvero d’altri tempi.  Si legge, ancora, nel 1966 dell’Apertura dei Giardini Poseidon, a scriverne è proprio Giuseppe Valentino e il giornale è il “Corriere dell’isola d’Ischia”, periodico d’interesse isolano diretto da Pino Buono e Antonio Lubrano. Sulla Tribuna dell’isola d’Ischia troviamo una notizia relativa all’apertura del liceo scientifico sull’isola, “abbiamo atteso circa 15 anni per avere un decente istituto di Liceo Classico, poi dopo tanto tempo mancano le aule, gli studenti sono troppi, manca un po’ tutto[…]. È bello dire: a Ischia abbiamo l’artistico, lo scientifico e il classico ma non altrettanto lo è dire: però gli studenti stanno fuori perché mancano le aule o mancano i banchi!”. E si legge di Cioffi, di Di Meglio, due dei giornalisti che hanno dato innovazione alla stampa ischitana, e ancora, di temi che ricorrono ancora oggi come la spinta verso il turismo invernale e, addirittura, il comune unico. “Soltanto con l’unità amministrativa dell’isola si possono bruciare le tappe per la soluzione dei problemi isclani”, era il 30 ottobre del 1960 e ad oggi ancora se ne discute senza che nulla sia cambiato. In una pagina del 1964 leggiamo che la DC è in crisi e che con una ultimissima lettera prima di andare in stampa Telese comunica di essere il nuovo presidente dell’Evi. Una sezione è poi dedicata a Chiacchiere e inciuci, “Corre voce che l’ingegnere Ercole Lauro stia comprando un grande veliero perché stanco di navigare nel limite delle 30 miglia orarie. Speriamo che questa voce prenda consistenza”. Nei giornali di epoca fascista si parla della difesa della vite o ancora in un trafiletto Buonocore dà notizia di un bando di concorso indetto dall’Antoniana per una monografia intorno l’isola; 2700L lire per il migliore. Nell’emeroteca dei Valentino trova spazio anche la storia più recente come quella rappresentata da Ischia gratis, che i più di sicuro ricorderanno come il giornale nel quale s’inviavano messaggi d’amore, sostituiti poi dagli sms. Presto arriveranno tutte le copie de Il Golfo, de il Dispari e di Ischia City. Allora sì che la raccolta sarà completa e l’emeroteca potrà finalmente essere inaugurata. «Sono stato colpito piacevolmente da tutte le persone che fanno già questo mestiere o che nel passato l’hanno fatto. Nel atto di donare qualcosa che è legato alla loro vita professionale, troviamo il senso del fare quest’emeroteca aperta al pubblico. Il nostro scopo – ha concluso Elio Valentino – è, infatti, di rendere fruibile l’emeroteca a tutti, aspettiamo di completarla di arricchirla e di raccogliere, catalogare ciò che molte famiglie vogliono donarci. La strada è ancora lunga, ma l’entusiasmo di far conoscere questo patrimonio, non solo ai nostalgici, ma anche e soprattutto alle nuove generazioni, è davvero tanto».

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