CULTURA & SOCIETA'

“Una bimba cambierà il mondo”, oggi si celebra la giornata mondiale delle api

Un’apilcotrice ischitana e il suo racconto che dovrebbe far riflettere: accompagnato da una testimonianza quanto mai significativa vista la ricorrenza del 20 maggio

DI RAFFAELLE SCOTTI

Ammiro da tantissimi anni le Api, in particolare l’Apis Mellifera, le studio e ora da Apicoltrice le vivo e le lascio vivere nella maniera utilizzata migliaia di anni fasull’isola. Contenta della scelta fatta, posso solo apprezzarle ora ancora di più. Sull’ape sono stati usati più vocaboli al mondo, negli studi da Plinio il Vecchio a Charles Darwin, nella letteratura, dagli scienziati, fisici, matematici,ingegneri, architetti, medici, filosofi, sociologi. E umilmente datemi il vostro permesso di esprimere anche il mio pensiero, difficile da dare in breve,perché questo insetto crea quasi TUTTO. E’ come riprendere la frase lapidaria latina “UNA APIS NULLA APIS”. Ovvero una sola ape non spiega cosa sia l’ape. Bisognerebbe seguirla fin dentro il proprio alveare e capirne il suo ruolo incastrato in un puzzle perfetto con tutti gli altri individui. E’ come se dovessimo spiegare da un’ unghia l’essere umano oppure da una squama capire cosa sia un pesce. Si pensa che uno dei grandi problemi per l’ape sia un acaro che attenta alla sua vita “la VarroaDestructor”, ma è molto più triste non poter far nulla verso la nascita e la crescita di un’ altra specie più letale:

“L’HOMO DESTRUCTOR”

Molte telefonate ci sono pervenute in questo periodo per recuperare sciami su alberi o nelle mura di case e molte situazioni si sono aperte ai nostri occhi. Persone che hanno bruciato tutto pensando fossero vespe, buttato insetticidi facendo perire anche l’ape Regina oppure riscattato la proprietà di tutto quello che fosse trovato nel muro, cera, miele e api senza neanche un barlume di idea di cosa stessimo parlando. La forza e le difficoltà che affrontano nel ricostruire da zero un alveare è enorme e noi messi sempre ideologicamente al vertice della catena alimentare pensiamo che anche le api siano al nostro servizio e qualsiasi cosa ci dia il diritto di togliergli tutto e subito. L’ultima telefonata ricevuta ieri ha riacceso quella speranza che divampa il cuore. Una bimba di tre anni e mezzo, Caterina, mi chiede di salvare una singola ape senza un’ala. Spesso con lei ed altri bimbi racconto della natura e di quanto siano importanti questi insetti e della loro stupenda vita che svolgono tutte assieme. Salvare quell’ape per lei era una cosa importantissima e siccome pone in me grande fiducia non l’ho voluta deludere, anche se la realtà in questo caso era ben chiara e l’ape ormai destinata al suo tramonto. Nascondendole per un attimo la verità per non ferirla, le ho detto che forse era troppo stanca per volare e il vento forte di questi giorni l’avrà fatta sbattere contro un albero e perdere l’ala! Le ho detto di darle un po’ di acqua e zucchero e che l’indomani sarei andata a prenderla e portarla dalla sua famiglia.

La bimba sa essere intelligente molto più di tanti adulti.Essere intelligenti non significa risolvere con successo situazioni e problemi nuovi spesso equiparandola parola alla furbizia ma “Intelligentia” deriva dal latino “Legereintus”, cioè leggere dentro ,leggere oltre la superfice oppure “legere inter “(tra) ovvero leggere tra le righe . Quindi a lei è apparsa subito chiara la situazione e rivolgendosi alla mamma le ha detto : “Se muore dobbiamo metterla in un posto da poterla ricordare”. Ecco una piccola bimba ha capito una cosa fondamentale: bisogna vedere dentro le cose per capirle e non dimenticarle se sono di grande esempio per noi. Anche se questa singola ape è morta la sua famiglia,chissà dove, sta continuando a vivere e il ricordo si rafforzerà in lei al punto da farla diventare un adulto diverso.

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Nella famiglia delle api esistono tre figure:l’ape regina, che alla fine non comanda ma insieme alle operaie sue figlie prende decisioni. Le operaiesvolgono il grosso del lavoro alla perfezione senza mai lamentarsi. Non nascono con un singolo ruolo ma li svolgono tutti o quasi,intercambiandoli se dovesse essere necessario, caratteristica unica nel genere animale al contrario delle formiche che nascono con un ruolo specifico fino alla fine o guardiane o nutrici ecc Le api operaie puliscono le celle , alimentano la covata, nel caso di bisogno la riscaldano con il proprio corpo o la raffreddano ventilando con le ali, alimentano l’ape regina con gelatina reale, svolgono il ruolo di spazzine di api morte,immagazzinano miele e polline ,producono cera, sanificano l’alveare con propoli, veleno , fanno la guardia contro tutti i possibili attacchi e nel finire della loro breve vita ( api primaverili 40 giorni) suggono il nettare dai fiori per produrre miele. I fuchi,figli maschi della regina, servono principalmente per l’accoppiamento in volo di altre regine proseguendo e miscelando il patrimonio genetico e ultimamente si è scoperto che ricoprono ruoli importanti per la sopravvivenza della famiglia.

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Mentre altri insetti impollinatori sono ancora a cercare di costruire la loro piccola famiglia già dal mese di Gennaio cominciano le nascite nell’ alveare e ai primi fiori che spuntano, la Regina manda UN ESERCITO DI PACE fatto da decine di migliaia di api pronte all’impollinazione; come direbbe il presidente Conte “UNA POTENZA DI FUOCO!” Ma questa volta a tale promessa segue certezza di azione. Un esercito di pace perché non arreca danno alle piante e ai fiori che visita, anzi rende possibile la nascita dei frutti poi dei semi e di nuovo dei fiori. Alla fine in una stagione le api di un singolo alveare avranno visitato 15 miliardi di fiori. La sciamatura è il modo di riprodursi della famigliaed è uno degli spettacoli più potenti ed affascinanti della natura. Bloccare questo momento è pericoloso per la sopravvivenza di tutti.Forse ultimamente scegliendo luoghi troppo vicini all’essere umano hanno voluto attirare su di esse un po’ più di attenzione facendoci capire quanto spazio abbiamo sottratto alla natura e forse spinti dalla curiosità di conoscerli potremmo proteggerli meglio per vivere altrettanto bene anche noi.

La loro struttura eusociale così perfetta e complessa si è evoluta nel corso di molti anni, con l’esattezza 100 milioni, ma solo negli ultimi decenni è messa alla prova la sua sopravvivenza e quindi la nostra. Bisogna difendere questo insetto non solo perché ci offre prodotti introvabili in natura: Miele , cera, propoli veleno, ma perché tutta la vita dipende da loro e che mai potrà essere sostituita da piccoli computer volanti. Il 75% di quello che mangiamo è prodotto grazie all’impollinazione delle api compreso l’allevamento delle carni, che in termini economici creano un patrimonio di miliardi di euro gratuitamente. Senza di loro i tessuti come il lino e il cotone verrebbero a mancare. Senza di loro i biogas prodotti da oli vegetali come il girasole, la colza smetterebbero di essere prodotti. Senza di loro NOI NON POTREMMO RESPIRARE perchè grazie alla riproduzione delle piante abbiamo il giusto apporto di ossigeno nell’ambiente. Un ruolo quindi insostituibile.

Il cambiamento climatico e molti altri problemi stanno rischiando di farli scomparire e allora siamo tutti chiamati a fare qualcosa con alcune scelte. In primis si dovrebbero acquistare prodotti ecosostenibili dove non viene sfruttato il territorio, scegliendo cibo di stagione e possibilmente locale. Eliminare l’uso dei pesticidi per far tornare in vita tutta la catena degli insetti antagonisti e noncome farfalle coccinelle afidi ecc Limitare il consumo del suolo cercando di non utilizzare tutto per monocolture intensive distruggendo la biodiversità di un luogo lasciando strisce di terra dove far crescere fiori spontanei. Sui balconi piantare cibo per le api con i fiori e nei giardini con prati inglesi lasciare sempre dei bordi naturali. Utilizzare dove possibile i Beehotel o materiali come canne per le api solitarie, che concorrono al grande servizio di impollinazionee se proprio dobbiamo fare una guerra facciamola con le bombe di semi. Alla fine la ricchezza di un territorio con la propria biodiversità ricca di odori vitamine Sali minerali la si può ritrovare in un vasetto. Come l’Italia e la comunità europea sono obbligati nel concreto alla difesa di questi apoidei e ai controlli dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole ,anche gli apicoltori di oggi sono chiamati ad una maggiore conoscenza e rispetto dell’ape perché primi a difendere questo animale e non solo a sfruttarlo. Sono chiamati al rispetto delle leggi dichiarando i propri alveari e utilizzando in modo corretto tutto quello che viene a contatto con le api.Un’ape crea un territorio e un territorio crea le api. Ogni sottospecie si è adattata al proprio luogo, al clima e alle varietà di fiorie noi apicoltori siamo tenuti a conservare gli anni di questa selezione naturale. Infine siamo tutti collegati tramite il volo dei fuchi , le sciamature ecc. e il rischio di portare con sé patogeni e gravi malattie in altri apiari è concreto. Come al solito siamo sempre sulla stessa barca e solo se si rema nella stessa direzione potremo vedere …TERRA , si ma UNA TERRA NUOVA.

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