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IERI DOMENICA DEL SIGNORE LA CHIESA HA BLOCCATo I RITI DI SAN BIAGIO

La chiesa di Ischia e non solo, ha festeggiato ieri 2 febbraio la Candelora mentre  domenica 3 febbraio  ricorrenza di San Biagio ha  bloccato tutti i riti del Venerato Santo Vescovo che sana i  mal di gola per dare la precedenza alla Domenica del Signore dove i santi per “regolamento” fanno un passo indietro. Due attesi eventi religiosi, uno rispettato e l’altro annullato, legati fra loro dal significativo simbolo della candela. Per la Candelora, le candele c’entrano per il rito della loro benedizione e simbolo cristiano quale “Viva luce per illuminare le genti”, ma anche quali “fiaccole accese, come simbolo di luce e benevolenza divina”. Per San Biagio invece le candele hanno un significato d’affezione irrinunciabile, perché vengono usate per il sacro rito della benedizione della gola e della guarigione invocata per intercessione del Santo miracoloso. Quindi clima di festa fra i cattolici dell’isola, che in occasione però delle sole  ricorrenze della candelora e della giornata mondiale della vita consacrata,  in gran numero hanno affollato per la speciale occasione della visita pastorale del V escovo Lagnese, la Chiesa Parrocchiale di Piedimonte , dove dapprima ha avuto  luogo la Festa della Presentazione del Signore con l’ora di adorazione, animata dalle Suore  della Diocesi isolana. Dopo di che, si è proceduto  alla benedizione delle Candele. La serata liturgica, si è conclusa con la celebrazione di una Messa solenne  presieduta dal Vescovo di Ischia  Sua Ecc.za Mons. Pietro Lagnese. Quindi, Candelora festeggiata e San  Biagio rimandato, tra manifestazioni di fede ed esempi di tradizione popolare  che intrecciandosi, hanno fatto  dei  due eventi, ma più quello della Cancelora , appuntamenti di ritualità religiosa intensamente vissuti. Nella ruota dell’anno, la Candelora è una sorta di porta tra l’inverno, oramai incamminato verso la sua conclusione, e la quasi vicina  primavera, almeno qui da noi, nonostante il tempo non proprio  bello di questi giorni. È il periodo adatto ai riti propiziatori per attirare fecondità e fertilità, riti che saranno determinanti per l’annata agricola che si avvicina. Le origini della Candelora vanno ricercate nelle antiche celebrazioni italiche, legate soprattutto alle divinità romane. Nella Roma antica il mese di febbraio era un momento contrassegnato dal caos, dal rimescolamento tra vecchio e nuovo e non a caso è ancora oggi legato al Carnevale, che lo avremo coincidenza strana il 5 marzo prossimo, ricorrenza del Santo Patropmno e concittadino San Giovan Giuseppe della Croce. Alla Candelora sono legati vecchi riti osservati sull’isola dalle donne del primo novecento. Si racconta che in abitazioni di famiglie timorate di Dio del centro storico di Ischia Ponte e di Forio, nel giorno della Candelora la donna più anziana di casa, girasse per le stanze con una candela bianca accesa fra le mani per la purificazione della  casa stessa e per la invocazione della luce sull’ambiente familiare. Il 2 febbraio, festa della presentazione del Signore al Tempio, è stata anche la 23esima Giornata Mondiale della Vita Consacrata ( in crisi generale) comparsa nel programma della Diocesi. E’ stata la festa che il popolo di Dio ama chiamare la Festa della Candelora. Maria e Giuseppe, portando Gesù Bambino al Tempio per offrirlo al Signore, dopo quaranta giorni dalla nascita, incontrano anche  il vecchio Simeone, che, mosso dallo Spirito Santo, profetizza sul Bambino dicendo “i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele”.  La luce viene simboleggiata con la luce delle candele che vengono benedette in questo giorno per la processione, a significare come ogni battezzato risplende della luce di Cristo nella misura in cui  apre la sua mente e il suo cuore per  accogliere la Parola di Gesù che è il Vangelo e lo mette in pratica, così che la vita del cristiano diventa la vita di un figlio della luce e non delle tenebre! La Candelora viene celebrata anche nella tradizione laica, ed alcuni studiosi sostengono che si tratti di una festività che ne sostituisce di una preesistente che si chiamava Imbolc nella tradizione celtica, e che rappresentava l’ideale passaggio tra l’inverno e la primavera ossia tra il momento di massimo buio e freddo e quello del risveglio e della luce. La Candelora, si colloca a metà inverno nel tempo astronomico e coincide nel ciclo agreste/vegetativo con la fine della stagione invernale e l’inizio di quella primaverile; il più famoso detto popolare infatti recita: “Quando vien la Candelora de l’inverno semo fora; ma se piove o tira il vento de l’inverno semo dentro.” Questo indica che se il giorno della candelora si avrà bel tempo, (ieri a Ischia non  ha piovuto) si dovranno attendere ancora molte settimane perchè l’inverno termini ed arrivi la primavera. Al contrario, se il giorno della candelora fa brutto Yieri tanto brutto non è stato), la primavera è in arrivo. Questo passaggio  dall’inverno alla primavera viene celebrato attraverso la purificazione e la preparazione alla nuova stagione. A Ischia da sempre il detto più ricorrente è sempre stato “A Cannelora, Estat Rint e Viern Fora”., quando naturalmente le condizioni del tempo non contraddicono la saggezza popolare.

                                                                                           antoniolubrano1941@gmail.com

 

 

 

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