POLITICA

Una “sudata” e tanti dubbi per mandare a casa Ciro Cenatiempo

ISCHIA – Quando si parte l’impressione è che il leit motiv non si distacchi più di tanto da quello dei consigli comunali più delicati degli ultimi mesi, di quelli dove i giosiani sono capaci di esibirsi in manifestazioni di masochismo e dunque di incartarsi con le loro mani. Anzi, stavolta siamo davanti ad un doppio incartamento. Sembra tutto facile, in fondo c’è da votare soltanto l’ineleggibilità di Ciro Cenatiempo eppure la macchina stenta a mettersi in moto. Inizialmente i lavori sono stati aperti con insolita puntualità ma a causa dell’assenza dei consiglieri di minoranza sono stati procrastinati alle 19. Può succedere, soprattutto quando negli ultimi anni un po’ tutti – addetti ai lavori e non – sono stati abituati almeno alla cosiddetta “ora di tolleranza”. Poi una volta ripresi i lavori, con il civico consesso riunito al gran completo (tutti presenti e nessuna defezione) ecco che arriva la richiesta di Carmine Bernardo sulla delibera che dovrebbe mandare a casa proprio il Cenatiempo, che è priva di pareri, necessari nel momento in cui l’architetto, una volta escluso, potrebbe fare ricorso in sede giudiziaria con tutte le conseguenze che ne scaturiscono. A quel consiglio i lavori sono stati sospesi per riprendere alle 19.40. Insomma, è bastato un Bernardo a mezzo servizio per stendere un’intera maggioranza…

Quando si riprende trascorrono venticinque minuti per leggere un parere – si esibisce il segretario comunale Giovanni Amodio – che però non riguarda la delibera ma la replica alle controdeduzioni fornite da Ciro Cenatiempo. Ne nasce una prima bagarre, perché i consiglieri di minoranza lamentano che questo parere non era allegato alla proposta di delibera e che dunque gli stessi non hanno avuto il tempo di leggerlo e studiarlo ma soltanto di leggerlo. A questo punto il segretario viene compulsato e posto dinanzi ad un inquietante interrogativo: la delibera può essere votata oppure no? Una domanda evidentemente da un milione di dollari, si è vero che lo stesso Amodio decide di concedersi una “pausa di riflessione” dietro le quinte. E così, tra una cosa e l’altra, la sala consiliare diventa una sorta di salotto in cui tutti discutono del più e del meno. Il discorso riprende e con lo stesso l’interminabile “tiritera” sulla proponibilità o meno della delibera e così tra maggioranza e opposizione, e naturalmente segretario comunale, i conti proprio non tornano. Enzo Ferrandino prova a fare chiarezza spiegando che la discussione di ieri sera era la prosecuzione del consiglio di un mese scorso, quando proprio Cenatiempo gli subentrò in consiglio dopo la sua investitura a vicesindaco. Ancora una volta viene tirato in ballo Amodio cui viene chiesto in maniera perentoria se ci sono i presupposti giuridico-legali per continuare i lavori, ma non arriva una risposta netta.

La matassa sembra dipanarsi quando per la maggioranza prende la parola il capogruppo del Pd, Pasqualino Migliaccio, il quale propone di votare una delibera con la quale si sottolinea che a carico di Ciro Cenatiempo c’era una palese ineleggibilità già nel momento in cui presentò la sua candidatura alle elezioni amministrative del 2012 e che la stessa non fu rimossa, chiedendo dunque nel contempo di dichiararlo decaduto dall’assise consiliare. Non solo Migliaccio aggiunge anche che si terrà un nuovo consesso il prossimo 26 ottobre per procedere alla surroga con il primo dei non eletti nella lista Ischia Democratica (Antonio Piricelli, ndr). Alla fine è proprio questa la delibera che si mette ai voti: la maggioranza vota compatta e stavolta si accoda anche Gigi Mollo, votano contro ovviamente lo stesso Cenatiempo, poi Gianluca Trani, Salvatore Mazzella e Ciro Ferrandino. Chiude col botto Carmine Bernardo, che fa mettere agli atti che si assenta dalla votazione per illegittimità della delibera. E’ game over, o forse è soltanto la fine del primo tempo.

 

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