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Una vita per il mare, il comandante Aniello Di Iorio va in pensione

In Alilauro dal 1992, racconta un lungo e appassionato viaggio: “Ho iniziato navigando per gli oceani, poi ho scoperto che il golfo di Napoli è una miniera di esperienze”

La prima volta che il comandante Aniello Di Iorio guidò un aliscafo Alilauro era il 1992. Veniva da 12 anni di onorato servizio come comandante di lungo corso nei mari di tutto il mondo. Lontano da casa e dalla sua Ischia, però. E il richiamo della famiglia era fortissimo. “Dovetti fare una scelta e lo compresi quando mia moglie scoppiò in lacrime: le avevo appena annunciato di una promozione e lei era in attesa del nostro secondo figlio. Capii che era giunto il momento di rientrare, rinunciando a quel tipo di carriera. E la famiglia Lauro mi accolse a braccia aperte”.

Oggi Di Iorio, classe 1960, va in pensione. Apprezzato da colleghi e dirigenza, amato da generazioni di passeggeri: elegante e risoluto, cordiale ma anche deciso, ha incarnato per anni l’ideale del comandante integerrimo, disponibile, non di rado coraggioso. Con una capacità di “problem solving” superiore alla media. “Un professionista validissimo, ma soprattutto un amico”, commenta Salvatore Lauro.

Comandante, partiamo dall’inizio.

“Ho sempre respirato l’aria di mare, sin da piccolo. Nonno Luigi Sasso navigava sulle barche che a inizio ‘900 trasportavano il vino da Ischia alla terraferma. Una volta in pensione, mi portava con lui al porto, accompagnandomi sulle navi: per me era come scoprire un mondo, un mondo nel quale mi sentivo a casa. Del resto anche mio padre era direttore di macchina e la mia scelta naturale fu iscrivermi all’Istituto Nautico, che a inizio anni ’70 aveva appena aperto una succursale a Forio. Altrimenti sarei andato a Procida: la passione non conosce ostacoli”.

Ha iniziato a navigare nei mari di tutto il mondo. Che esperienza è stata?

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“Altamente formativa. Ho iniziato nei primi anni ’80 come allievo di coperta, poi come ufficiale di navigazione e facendo la classifica trafila che mi ha portato prestissimo al comando, ad appena trentuno anni. Navi da carico, petroliere, chimichiere: era essenziale la sicurezza di bordo. Ma la famiglia è la famiglia. E scelsi di rientrare a Ischia: ho fatto delle rinunce, sono arrivate tantissime soddisfazioni. E ho scoperto soprattutto una cosa: ero convinto che le avventure si facessero nei mari lontani, mi sono accorto invece che il nostro bellissimo golfo di Napoli è una miniera di esperienze”.

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Dicono anche che sia stato un comandante particolarmente impavido.

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“Vero. Ricordo un episodio particolare, risale a qualche anno fa. Come sapete, l’Annamaria Lauro è un fiore all’occhiello della flotta Alilauro, uno dei mezzi più stabilizzati, in grado di affrontare anche i mari più ostici. Ma quella volta fu davvero un’avventura: unico mezzo a partire, alle 17.55, per riportare a Ischia i pendolari da Napoli. Feci un viaggio lungo costa, chiuso nella mia plancia. All’arrivo partì un applauso scrosciante: la gente, consapevole della difficoltà della traversata, mi era riconoscente”.

In molti, tra i suoi pregi, sottolineano che ha amato trasferire agli altri le sue competenze.

“Il sapere va condiviso, sempre. Quando navigavo come terzo ufficiale, negli oceani, salvai un carico di orzo perché avevo insegnato ai marinari a manovrare le gru, che non rientrava nelle sue competenze. Durante un’emergenza, il fatto che fossero preparati si rivelò decisivo. Amo formare le persone, fa parte del mio modo di lavorare ed è bellissimo vederne i frutti nella competenza e nella professionalità del mondo Alilauro, dove mi sono sempre sentito a casa, ricoprendo a lungo anche il ruolo di comandante d’armamento”.

Com’è cambiato il mondo dello shipping in questi anni?

“Molto. In particolare c’è un’attenzione importante all’impatto ambientale, come è giusto che sia. Sono cambiati anche i flussi, con la riduzione complessiva dei traffici: ricordo annate in cui eravamo invasi dai turisti tedeschi. Credo che Ischia e le isole del golfo abbiano sofferto la concorrenza di nuove mete, dalla Grecia alla Croazia. Ma credo anche che abbiano le carte in regola, dopo il Covid, per tornare ad attrarre migliaia di turisti”.

Lei ha sei figli. Qualcuno ripercorrerà le sue orme?

“Antonio è già comandante di navi che fanno trasporto passeggeri a Bordeaux, in Francia, dove si è trasferito con la famiglia. Per un periodo era stato imbarcato come ufficiale, con me al comando. Il secondogenito, Armando, aveva intrapreso la carriera da ufficiale, poi ha scelto il seminario. Emanuele proverà ad arruolarsi nei carabinieri. Non ho mai forzato nessuno nelle sue scelte, hanno semplicemente visto con i loro occhi il mio esempio e sono stati liberi di scegliere, come è giusto che sia”.

Comandante, proprio non ci riesce a immaginarle senza il timone. Cosa farà?

“Prima di tutto sarò più disponibile nei confronti della mia famiglia allargata, supportando figli e nipoti, e mi impegnerò nell’evangelizzazione per la chiesa. Poi ho già detto a Salvatore e a Mariaceleste Lauro che per loro, profondamente riconoscente per il rapporto che hanno instaurato negli anni, sarò sempre a disposizione”.

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