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L’isola e la droga, un connubio da allarme rosso

ISCHIA. La scorsa settimana si sono susseguite le operazioni anti-droga delle forze dell’ordine. Nel giro di poche ore sono state sequestrate ingenti quantità di stupefacenti, pari a circa due chili di sostanze. Hashish e marijuana, ma anche cocaina. Numeri che secondo alcuni iniziano ad essere preoccupanti, anche per i parametri “isolani”, laddove tali quantitativi venivano totalizzati su un arco di tempo ben più ampio, di mesi se non di anni.  Se non conosce sosta l’attività di Carabinieri e Polizia nella lotta all’uso di stupefacenti, ormai da tempo abbiamo imparato che l’isola d’Ischia costituisce purtroppo un fiorente mercato per lo spaccio di tali sostanze, che si è  insinuato anche tra le mura scolastiche. Nonostante sia in atto un dibattito sulla liberalizzazione dell’uso di alcune sostanze definite come droghe “leggere”, restano comunque tuttora vigenti le norme del Testo unico sulle tossicodipendenze. E allora l’isola comincia a interrogarsi: le sempre più frequenti operazioni di controllo sul territorio portano all’arresto di numerosi giovani, coinvolti nella catena dello spaccio, che in ultima analisi è gestito dalla criminalità (a parte alcuni casi di autoproduzione nostrana, come dimostrano i sequestri di “mini-piantagioni” rinvenute sull’isola), criminalità che si alimenta e trae nuova forza anche grazie a tale traffico illecito. Il tema non è di semplice approccio: abbiamo provato a sentire il parere non soltanto di esponenti del mondo politico e amministrativo, ma anche di chi si trova a contatto più da vicino con la realtà di chi, magari iniziando a spacciare piccole dosi per motivi puramente economici, si trova poi invischiato nel problema-droga sia dal punto di vista giudiziario sia di quello ben più grave dell’eventuale sviluppo della tossicodipendenza (e anche su questo possibile legame tra droghe leggere e dipendenza i pareri sono tutt’altro che concordi). In assenza di statistiche generali sul fenomeno, diventa difficile capire se ci si trova di fronte a un’effettiva recrudescenza del traffico di stupefacenti sull’isola, oppure se i sequestri e gli arresti delle ultime settimane (non si dimentichi l’operazione “Narcos” dello scorso Capodanno) siano frutto di una situazione puramente contingente. E infatti i punti di vista raccolti, senza alcuna pretesa di esaustività e completezza, mostrano comunque quanto sia impegnativo interpretare il fenomeno, ma anche  predisporre adeguati “anticorpi” dal punto di vista sociale e culturale per evitare che i nostri giovani vengano attratti dai canali dello spaccio o, peggio, del consumo di sostanze illecite.

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