POLITICAPRIMO PIANO

Pascale punge, sull’ex sindaco si abbatte lo tsunami De Siano

Il primo cittadino uscente rivendica di non promettere privilegi per pochi ma benessere alla collettività. Un’uscita che scatena la reazione sdegnata del nipote del senatore: “Offendi una famiglia e tanti lavoratori, non sei un Santo e sai bene perché sei stato mandato a casa”. E Mimì tira la “bordata” citando il ruolo di Gaetano Grasso

Siamo appena alle prime schermaglie, ma della campagna elettorale che infiammerà Lacco Ameno fino al prossimo 20 settembre abbiamo capito due cose. La prima è che la sfida tra Domenico De Siano e Giacomo Pascale si preannuncia senza esclusione di colpi, a giudicare almeno dagli esordi che tutto promettono fuorché un clima all’insegna del “volemose bene”. La seconda è che all’ombra del Fungo la campagna elettorale va avanti evidentemente h24, nel senso che le cose possono succedere anche in tarda serata o di notte. O meglio, succedono afterhours, come dimostra quanto accaduto quando lunedì in tanti avevano già posato le proprie stanche membra sul proprio letto. E’ bastato davvero poco, una scintilla, per scatenare un “incendio” di proporzioni devastanti. La polemica, mai come stavolta, corre sui social e si snoda in tutte le salse, anche con dei filmati video che vengono realizzati e postati nottetempo perché evidentemente ci si trova davanti a un’onta che deve essere lavata in fretta, senza attendere né tantomeno contare fino a dieci.

Tutto ha inizio quando Giacomo Pascale, ex delfino del senatore De Siano ed oggi avversario sull’altra sponda, pubblica un post. Certo malizioso, ma tutto sommato abbastanza prevedibile nella sua formulazione. Il “Barone” si prende la briga di fare le “carte” alle elezioni amministrative e di fatto si abbandona ad una previsione con tanto di punzecchiatura per il suo rivale scrivendo quanto segue: “Noi abbiamo già vinto questa campagna elettorale! Quando realizzo di esser riuscito ad attirare attorno al mio progetto politico una squadra immensa di giovani, professionisti, docenti, economisti, giornalisti, senza detenere un ‘potere romano’, senza possedere hotel o attività commerciali, senza avere dipendenti, senza la tutela di padrini politici, quando mi fermano per strada decine di persone che mi incitano ad andare avanti in maniera disinteressata, quando a fine serata decine di sms e WhatsApp mi promettono il massimo sostegno, realizzo di aver già vinto questa campagna elettorale. E per un semplice motivo: perché io non prometto privilegi per pochi ma il benessere di tutta la mia collettività”.

Diciamoci la verità, detta così pare poco più che il classico messaggio populista ma evidentemente tra i supporters di De Siano e prima ancora nella famiglia del senatore scatta una molla, insomma quel messaggio (e presumibilmente la sua parte finale) proprio non viene digerito. A replicare a muso duro è Francesco De Siano, nipote del senatore e candidato sindaco, il quale è un fiume in piena e attacca Pascale togliendo il freno a mano: “Adesso basta – esordisce – perché anche l’indecenza ha un limite e tu lo hai sfondato da mesi (il riferimento è proprio a Pascale, ndr). Dopo aver sorvolato e fatto finta di nulla rispetto a tutto il fango, le menzogne e le esternazioni in malafede delle ultime settimane, con quest’ultima uscita hai raschiato il fondo. Una cosa è la dialettica politica, il gioco delle parti che, si sa come va, lo conosciamo tutti; un’altra è offendere la storia, l’operato e i sacrifici di una Famiglia che, nella piena onestà, rimboccandosi giorno per giorno le maniche, è riuscita a costruire qualcosa di importante”. Francesco ha appena iniziato e infatti non a caso rincara la dose: “Con questo turpiloquio meschino offendi in primis mio nonno, Arcangelo, che non ha trascorso un solo giorno della sua vita senza lavorare. Mio nonno, che è partito con una piccola bottega di generi alimentari sul corso di Lacco Ameno, per poi progredire, passo dopo passo, verso qualcosa di più grande, col sudore e col sangue. Con queste parole offendi mio zio, Franco, che per primo, insieme al nonno, ai nostri supermercati ai nostri alberghi, alla nostra azienda ma soprattutto alla nostra Famiglia ha dedicato la sua vita. Con le tue continue allusioni tu offendi mia zia, tu offendi mia nonna, mio padre, mio zio Domenico e la nostra famiglia tutta.

Sì, centinaia di persone lavorano con noi, e ti dirò di più: noi vorremmo che fossero ancora di più, perché il lavoro, lo sviluppo e la ricchezza che produciamo, dà da vivere a noi, ma dà vivere soprattutto alle centinaia di famiglie che, con noi, sono parte di questo progetto. Persone, non schiavi o scimmie ammaestrate, come tu vuoi farle passare. Ed ecco perché infine, con questo post, tu offendi tutti loro, la loro libertà, la loro dignità”. Finito, macché, Francesco De Siano ha ancora colpi in canna e chiude così: “Ora potrei andare avanti all’infinito nel contrattaccarti, svilendoti nel personale, come tu sei divenuto solito fare, perché al netto della favola del povero ‘sindaco del popolo’’ tradito dai suoi che ci propini ogni giorno, a Lacco Ameno lo sanno anche le pietre perché sei stato mandato a casa. Non spetta a me farlo, perché non è il senso di questa risposta, ma mi auguro ci pensino altri. E se posso permettermi un’ultima considerazione, tutto questo diventa infinitamente più triste se penso che i tuoi meri interessi personali, che non coincidono con quelli del paese, ti hanno ridotto a comportarti così con quelli che, al netto di tutto, ti sono sempre stati più che amici”.

In quest’ultimo passaggio si leggono accuse velate, ma che certamente non tendono a tracciare un ritratto all’insegna della “beatificazione” per il sindaco defenestrato. Ma non finisce qui perché mentre su Lacco Ameno calano le tenebre ecco che nella centralissima Piazza Santa Restituta si materializza la figura del senatore Domenico De Siano. Che muore evidentemente dalla voglia di dare personalmente la “buonanotte” a Giacomo Pascale. Il candidato sindaco mentre viene ripreso davanti a un telefono cellulare (il video sarà poi postato) non le manda certo a dire e aggiunge ulteriore carne a cuocere: “Nove consiglieri su dodici mandano a casa l’amministrazione e si dimettono, eppure fino a qualche tempo prima non c’erano grosse divergenze di carattere programmatico né diversità di vedute. C’era semplicemente la volontà di non poter più tollerare un modo di amministrare che certamente non era degno di una comunità come Lacco Ameno. Qui deve essere chiara una cosa, non è stato mandato a casa un santo ma un sindaco che aveva fallito rispetto agli impegni assunti in precedenza”. Poi, nel passaggio successivo, arriva il passaggio sibillino di Domenico De Siano che certo non mancherà di far discutere: “Le elezioni amministrative rappresentano un momento di fondamentale importanza per una comunità ed io voglio sottoporre alla vostra attenzione un aspetto.

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E’ mai possibile che quell’amministrazione, con quel sindaco, decide di avvalersi della collaborazione di un tecnico che tutte le mattine arriva da un Comune della Provincia di Napoli e lo faceva gratuitamente? Ma vi sembra logica una cosa del genere? Parliamo di un martire? Non credo, e questa è una responsabilità dell’ex sindaco. Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina. Bene, io credo che è proprio così…”. Il riferimento, manco a dirlo, è a Gaetano Grasso sulla cui figura e sul cui ruolo il senatore e candidato a sindaco De Siano è tornato poi nella giornata di ieri in maniera ancor più ficcante. Tutto questo mentre ieri mattina alle 12 un Pascale apparentemente tranquillo si concedeva un aperitivo in compagnia di alcuni giornalisti e simpatizzanti. Ma probabilmente era soltanto quello che nel calcio si definisce “cooling break”, una sorta di time out. Da qui al 20 settembre ne vedremo di fuochi d’artificio e già in tanti sospettano che Lacco Ameno – concedeteci la metafora – possa diventare la nuova Piedigrotta.

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