di Francesco Ferrandino
ISCHIA. Dieci giorni, un paio di settimane al massimo, per la ripresa dei lavori presso l’ex Pretura. È questa la stima che il vicesindaco di Ischia, Enzo Ferrandino, ha portato all’attenzione dell’assemblea indetta dall’Associazione forense isolana, tenutasi ieri mattina nei locali dell’ex liceo classico. Alla riunione hanno partecipato anche Gianni Matarese in rappresentanza del Comune di Forio (del quale è vicesindaco), il consigliere Daniele Trofa per Serrara Fontana, e Cecilia Prota assessore del Comune di Lacco Ameno. Il vicesindaco di Ischia ha spiegato che nonostante la stipula dell’accordo tra la Città Metropolitana e il Comune di Ischia avvenuto lo scorso dicembre, i 600mila euro del finanziamento non sono ancora materialmente arrivati nelle casse dell’ente di via Iasolino. Il ricordo delle vicissitudini del 2012 è ancora vivo, quando il Comune, fidandosi delle comunicazioni e delle promesse che arrivavano dagli uffici dell’ex Provincia, diede il via ai lavori, salvo poi trovarsi col cerino in mano quando lo stanziamento dei fondi sfumò, dovendo poi sostenere i costi del primo stato di avanzamento dell’opera tramite le casse comunali. Ecco perché il Comune preferisce aspettare ancora un paio di settimane. Un altro elemento da tenere in considerazione, ha spiegato l’esponente di via Iasolino, è dato dalla prevedibile rimodulazione delle spese previste nel progetto originario: il tempo passato incide non soltanto sui costi delle materie prime, ma anche sul deterioramento che sicuramente ha colpito l’edificio, in stato di sostanziale abbandono dal 20 ottobre 2012, quando la ditta chiuse i battenti del cantiere. L’avvocato Cellammare, presidente dell’Assoforense, ha ricordato che il Ministero aveva comunque dato la propria disponibilità a contribuire alle spese per quanto nel frattempo era diventato di sua competenza, cioè l’installazione e la manutenzione dell’impiantistica: un contributo non trascurabile, quantificabile in circa 300mila euro. Cellammare ha quindi illustrato lo stretto legame che esiste tra l’edilizia giudiziaria e quella scolastica, dal momento che il Comune a giugno dovrebbe riprendere possesso dell’ex liceo classico per dare il via alla riedificazione integrale dello stabile e restituirlo alla sua funzione didattica. L’avvocato Antonio Iacono è intervenuto con una proposta: l’Assoforense potrebbe nominare un proprio tecnico-consulente per seguire da vicino le operazioni del cantiere. Qualche collega però si chiedeva chi avrebbe dovuto sostenere tale ulteriore spesa per le prestazioni del tecnico. Qualcun altro, come l’avvocato Acunto, tra il serio e il faceto ha fatto presente che i locali destinati ai magistrati non dovrebbero superare una certa cubatura: il troppo spazio induce all’accumulo dei fascicoli e al ritardo nello smaltimento dei processi, mentre spazi angusti spronerebbero i magistrati a una maggiore efficienza. La teoria ha riscosso un certo apprezzamento tra i circa quaranta avvocati presenti all’assemblea, ma ovviamente il vicesindaco ha riportato tutti alla realtà: impossibile concepire variazioni in corso d’opera di simile portata in un progetto già approvato e finanziato. Da parte sua, Luciano Venia ha proposto di creare una commissione “interna” all’associazione per seguire i lavori e parallelamente stilare un “cronoprogramma” delle opere. Enzo Ferrandino si è detto possibilista su questa ipotesi, ma in linea col realismo del suo intervento ha ribadito: prima l’arrivo dei fondi, poi si pensa alle successive mosse. Comunque, le proposte di Antonio Iacono e di Luciano Venia sono state “unificate” e messe a verbale. La commissione che dovrebbe seguire i lavori sarebbe composta da Francesco Cellammare, Luciano Venia, Vincenzo Acunto, Vincenzo Arcamone e Giuliano Di Meglio, con riserva di possibili nuove aggiunte, compresa quella di un tecnico nell’ottica della proposta-Iacono.
