CRONACAPRIMO PIANO

«Vaccino prima ai deboli, nessun dubbio: ma davvero Dio vuole le chiese piene?»

Il medico Carmine Barile in una intervista lunga e ricca di spunti analizza la situazione legata al covid sull’isola e non solo, soffermandosi anche su una serie di problematiche relative ai vaccini. E sulla cronologia di somministrazione, in ogni caso, non mostra dubbi

DI MARIA ELETTRA IRACE

Sull’isola, grazie anche alle intenzioni di De Luca, si parla di procedere alle vaccinazioni seguendo un ordine di priorità diverso dalle fasce d’età per rendere il territorio covid free e salvare la stagione turistica. Da medico quali ritiene che siano i pro e i contro di questa iniziativa?

«Da medico ritengo che vadano messe in sicurezza prima le fasce deboli e chi accudisce le fasce deboli con gli ultra sessantenni perché sono quelli che hanno maggiori problemi dal virus ed è logico oltre che giusto procedere così: a caduta liberiamo i posti in ospedale e dappertutto. Dopodiché si fa ogni tipo di scelta socio-sanitaria, diventa poi politica-sanitaria ma la prima politica etica da dover svolgere è quella di mettere in sicurezza malati, persone con handicap, ultra sessantenni che sono le categorie che vengono uccise, oltre ad andare a ingolfare il sistema sanitario inficiando anche le altre categorie».

È quindi una scelta etica?

«È una scelta etica medica, io da medico non posso dire vacciniamo prima i giovani perché devono andare a ballare, se mi viene chiesto questo vuol dire che non li ho saputi educare perché la guerra è guerra, vanno messe in sicurezza prima le persone che egoisticamente non muoiono ma vanno a intasarmi il sistema».

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«Vanno messe in sicurezza prima le fasce deboli, io da medico non posso dire vacciniamo prima i giovani perché devono andare a ballare, se mi viene chiesto questo vuol dire che non li ho saputi educare perché la guerra è guerra, vanno messe in sicurezza prima le persone che non muoiono ma intasano il sistema»

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Alcuni paesi hanno proposto di non vaccinare gli anziani ma prima le “classi produttive”. Che ne pensa?

«In Inghilterra hanno la mentalità per cui non operano gli ultraottantenni di tumore perché dicono che l’ultraottantenne già ha superato l’aspettativa di vita media; per cui un ottantenne con un tumore al colon avrà altri due o tre anni trattato con terapie compassionevoli, fino a ottant’anni operano dopodiché non operano più. In questa ottica giustamente dicono vacciniamo le classi produttive, noi socialmente cosa vogliamo dalla vita? Vogliamo far divertire i giovani? Vogliamo che la gente si arricchisca? Una società si basa anche su dei valori, noi italiani abbiamo in particolare il valore della tutela dell’anziano che oggi paradossalmente è diventato anche risorsa perché si è visto chi ha i soldi sono gli anziani».

Infatti molte famiglie si può dire campino grazie agli anziani di casa.

«Sì, grazie alle pensioni di invalidità in uno stato sociale come il nostro il nonno è la tutela anche economica paradossalmente e quando muore un anziano quella famiglia perde un sacco di benefici, figli non se ne fanno, ma di cosa stiamo parlando? Quindi io penso sia così».

Hanno riaperto anche le scuole, in un territorio particolare come quello isolano quali crede siano i rischi maggiori di contrarre il contagio?

«Di per sé abbiamo visto che l’apertura delle scuole in un ambiente come il nostro non è la vera bomba deflagrante: il problema sono i trasporti. Se ogni genitore, ogni nonno come me accompagna il proprio bambino protetto e tranquillo non è che ci sia tanto un problema di trasferimento, per i cui sono gli assembramenti extra scolastici quelli che fanno il danno».

«Una piazza papale vuota è un messaggio che porta a chiederci: ma veramente la chiesa è solo aggregazione? È anche aggregazione ma in un momento così ne vale la pena? Dio veramente lo vuole? Veramente facciamo bene a Dio o facciamo male a noi e a chi ci circonda? Allora ti viene questo grosso dubbio che stiamo sbagliando»

Il momento in cui ci abbassiamo la mascherina magari pensando che siamo tra amici…

«Esatto. Dove vedo la maggior diffusione a Ischia? Ai funerali, nelle messe, laddove c’è un’aggregazione buona, dove siamo più rilassati poiché siamo tra persone conosciute, con parenti uno si rilassa e allora succedono i guai. Io dico ai miei pazienti di essere guardinghi e non far entrare nessuno, bisogna essere “cattivi” perché questa variante inglese è il quaranta percento più veloce della vecchia variante, è normale che quello più veloce prolifera di più, per cui ha soppiantato quello più lento. Quindi se prima in una chiesa bastava stare a un metro di distanza oggi si è visto che se non stai ad almeno due metri con la mascherina FFP2 te lo becchi. Così come i cinema sono chiusi, le palestre sono chiuse, quali sono a Ischia i luoghi di aggregazione? Fuori le scuole, fuori i bar e le aree di culto, matrimoni non se ne fanno quindi quando si fanno i funerali. Per cui questi sono i momenti di maggiore pericolo».

Sulla scuola c’è stato molto dibattito perché molte mamme hanno paura e preferirebbero tenere i bambini in Dad.

«Sì hanno paura ma poi molti li portano il pomeriggio al catechismo, allora poi non ha senso. Molti bambini si sono infettati al catechismo perché finora non andavano a scuola, per cui c’è un po’ di contraddizione. E poi i bambini devono semplicemente stare lontani perché i bambini non si ammalano, sono solo portatori, teniamo semplicemente i bambini lontani dai nonni».

«Dove vedo la maggior diffusione a Ischia? Ai funerali, nelle messe, laddove c’è un’aggregazione buona, dove siamo tra persone conosciute, con i parenti uno si rilassa e succedono i guai. Io dico ai miei pazienti di essere guardinghi e non far entrare nessuno, bisogna essere “cattivi” perché questa variante inglese è molto più veloce della vecchia»

Un sacerdote positivo e oltre quindici contagiati presumibilmente collegati a don Giuseppe Nicolella. Ma in un periodo di chiusure, in tutta onestà, davvero vale la pena non frenare o limitare le funzioni religiose?

«Il Papa è stato molto chiaro e ha ribadito che l’assembramento non ci deve essere nel modo più assoluto, per cui anche nelle chiese bisogna tenere la distanza e l’ha dimostrato nelle sue funzioni. Una piazza papale del centro pulsante, del cuore della cristianità che è Roma vuota ha un grande significato simbolico e ci fa anche entrare in una forma di introspezione e chiederci: ma veramente la chiesa è solo aggregazione? È anche aggregazione ma in un momento così ne vale la pena? Dio veramente lo vuole? Veramente facciamo bene a Dio o facciamo male a noi e a chi ci circonda? Allora ti viene questo grosso dubbio che stiamo sbagliando. Anche a me è successo che è morta mia zia, ho fatto una cerimonia semplicissima solo con i parenti, in cimitero con una benedizione e ho detto al sacerdote poi andremo in chiesa sparpagliati nei prossimi giorni. Essere una famiglia conosciuta nella nostra comunità mette anche in soggezione le persone che pensano è morta la zia del dottore, non ci posso andare oppure vado lo stesso perché sembra brutto per il dottore invece tu tagli la testa al toro, direttamente al cimitero senza mettere il manifesto fuori dalla porta. Devi essere consapevole, nessuno si offenderà che non sono venuti a ossequiare te e la salma, però abbiamo messo tutti in protezione e di certo il morto non si rammarica. Aver fatto una celebrazione dove in genere ci sono cento persone in dieci non mi è dispiaciuto anzi perché quelle dieci persone stavano protette, mi avrebbe dato molto fastidio se uno di loro si fosse ammalato per venire al funerale».

Molti appunto rivendicano che nella propria parrocchia le norme siano state seguite. Poi c’è il problema del catechismo, quando ci sono dei bambini è difficile comunque gestirli.

«Come si fa la scuola a distanza si poteva e può fare il catechismo a distanza che poi è una cosa bellissima, leggono dei passi della Bibbia, del Vangelo commentati poi dai bambini, tutto sta nel come lo si pone non serve necessariamente il contatto fisico».

Astrazeneca sì, Astrazeneca no, Astrazeneca per fasce d’età: qual è la sua opinione su questo e sui vaccini in genere?

«Il vaccino è stata la più grande scoperta che l’essere umano abbia potuto fare: mettere in sicurezza e far scomparire dalla faccia della terra determinate malattie grazie ai vaccini, senza vittime, è la cosa più grande che si possa fare e lo stiamo vedendo in questo momento. Io sono stato sempre un fautore dei vaccini, anche dei vaccini dell’influenza stagionale: un terzo dei miei pazienti, cinquecento persone circa all’anno si vaccinano presso di me sia per la polmonite che per altro. A maggior ragione per questo sarà l’unica nostra salvezza il vaccino, perché non ci dimentichiamo che è vero che muoiono i vecchi ma nelle grandi città ci sono ragazzi di trentacinque anni che vanno a fare ginnastica respiratoria e neuromuscolare, ci sono danni spesso irreversibili per cui è vero che i giovani non muoiono ma male campano. Saranno persone che domani avranno problemi nella respirazione, che dovranno sottoporsi non dico a trapianto ma sicuramente all’ossigenoterapia. È vero che te la sei scampata ma giovani di trent’anni con una saturimetria di novanta, novantadue male campano a vita, avrai una forte invalidità. Il vecchio non lo supera, il giovane lo supera rimanendo “scassato” in molti casi».

Quindi Astrazeneca in particolare non è un pericolo?

«Non è che un vaccino di per sé ti scatena una trombosi, se sei predisposto tu sei un’arma già innescata, basta che qualcuno tocchi il grilletto. Johnson & Johnson probabilmente così come Astrazeneca uno su un milione tocca il grilletto. Questo vaccino è stato fermato in America ma guarda caso è una delle società che fa parte, se vai a vedere i capitali sociali, di chi è la Johnson & Johnson, di chi è la Pzifer e di chi è il Moderna? Sono come le sette sorelle del petrolio, hanno il monopolio. Questa è una mia illazione, se ci sono delle persone che hanno paura in modo irrazionale ok, ma se questo viene addirittura cavalcato dai governi e dai media e siamo degli stupidi, dai medici, a quel punto che cosa succede? Che le sette sorelle dei vaccini si sono fatte i conti in tasca, noi dobbiamo spremere i ricchi e regalare ai poveri, ai poveri regaliamo un vaccino che può andare anche sulle montagne senza frigorifero per tot numero di ore e di giorni e devo vendere dei carissimi vaccini per ricchi ai ricchi. Scusate ma l’Europa è tra le più ricche a livello mondiale? E vuoi vedere che ci abboffano di Johnson e Moderna e non fanno entrare il vaccino russo? Ve lo siete chiesto questo? Non c’è altra spiegazione logica quindi dobbiamo buttarla sul piano economico: se non c’è logica e non c’è scienza vuol dire che qualcuno ci sta manipolando e stanno manipolando bene».

«Il vaccino e le trombosi? Se vai ad analizzare le persone che sono morte si tratta casomai di obesi, fumatori. La pillola è la prima causa nelle giovani di trombosi accertata, la gravidanza in alcune donne fa venire le trombosi cerebrali, molti ictus sono legati alla gravidanza, alla disarmonia degli ormoni che si viene a creare. Allora che fare, non si fanno più figli?»

Quindi c’entra solo la differenza di prezzo ma non di efficacia?

«La Pzifer e il Moderna ad esempio usano tecniche innovative per cui sono costosissimi perché per produrli ci vogliono risorse che l’Italia non ha, alcuni pensano se mi chiamano per Astrazeneca non ci vado, vuol dire che hanno fatto bene il loro gioco. A loro non interessa che poi la gente non si vaccini per paura, sono fatti nostri. Non dobbiamo cadere in queste trappole create a tavolino. Come fai a portare in India o in Africa il vaccino della Pzifer o della Moderna, dove li prendi questi frigoriferi? Là c’è pane per due famiglie, un’università senza fine di lucro come Oxford che ti fa un vaccino a basso costo dà fastidio a tutti. Se io do a tutta l’Europa l’Oxford come faccio a vendere i vaccini costosi? E poi perché questi vaccini ci vengono presentati come l’acqua di Lourdes? Ci saranno anche lì alcuni casi di problemi ma probabilmente vengono nascosti».

-C’è stato il famoso caso della donna morta dopo una decina di ore dalla somministrazione del vaccino, che però aveva delle patologie pregresse poi si è scoperto. Ma la notizia che vende è donna morta dopo il vaccino.

«Se vai ad analizzare tutte le persone che sono morte casomai obesi, fumatori. La pillola è la prima causa nelle giovani di trombosi accertata, la gravidanza in alcune donne fa venire le trombosi cerebrali, molti ictus sono legati alla gravidanza, alla disarmonia degli ormoni che si viene a creare. Allora che fare, non si fanno più figli? Certamente se in una persona ci sono questi problemi si cura e monitora per tutta la gravidanza per evitare aborti e anche questi casi. Su questo dobbiamo essere razionali».

Molti dicono di non volersi vaccinare perché non la ritengono la soluzione, forse dovremmo chiederci se il gioco vale la candela. Ognuno si prende il rischio che si sente di prendersi, mettiamo che uno prende il covid in questa versione aggressiva (perché molti invece sono asintomatici o con sintomi lievi) io mi chiedo: vale la pena rischiare? Anche in vista di queste conseguenze a vita di cui lei mi parlava.

«Ma noi qui parliamo di un rapporto di dieci a cento e poi ci preoccupiamo di una trombosi in un giovane su un milione? Allora veramente siamo usciti fuori di senno? Secondo me è giusto così perché se l’uomo ragiona su questi numeri e su queste cose vuol dire che della vita non ha capito nulla, io dico benissimo: non fatevi il vaccino però rispettando quelli che lo fanno e che non vogliono ammalarsi perché è vero che tu dici io rischio la malattia ma non voglio rischiare il vaccino, è giustissimo, è legittimo e costituzionalmente e legalmente protetto oggi (può darsi che un domani non lo sarà) però ovviamente devi anche capire che non solo non è logico ma è antiscientifico (etica e morale le metto da parte). Non puoi andare contro la scienza perché di scienza parliamo, non puoi fare la fantascienza e non puoi poi pretendere di tenere il bar aperto, andare a trovare gli amici, andare a fare sport e tutto il resto, poi te le devi tenere la chiusura. Questo è un modo di ragionare di cento anni fa, noi abbiamo sconfitto il vaiolo, stiamo sconfiggendo la poliomielite, ci sono ancora persone che camminano storpie per la poliomielite, ma di che parliamo? Solo il vaccino l’ha potuto fare questo salto».

Senza vaccinazioni di massa, da medico, come si potrebbero tutelare i turisti e trasmettere comunque un’immagine di isola sicura?

«Oggi abbiamo il vaccino e quello è, la gente il turismo lo fa quando sta serena. C’è anche il turismo sessuale senza preservativo, noi non vogliamo quello, sono delle persone autolesioniste. C’è anche chi con l’AIDS infetta volutamente gli altri, ci sono queste persone ma fortunatamente noi non le vogliamo. Un turismo sicuro c’è nel rispetto dell’altro, alcuni mi sfottono per la barriera che ho messo qui nello studio, l’ho fatto per la sicurezza di chi viene qui».

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Egregio Dottore, leggendo la sua intervista che concordo in parte, non trovo giusto dire che il vaccino sia l’unica soluzione. Perche’ allo stato attuale questo non e’ un vaccino ma una terapia genica in fase sperimentale dove come cavia viene usato l’essere umano. Io rispetto quelli che per un qualsiasi motivo vogliono inocularsi questo siero, ma vorrei anche che sia rispettata la volonta’ di chi e’ contrario (in questo momento) a volersi vaccinare…
Il China-USA Virus e’ tra noi ma come lei ben sa se le terapie esistenti per poterlo combattere vengono utilizzate nei modi e tempi giusti (non seguendo i protocolli di una stato assassino) la percentuale di mortalita’ e’ molto bassa.

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