LE OPINIONI

IL COMMENTO Sicurezza stradale: domani a casamicciola convegno strategico

Finalmente si fa sul serio! E non su iniziativa delle autorità amministrative isolane, bensì grazie alla tenacia e alla sensibilità dell’editore di questo giornale, dell’Università Telematica Pegaso e di un consigliere metropolitano, Raffaele Cacciapuoti, delegato alla sicurezza stradale, che hanno deciso di prendere il toro per le corna. A questo punto speriamo vivamente che l’isola smetta di limitarsi a disdicevoli lacrime di coccodrillo e metta in opera misure atte a limitare drasticamente il numero d incidenti sulle nostre strade.

Certo che il problema non è solo dell’isola; basta leggere i giornali e guardare la tv per rendersene conto. Sulla Riviera romagnola, soprattutto nei fine settimana, avviene una strage di giovani, a causa della velocità, dell’alcol, dello sballo, della distrazione per il maniacale uso di strumenti elettronici durante la guida, di un estremistica “ joie de vivre” giovanile. Nei primi sei mesi del 2018 c’è stato un lieve calo ( 3%) degli incidenti e dell’8% delle vittime rispetto al 2017. Ma nei primi 5 mesi del 2019 ci sono 17 morti in più dell’anno scorso. Siamo ben lontani dall’impegno che l’Europa si era assunto di dimezzare le vittime sulla strada entro il 2020. A tutte le cause generali che provocano incidenti, Ischia aggiunge il record del numero di autoveicoli e motoveicoli circolanti sull’isola. Da dove partire? Incominciamo a sezionare il problema in tre aspetti fondamentali: la mobilità, la sostenibilità, la sicurezza. Il Convegno di domani non ha la pretesa di affrontare tutti e tre gli aspetti, ma di concentrarsi sulla sicurezza e lo fa essendo consapevoli del fatto che la competenza diretta della Città Metropolitana riguarda l’anello stradale perimetrale dell’isola, mentre resta di competenza dei Comuni la gestione delle strade interne. Per cui è inevitabile una stretta collaborazione tra Città Metropolitana e Comuni. Allo stato la situazione sta in questi termini.: la Città Metropolitana sta già stringendo degli Accordi Quadro con enti locali ( ricordiamo che sono 92 i Comuni del territoriale provinciale) per la Sicurezza Stradale. Lo ha fatto con la Circumvallazione esterna di Napoli (SP1) da Lago Patria a Volla; lo ha fatto con l’Area Flegrea ( Arco Felice, Cassano e Ripuaria dei Camaldoli); lo ha fatto con l’Area giuglianese e vesuviana. Su uno stanziamento totale di 7 milioni di euro per l’intera rete stradale metropolitana, questi tre Accordi Quadro hanno assorbito 3.700.000 ( 1.300.000 per ciascuna delle tre tratte stradali). Gli interventi hanno riguardato: ripavimentazione, riconfigurazione della struttura stradale, rifacimento della segnaletica orizzontale, pulizia e taglio erba, sistemi moderni di illuminazione fotovoltaica con luci a LED, pulizia chiusini e caditoie. Adesso è l’ora dell’isola d’Ischia ( e naturalmente, se si daranno da fare, anche di Procida e Capri). Il Convegno del Manzi, al quale parteciperanno, oltre al consigliere delegato Cacciapuoti, il Sindaco De Magistris, i Sindaci dell’isola, l’on. Giosi Ferrandino, il senatore De Siano, il consigliere regionale Maria Grazia Di Scala ed esperti della materia, quali il Generale della Polstrada Campania e Molise, Giuseppe Salomone, il Vice Questore del Commissariato P.S. di Ischia, Mannelli e i Comandanti delle Polizie Locali, dovrà porre le basi per un Piano isolano della Sicurezza Stradale. Tale Piano non può non inserirsi nel più generale Piano Strategico Metropolitano, presentato e varato nei primi mesi di quest’anno e che, come ha giustamente detto De Magistris, è un Piano” in fieri”, in costruzione. E’ per questo motivo che dobbiamo agire con urgenza. Il Piano Sicurezza Stradale deve essere parte fondamentale del Piano Strategico Metropolitano. E, a proposito del Piano Strategico, i Comuni dell’isola d’Ischia ( come del resto gli altri Comuni metropolitani) si sono visti assegnare dalla Città metropolitana fondi equivalenti a 100 euro per abitante, per cui – ad esempio – il Comune d’Ischia avrà più di 2 milioni di euro e Casamiciola più di 800mila euro, Ovviamente i Comuni devono presentare dei progetti per ottenere i fondi ( qualcuno lo ha già fatto, altri lo stanno facendo). Il problema qual è? E’ che, come al solito, la progettazione non tiene conto delle reali esigenze territoriali ai fini degli equilibri socio-economici e della infrastrutturazione dell’isola. Si finisce sempre col rabberciare vecchi progetti pronti in qualche remoto cassetto, li si assembla e si presentano. Magari scollegati tra loro, magari obsoleti, magari non orientati verso un obiettivo unificante. Per esempio, il Comune d’Ischia ha presentato 10 punti progettuali ( dallo Spalatriello a via Pontano,da via Sogliuzzo all’Orto Botanico e via dicendo) che sembrano orientati più ad un miglioramento estetico che funzionale.

Certo, il decoro cittadino è importante, ma qui stiamo parlando di Piano Strategico e ci vuole ben altro, per esempio la messa in sicurezza della nostra viabilità. Ma hanno idea i nostri amministratori di come si va evolvendo, in tutto il mondo, la problematica della sicurezza stradale? Hanno idea di come, soprattutto i Paesi del nord Europa, hanno affrontato e risolto il problema? Allora, tanto per dare un’idea, cercherò di riassumere la situazione delle avanguardie in Italia e in Europa. Le normative ritenute tra le più avanzate sono le Norme Tedesche EAE 85 e le Norme Svizzere USSS N640283. Il concetto prevalente è la MTD ( Moderazione del Traffico); in altre parole la drastica riduzione della velocità che – attenzione- non significa affatto allungamento dei tempi di percorso in quanto – a conti fatti – il traffico scorre meglio e, anche se a velocità moderata, i tempi di percorrenza migliorano. Esempio clamoroso: la Tangenziale di Napoli che, da quando sono stati installati gli autovelox e sono fioccate le multe, ha sveltito i tempi del percorso e fatto diminuire il numero di incidenti. La moderazione del traffico ( tradotto dall’inglese “ Traffic calming”), come filosofia è nata nel 1971 nella cittadina olandese di Delft ( dove avvenivano frequenti morti di bambini e pedoni per incidenti), All’incirca 20 anni dopo,in Italia, uscì un volume, considerato pioneristico, di Lydia Bononomi “ Le temp des routes” e incominciarono a farsi largo concetti come: rotatorie, zone 30, strade residenziali, cuscini berlinesi, attraversamenti pedonali rialzati, percorsi sicuri case-scuole. Nel febbraio 2000, fu la Regione Veneto ad aprire alla modernità con il “ Manuale per la progettazione dei sistemi di sicurezza stradale e moderazione del traffico”, con numerosi riferimenti a leggi e soluzioni di paesi europei. Ma ben presto in Italia è calata l’attenzione, ed è quasi naufragato il Piano Nazionale per la Sicurezza e, addirittura, in alcuni casi si sono fatti passi indietro per la consueta cecità burocratica italiana.

Basti dire che con la Seconda Direttiva del Ministero dei Trasporti, veniva vietato l’attraversamento pedonale su fondo rialzato o colorato! Basti dire che più di un terzo degli etilometri in dotazione alle Forze dell’Ordine è fermo in due officine del Ministero dei Trasporti e che, alla prova dei fatti, quelli in funzione sono spesso starati, fino al punto di inficiare i test effettuati durante i controlli! Intanto la risoluzione del 27/9/2011 del Parlamento Europeo raccomanda alle autorità locali competenti di introdurre una velocità massima di 30 Km/h nelle zone residenziali e in tutte le strade urbane ad una sola corsia, che non dispongano di pista ciclabile separata. Oggi in Svizzera, Germania, Olanda, Danimarca circa l’80% della popolazione vive in Zone 30 o addirittura in” Zone d’incontro” dove il limite è di 20 Km/h. Una città come Londra, grazie all’introduzione delle Zone 30, ha visto abbassare del 41,9% l’incidentalità nell’arco di 20 anni. Ben venga dunque il Convegno di domani a Casamicciola, nella speranza che prevalga il buon senso, la coesione, la concordia d’intenti, tanto indispensabili per affrontare e risolvere il grave problema della sicurezza stradale. Chiudo con una bella frase dello scrittore Italo Calvino, tratta dal libro Le città invisibili: “ le città, come i sogni, sono costruite di desideri e di paure, anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli e ogni cosa ne nasconde un’altra”. Difatti, il traffico isolano ci incute paura, ma nel contempo ci infonde il desiderio di una crescita civile e di una decrescita degli incidenti e delle vittime su strada, soprattutto se giovani.

Franco Borgogna

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