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«Vendere la Colombaia ai russi? Perché no!» la proposta del sindaco Del Deo

di Isabella Puca

Forio – «Se un russo comprasse la Colombaia gliela venderei volentieri e con i soldi che prenderei costruirei un auditorium per poi intitolarlo a Luchino Visconti. Ovviamente metterei dei vincoli, come ad esempio stabilire dei giorni di apertura al pubblico». È questa la proposta che il sindaco di Forio Francesco Del Deo ha lanciato ai giornalisti russi Tatiana Bassova e Gamer Bautidinov che, la scorsa settimana, erano ospiti della nostra isola. Non solo vacanza premio per i due, ma anche un modo per approfondire il legame che il grande regista Luchino Visconti ebbe con la nostra isola. Gamer e Tatiana hanno vinto, due anni fa, questo soggiorno a Ischia come premio della Regione Campania durante la fiera del turismo di Mosca, e ne hanno approfittato per scrivere un reportage dalla nostra isola.  Durante l’edizione del Mit i due, senza conoscerlo, regalarono a Tonino Baiocco un libro incentrato proprio sulla figura di Luchino Visconti, suo grande amico, da qui il desiderio di lasciarsi condurre proprio da Tonino all’interno della Colombaia alla ricerca delle tracce di Visconti. Da Batiushkov a Visconti, sarà pressoché questo il titolo dell’articolo che uscirà su una nuova rivista dedicata ad arte e cultura e che metterà al centro Ischia in Russia, ancora una volta e dove sarà lanciata la proposta del sindaco Francesco Del Deo che, insieme al consigliere Mario Savio li ha accompagnati sulle tracce di Luchino. «L’amministrazione pubblica – ha dichiarato Del Deo – con i tagli che ci sono non può mantenere luoghi del genere, basta guardare anche Villa Arbusto. Invece, il Castello Aragonese, la Mortella stanno nelle mani dei privati e sono delle eccellenze. Se un russo la comprasse, gliela venderei davvero volentieri». In effetti, la proprietà, non solo per la sua storia, ma anche per il luogo in cui si trova è davvero unica al mondo. Immersa in un bosco come quello di Zaro, con la sua discesa a mare; la proposta è davvero allettante. «Il pubblico – ha continuato Del Deo – non può mantenere queste strutture, toglierei soldi ai miei cittadini, non posso far sì che loro vivano in una città abbandonata per mantenere la Colombaia. Non ci sono le risorse economiche adeguate. Certo, ci siamo affezionati, ma più tempo passa e peggio è. Quando vengo qua mi viene una stretta al cuore, ci sono stato prima che venisse rapinata; le maioliche, il camino, il passamano in pietra, l’ascensore con i vetri che era un’opera d’arte. Durante il restauro, quando sindaco era Franco Iacono, venne completamente snaturato l’aspetto originario della villa». Quest’ultimo aspetto trova d’accordo anche Tonino Baiocco che, dalla villa, ci mancava davvero da tempo. «Ormai della Colombaia di Luchino c’è solo l’involucro esterno», è così  che ammette amareggiato ai due giornalisti che nel loro reportage, destinato a una rivista ad alta tiratura, avranno davvero un grosso scoop. Dopo la morte di Visconti la villa fu affidata a un custode di fiducia della famiglia, che la mantenne così come fu lasciata dal regista. Quando gli eredi decisero di vendere, l’europarlamentare Franco Iacono vincolò la Colombaia come bene storico, ma la villa rimase abbandonata e si trasformò in un covo di tossici. In quell’occasione fu depredata di tutto, persino del pavimento.  Nel 1999 divenne proprietà comunale e l’amministrazione di Forio decise di ristrutturarla. Furono impiegati due miliardi delle vecchie lire e, dopo due anni di lavoro, della Colombaia di Luchino non c’era più nulla. Nel 2006 fu nuovamente chiusa per inagibilità e dopo cinque anni di abbandono, nel 2011, presidente della fondazione divenne Massimo Bottiglieri, ma alla struttura vennero apposti nuovamente i sigilli. Quella lanciata dal sindaco Francesco Del Deo è di certo una bella provocazione e non è escluso che nei prossimi mesi rivedremo i cancelli della Colombaia aperti per accogliere possibili acquirenti. Qualche anno fa si pensò a una riapertura per matrimoni ed eventi, una soluzione che però non piace a Del Deo, «se fosse aperta solo per celebrare qualche matrimonio  – conclude Tonino Baiocco  – credo proprio che Luchino s’ incazzerebbe non poco».

 

 

 

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