POLITICAPRIMO PIANO

GIOSI FERRANDINO: «Così ho riconquistato la mia Casamicciola»

Lunga intervista al nuovo sindaco di Casamicciola che racconta le tappe di una elezione partita da lontano causa scioglimento anticipato del consiglio. Dalle strategie adottate passando per gli errori degli avversari, arrivano anche le prime indicazioni sui criteri di composizione della nuova giunta. E ancora…

Quale potrebbe essere la sintesi di questa lunga marcia di avvicinamento, durata quasi un anno, al termine della quale Lei ha “riconquistato” Casamicciola?

«Diciamo che il lavoro inizia adesso. Abbiamo proposto una soluzione per i problemi che affliggono il paese, e i cittadini l’hanno premiata. Adesso è il momento dell’assunzione delle responsabilità, e di dimostrare credibilità e capacità. Questa responsabilità noi la sentiamo tutta: normalmente l’esito di un’elezione può sembrare un punto di arrivo, ma nel nostro caso è soltanto un punto di partenza. Avevamo bisogno della legittimazione del popolo di Casamicciola, che c’è stata, mentre adesso siamo consapevoli che è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche».

«Adesso è il momento dell’assunzione delle responsabilità, e di dimostrare credibilità e capacità. Questa responsabilità noi la sentiamo tutta: normalmente l’esito di un’elezione può sembrare un punto di arrivo, ma nel nostro caso è soltanto un punto di partenza»

Qual è stato il momento esatto in cui Giosi Ferrandino ha compreso che avrebbe vinto le elezioni o che quantomeno avrebbe potuto seriamente vincerle?

«Devo dire che sin dal primo momento ero convinto che l’amministrazione uscente avrebbe perso le elezioni, perché ascoltando diversi cittadini, non potevo fare altro che essere critico nei confronti di un modo di amministrare, durato ben otto anni: soprattutto negli ultimi tre anni, tale modo di amministrare si è poggiato su delle logiche che non appartenevano certamente alla cosiddetta buona amministrazione. Non sono solo io a dirlo, ma lo dicono in tanti, al punto che l’esito elettorale è stato quello ben noto. Si è pensato molto alla clientela, ad affari di natura personale, ma in pratica non è stato fatto nulla per il paese. Se un cittadino chiedesse ad esponenti dell’amministrazione uscente quale sia anche un solo intervento realizzato per il bene del paese, credo che essi rimarrebbero muti. Questa mancanza di interventi è una gravissima responsabilità: ovviamente la frana di novembre non è colpa di nessuno in quanto è venuta giù una parte di montagna, ma sulla questione-sisma secondo me ci sono grandi responsabilità, non giustificabili in nessun motivo. Quindi ero convinto che chiunque si fosse presentato alle elezioni contro questa amministrazione avrebbe vinto. Detto questo, un gruppo di amici mi ha chiesto di dedicarmi ancora per alcuni anni a Casamicciola, cercando di mettere a disposizione la mia esperienza, la mia rete di contatti, anche la mia capacità professionale vista la mia formazione ingegneristica. In sostanza, mi hanno chiesto di scendere in campo, e io ho seguito l’istinto, ma anche il sentimento, decidendo di rimettermi in gioco per cercare di restituire ciò che il popolo di Casamicciola mi ha dato: la mia carriera politica infatti è partita dai cinque anni di sindacatura a Casamicciola dal 2002 al 2007. Da lì ho poi continuato la carriera nella cosa pubblica, dando tanto ma ricevendo tanto. Mi sento gratificato da ciò, ed è il momento di restituire. Inoltre, viste le condizioni in cui si trova il paese dopo il sisma e ancor di più dopo la frana, mi sono sentito richiamato anche dal senso del dovere, e quindi ho accettato la sfida. Nel momento in cui l’ho accettata, per i motivi che le ho citato, ero convintissimo che avremmo vinto le elezioni, e anche in così larga misura. Probabilmente ero l’unico che era convinto di ciò, anche nella mia squadra. Ho già fatto il sindaco di Casamicciola in un certo modo, cioè a “pieno regime” perché anche in quegli anni diedi tutto me stesso: in cinque anni rivoltammo il paese come un calzino. La mia presenza costante al Comune su tutti i problemi, quelli di natura pubblica ma anche quelli che incidevano sulle singole famiglie – di natura sociale, lavorativa, edilizia – mi ha dato la possibilità di poter parlare con varie persone, con le quali non ho mai interrotto i rapporti in tutti questi anni. Di conseguenza durante la campagna elettorale mi sono reso conto da subito, percependo l’affetto con cui venivo accolto nelle case dei cittadini, che avremmo non soltanto vinto, ma anche con largo margine».

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«Sin dal primo momento ero convinto che l’amministrazione uscente avrebbe perso le elezioni: negli ultimi tre anni, tale modo di amministrare si è poggiato su logiche di clientela, affari di natura personale, ma in pratica non è stato fatto nulla per il paese»

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Ha fatto riferimento al suo primo quinquennio da sindaco, e anche in campagna elettorale si è creato questo anello di congiunzione con il primo Giosi a Casamicciola, cosa che fa anche crescere le attese. Ora bisogna coniugare l’esigenza di riportare il paese su certi livelli, con il fronteggiare queste calamità naturali verificatesi nel frattempo. Come si farà?

«Stavolta c’è sicuramente tanto lavoro in più. Ma prima di accettare la candidatura ho fatto anche una riflessione, pensando a due cose: la prima è che questa candidatura era sensata perché Casamicciola vive una situazione di straordinarietà – dal sisma alla frana – e questo per me è stato anche uno stimolo, che ha influito molto sulla mia decisione. Possiamo mettere in campo varie capacità, l’abnegazione, la passione. Dico sempre che dal punto di vista politico non esiste una carica più bella di quella del sindaco, e quando si possono mettere in campo le proprie idee in un momento straordinario, è chiaramente uno stimolo in più. Questa è stata la prima motivazione. Poi c’è il secondo fattore: ho anche compreso che vari elementi, come le normative varate, le risorse stanziate che verranno presto integrate, la fortuna di avere un ottimo commissario come Legnini (cosa non scontata), mi convincono che la sfida si può raccogliere e anche vincere. Sono convinto che ce la possiamo fare: abbiamo tutte le condizioni per far uscire Casamicciola da questo momento difficile, dove si è toccato il punto più basso dal punto di vista della situazione sociale, turistica, economica dal dopoguerra ad oggi. Ecco, queste sono le due motivazioni che mi hanno spinto ad accettare la sfida, sapendo che mi sto giocando molto, anche dal punto di vista della credibilità acquisita in tanti anni, degli obiettivi e traguardi raggiunti politicamente. Fallire significherebbe perdere ciò che ho realizzato finora. Dunque, so che la posta in gioco è alta, ma sono sicuro di potercela fare».

«Un gruppo di amici mi ha chiesto di scendere in campo. Ho seguito anche il sentimento, decidendo di rimettermi in gioco per cercare di restituire ciò che il popolo di Casamicciola mi ha dato: la mia carriera politica infatti è partita dai cinque anni di sindacatura qui. Viste le condizioni in cui si trova il paese, mi sono sentito richiamato anche dal senso del dovere, e ho accettato la sfida. Ero convinto che avremmo vinto le elezioni, e anche in così larga misura»

Cosa le è piaciuto di più e cosa di meno nella campagna elettorale, che è sempre più ridotta rispetto a quelle a cui eravamo abituati negli scorsi decenni?

«Innanzitutto si è trattato di una campagna elettorale che andava fatta in questo modo: questa è stata una mia ferma volontà. Ho poi notato “sul campo” che gli avversari ci seguivano, prendendo decisioni in conseguenza delle nostre: ho quindi voluto impostare una campagna elettorale con un profilo basso proprio perché in questo momento i cittadini sentono aperta la ferita costituita dalla frana e soprattutto dalle vittime che essa ha provocato. Con questo umore basso, la gente non avrebbe compreso una battaglia elettorale molto cruenta, con toni accesi dall’alto dei balconi. Fortunatamente anche gli altri hanno seguito tale basso profilo: per la prima volta nella storia, credo, non si è fatto nessun comizio in piazza. Gli attuali sistemi di comunicazione hanno molto aiutato in tal senso: oltre ai social, c’è la stampa locale on line, le televisioni locali, che ci hanno dato la possibilità di far capire i programmi, le idee, gli obiettivi. In particolare, il programma non è un semplice atto formale, ma deve costituire un impegno reale che l’amministrazione prende col proprio elettorato. Dunque credo che non ci sia stato bisogno dei comizi per far scegliere i cittadini: e tutte le tre coalizioni in campo hanno deciso di rispettare il particolare momento vissuto dai casamicciolesi. Per quanto riguarda il momento più brutto, indicherei forse alcuni attacchi personali che si potevano evitare: io ho mantenuto un alto rispetto per tutti, in particolare sul profilo personale. Si può litigare politicamente, ma non scendere nell’offesa: qualcuno sull’altro fronte non l’ha pensata così, e si è trattato anche di persone che ritenevo amiche, che hanno iniziato a fare politica insieme a me, eppure hanno usato un linguaggio un po’ troppo aggressivo, stimolando anche personaggi venuti dalla terraferma a utilizzare più o meno lo stesso criterio. Un’attitudine secondo me fuori luogo, che ha danneggiato anche loro stessi. Ecco, questo è l’unico lato negativo di questa campagna, ma la vittoria ha riparato anche tali piccoli dispiaceri».

«Sono contento che le tre liste abbiano evitato i comizi di piazza, per rispetto del popolo casamicciolese dopo le recenti tragedie. Sull’altro fronte, forse alcuni attacchi personali si potevano evitare: si può litigare politicamente, ma non scendere nell’offesa: qualcuno sull’altro fronte non l’ha pensata così, persone che ritenevo amiche, che hanno iniziato a fare politica insieme a me, ma la vittoria ha guarito questi dispiaceri»

Negli ultimi tempi è diventata prassi la circostanza secondo cui la giunta sia composta con un calcolo squisitamente matematico e non politico-tecnico: i primi due di sesso maschile, le prime due di sesso femminile. Posso chiederle se sia scontato che si seguirà questo criterio oppure l’analisi potrebbe essere fatta anche con modalità diverse?

«No, non è affatto scontato. Non posso fare anticipazioni perché sto elaborando nella mia testa come comporre il mosaico: non è semplice. Il nostro è un comune piccolo, però non bisogna fallire la partenza, perché in ogni competizione la partenza è importante: se si parte bene, si ha già un vantaggio rispetto agli obiettivi. Sto ancora valutando: a breve avrò degli incontri bilaterali, ma anche collettivi con i componenti di lista e arriverò a sabato pronto per varare la squadra. Sulla questione da Lei posta io sono stato chiaro sin dall’inizio: la nostra è una squadra affiatata, ognuno ha le sue peculiarità, chi di natura professionale (che in questo momento sono utilissime), chi di consenso e riferimento sul territorio (è importante che i cittadini abbiano un referente a cui rivolgersi visti i frangenti in cui Casamicciola si dibatte). Questo è un quinquennio straordinario, spero che anche l’approccio della minoranza sia diverso da come è in circostanze ordinarie: dobbiamo capire che adesso bisogna lavorare esclusivamente per il paese. Poi tra cinque anni, col paese rimesso in sesto, si potrà ricominciare con quelle che sono state le prassi dei rispettivi ruoli in passato. Infine, siccome ritengo che la nostra squadra sia composta da dodici candidati tutti meritevoli di dare il proprio contributo all’amministrazione di Casamicciola, sin da prima della campagna io mi spinsi a spiegare che innanzitutto non c’era nessuna regola sulla “classifica”, visto che bisogna guardare tante altre sfumature per la giunta, fermo restando che ogni consigliere che non sarà in giunta avrà le sue deleghe, le sue responsabilità e anche le sue gratificazioni, ma anche che se qualcuno fosse rimasto fuori, sarebbe stato in vari modi recuperato alla causa. Ma ripeto, sabato prossimo sarò pronto per chiudere il cerchio».

«Per sabato prossimo sarò in grado di chiudere il cerchio nella composizione della giunta, ma tutti i componenti della lista saranno chiamati a dare un contributo alla causa, ma non posso fare anticipazioni»

In un percorso politico caratterizzato da tanti bei momenti, perché stavolta Giosi Ferrandino si è emozionato più che in passato?

«Sin dalle prime manifestazioni di affetto della folla mi sono commosso, perché mi sono ritrovato nell’agone elettorale territoriale comunale che mi mancava da tanto tempo: l’ultima elezione in cui mi sono candidato da sindaco fu nel 2012, quindi dieci anni fa. A Casamicciola era il 2002, bellissima: dopo tanti anni mi sono ritrovato a provare delle sensazioni che avevo dimenticato e l’emozione è stata grandissima. Vedere tutto l’affetto, la grande partecipazione, quasi un tifo da stadio, mi ha fatto riscoprire il calore della gente: tornare nei vicoletti di Casamicciola, nelle case, mi ha entusiasmato. Non le nascondo che ho lo stesso entusiasmo del 2002, nonostante qualche annetto in più. Quando si ha l’entusiasmo si vincono le sfide e soprattutto gli anni non si sentono».

«Il grande affetto della gente mi ha commosso, nel ritrovare la dimensione territoriale dell’agone elettorale ho ritrovato lo stesso entusiasmo del 2002, e con l’entusiasmo le sfide si vincono e gli anni non si sentono»

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