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Venia, lettera al vescovo: Ischia è a un bivio

Il nostro paese si trova ad un bivio, a un insidioso tornante della storia, costretto a decidere la traiettoria del proprio futuro. Ischia infatti, se non trova ed attua una nuova strategia che ne sviluppi il potenziale economico mantenendo il “vantaggio competitivo” sul mercato turistico (a tal fine ho elaborato e proposto il progetto Ischia Economia Blu per la tutela e la valorizzazione delle acque marine e termali) rischia di precipitare in un pozzo oscuro e in un declino amaro e severo forse irreversibile.
La caduta lenta oggi in essere, simile allo scivolamento su di un piano inclinato, in pochi anni ove mancasse un piano integrato e coordinato di interventi sociali, finanziari e infrastrutturali, mostrerebbe una progressiva accelerazione con la potenza distruttiva di uno tsunami in grado di scardinare l’ordine economico, fratturare la coesione sociale, ridurre le nostre infrastrutture del turismo a cattedrali nel deserto con una funzione minima e residuale di Ischia nel contesto turistico nazionale. Una specie di fabbrica lingotto del turismo, una miniera abbandonata, una citta’ fantasma nuovamente condannata alla poverta’ come quando nell’ottocento e nel novecento tre ondate migratorie potenti e drammatiche condussero i figli di Ischia oltre l’oceano lontane dalla loro terra e dai propri affetti. Per sempre.
Le avvisaglie di un simile epilogo purtroppo sussistono e si enumerano nella realta’ produttiva e civile. Sono allarmanti. Decine e decine di piccole e medie imprese morte e cancellate, una imponente massa debitoria che avvolge larga parte del tessuto imprenditoriale, il credit crunch, l’assenza di investimenti e di innovazioni, il degrado continuo del territorio, la problematica della qualità del mare e cosi’ via con l’effetto della espulsione di tanti lavoratori dal circuito turistico.
Una crescita economica spontanea, disorganica, scoordinata, non pianificata, caotica ha consumato bellezza, suolo e risorse depauperando territorio e paesaggio; e saccheggiando anche gli antichi serbatoi di eccellenza turistica e professionale rendendo quasi tutto un uniforme senza distacco, dove l’individuo e’ sostituibile, fungibile schiacciato ad un livello sempre piu’ basso. Le imprese come pezzi di ricambio, elementi identici di un contesto simile a un puzzle di valore sempre decrescente e lontano dagli standard delle stazioni turistiche di punta. Basti solo pensare alle condizioni insoddisfacenti della sanita’, dei trasporti marittimi e terrestri, della devastazione del verde aggredito da parassiti (…), della incuria di spiagge, strade ed aree pubbliche e private….
Per ovviare a tutto questo ho proposto l’avvio di un Programma di Qualita’ Totale nel Sistema Ischia unica speranza di elevare la caratura del nostro turismo, incrementare i fatturati, aprire a un nuovo periodo di sviluppo e a ricche occasioni di lavoro.
In questa infernale macchina, “l’Impianto” Ischia con i suoi cinquanta padroni e i 70.000 isolani ridotti a un ruolo servente, ogni diverso viene appiattito, normalizzato, stabilizzato in funzione dell’aumento del volume di affari e di ricchezze di pochi soggetti impermeabili alla solidarieta’, alla difesa dei beni comuni, all’interesse collettivo.
Ogni voce libera viene aggredita, censurata, lesa nei suoi propri diritti.
Ogni imprenditore autonomo e svincolato dal dominio egemone oggettivamente arginato. E nella sala albergo qualcuno chiede “Ma questo dove vuole arrivare?”.
Ogni lavoratore che rivendica i propri diritti sociali in troppi casi risulta ostracizzato, mobbizzato, licenziato, malpagato. Quante sono le vittime che hanno subito questi “trattamenti di fine rapporto”.
Una situazione pericolosa su cui lo Stato dovrebbe puntare i suoi fari.
Forse Stevenson oggi scriverebbe un altro capolavoro di narrativa, l’isola dell’usura… Altro evidente problema legato alla scarsa erogazione di credito da parte delle banche e alla crisi economica locale che si e’ sovrapposta a quella globale.
Anche nel rapporto con gli istituti di credito occorre cambiare visione da parte degli enti territoriali. Le banche devono partecipare veramente alle spese sociali per l’ambiente, l’arte, la cultura, la qualita’ della sanita’, il sostegno ad associazioni e fondazioni di carita’. Finora non e’ accaduto
Cio’ premesso per Salvare Ischia non basta un momento elettorale ordinario magari con ammucchiate eterogenee e contraddittorie come diverse armate brancaleone o aspiranti sindaci piu’ o meno credibili, ma una fase eccezionale condivisa dalla collettivita’ in cui prevalgano Uomini nuovi (rinnovati nello spirito e non giovani in senso anagrafico) e maestosi progetti di Rinascimento civile.
Serve una Rivoluzione Copernicana. Una Rivoluzione culturale, turistica, ecologica, etica, civile, sociale e identitaria.
Una svolta radicale . Un progetto strategico. Un nuovo inizio. Un salto logico, amministrativo, gestionale, economico. Portando nei comuni non ambizioni illogiche e presuntuose ma Idee, Progetti, Capacita’, Coraggio, decisioni, Visioni.
Si’ una visione del mondo. Una concezione e una strategia.
Un cambiamento totale e prolungato che cancelli brutture, errori, dilettantismo e smantelli questo equilibrio patogeno del sistema.
Partendo dall’ambiente e dal territorio. Da recuperare, riqualificare, valorizzare, tutelare. Una Rivoluzione, un ritorno all’antico splendore.
Revolutio infatti in latino significa ritorno all’antico stato ideale di purezza.
Il filosofo spiega infatti che l’Inizio non smette di parlarci. Beviamo a quella Fonte !
Il mondo non ha come suo fine il benessere di singoli, ma di un benessere esteso alla intera comunita’. A questo occorre tornare, anche attraverso meccanismi di perequazione nelle politiche gestionali e di bilancio del comune che realizzino una redistribuzione del reddito e una vita partecipata dell’economia.
La partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende turistiche sino a forme di cogestione e di leverage buyout .
La partecipazione agli utili del sistema recuperando e oltrepassando i concetti di Heimat e di Evergetismo e giungendo a una concezione protagonista della cittadinanza. Temi sui quali ho elaborato schemi e progetti.
Anche la vita del comune non puo’ essere ancora ispirata a criteri di selezione del personale politico e degli amministratori ottocenteschi su base esclusivamente quantitativa e familistica o clientelare ma deve incrociare competenze, skills, innovazioni.
Ma su, il Comune di Ischia, la politica, l’avvenire della nostra gente sono cose serie (…).
Siamo ancora in tempo per fare la Rivoluzione a tutela dei Beni Comuni e della Persona e cioe’ della sua integrale realizzazione nel Lavoro.
Un cambiamento dell’individuo e della comunita’. Per battere l’indifferenza e la paura.
Per arrestare corruzione degli stili, degrado e ignoranza. E volare alto verso il Futuro; non con le ali di cera di Icaro che il calore stesso puo’ rapidamente sciogliere, ma con le tecnologie ad energia solare, autoveicoli ad emissioni zero, isole pedonali, spiagge attrezzate, depurazione del mare.
Ischia Economia Blu. Ecco il mio progetto rivoluzionario per Ischia.
Partendo dall’individuo e da quello che Benedetto Croce chiama “il supremo concetto morale della liberta’” ovvero la Dignita’ della Persona.
Ma la prima scelta deve essere quella dei nostri meravigliosi giovani ai quali Giovanni Paolo II rivolse un indimenticabile monito: “Voi siete la luce del mondo, voi siete il sale della Terra”.

Avv. Luciano Venia
Candidato a sindaco di Ischia
Dirigente Provinciale di Fratelli d’Italia

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