POLITICA

Dati personali diffusi sul web, sul caso di Barano irrompe la Di Scala

La consigliera comunale di minoranza ha indirizzato una interrogazione al primo cittadino, la nota è stata trasmessa anche alla Stazione dei Carabinieri di Barano

La vicenda era di una gravità tale che certo non poteva chiudersi in 48 ore e come se niente fosse. La diffusione su diverse chat dei documenti dell’intero nucleo familiare del giovane baranese risultato positivo al Covid-19 ha suscitato (fortunatamente) sentimenti di profonda indignazione nella comunità isolana oltre ad un interrogativo inquietante e fin qui rimasto senza risposta: come è stato possibile che questi dati uscissero dal palazzo municipale di Barano? Perché su una cosa nessuno pare nutrire dubbi, le informazioni sensibili sono uscite dal municipio, diversamente non si spiegherebbe come poteva essere possibile raccoglierle in maniera tanto minuziosa. Per adesso le forze dell’ordine non hanno attivato alcuna indagine, anche perché pare che i genitori del ragazzo non abbiano intenzione di sporgere denuncia e per il reato di violazione della privacy ricordiamo che si può procedere esclusiva mente per querela di parte.

L’esponente politico chiede di conoscere “quale sia stato l’iter che abbia portato alla realizzazione del fascicolo in pdf con gli atti segreti del comune di Barano e chi fosse indirizzato” e anche di attivare “le opportune iniziative richieste dalla peculiarità del caso per consentire alle autorità competenti di perseguire le responsabilità penali e amministrative”

Ma adesso arriva anche l’interrogazione al sindaco da parte del consigliere comunale di minoranza (oltre che consigliere regionale) Maria Grazia Di Scala, che tra l’altro ha indirizzato via pec la propria interpellanza alla Stazione dei Carabinieri di Barano. Insomma, se non altro adesso i militari dell’Arma hanno comunque la segnalazione di un rappresentante delle istituzioni e questo magari potrebbe anche essere sufficiente per iniziare quantomeno a provare a far luce su questa scabrosa faccenda. La nota, ovviamente, è però indirizzata in primis al sindaco del Comune collinare, Dionigi Gaudioso, il primo al quale viene chiesta chiarezza su una storia decisamente a tinte fosche. L’interrogante esordisce così: “La sottoscritta Maria Grazia Di Scala, consigliere del gruppo Progetto Comune, espone: E’ ormai di dominio pubblico la circostanza che, a seguito del manifestarsi del primo caso isolano di Coronavirus, abbia iniziato a veicolare su numerosi gruppi WhatAapp un documento in formato PDF contenente le carte di identità e le fotografie della intera famiglia, ivi compresa una minore, cui appartiene il giovane risultato positivo al tampone. Il nucleo familiare risiede nel Comune di Barano d’Ischia, presso il cui Ufficio Anagrafe e Servizi Demografici sono custoditi i documenti e le relative notizie che hanno avuto indiscriminata diffusione. La circostanza è decisamente sconcertante, oltre che penalmente rilevante, atteso che con il veicolare di quei documenti si è messa alla gogna una famiglia, in un momento delicato per la grave emergenza che il paese sta vivendo, senza rispetto di persone e sentimenti”.

Nel passaggio successivo Maria Grazia Di Scala tende a precisare come da parte sua c’è soltanto la verità di riuscire a venire a capo di quanto successo, senza voler colpevolizzare a priori nessuno e non a caso il consigliere comunale scrive: “Non è intenzione della scrivente formulare alcun atto di accusa nei confronti della S.V. per quanto accaduto, ma va da sé che il primo cittadino del Comune ‘custode’ dei documenti e delle relative schede rivesta agli occhi della collettività il ruolo di responsabilità che la maggioranza degli elettori gli ha attribuito, ed in quanto tale avrebbe dovuto con immediatezza innanzitutto ufficializzare le scuse dell’amministrazione alla famiglia colpita nei sentimenti; indi, promuovere indagine interna tesa all’accertamento di chi abbia consentito la fuoriuscita e la diffusione del file PDF, per pervenire infine all’affermazione della responsabilità penale, amministrativa e morale di chi abbia compiuto la vergognosa azione.

A tutela prima di quella famiglia, e poi della comunità di cittadini baranesi, composta di persone perbene incapaci di gesti siffatti, ed infine a salvaguardia della faccia di tutti noi. A tutela del buon nome dell’amministrazione del Comune di Barano, alla quale anche la sottoscritta appartiene, che viene vista come la responsabile della grave violazione della privacy di questa famiglia Dalla casa comunale di Via Corrado Buono, invece, finora non una parola nei sensi auspicati”. Ed in effetti non vi è dubbio che fino a questo momento il silenzio che arriva dal municipio di Barano e dal suo massimo rappresentante è di quelli “assordanti”: a meno che lo stesso Gaudioso non abbia deciso per primo di vederci chiaro prima di rilasciare qualche dichiarazione ufficiale.

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Nella parte finale della sua interrogazione Maria Grazia Di Scala chiede al sindaco “di conoscere quale sia stato l’iter che abbia portato alla realizzazione del fascicolo in pdf con gli atti segreti del comune di Barano e chi fosse indirizzato, per quale motivo sia stato collezionato; di conoscere chi sia il Responsabile della protezione dei dati incaricato; di conoscere a quali indirizzi sia stato diffuso il fascicolo della famiglia; invita il Sindaco di Barano ad adottare le opportune iniziative richieste dalla peculiarità del caso, affinché sia consentito alle autorità competenti (cui pure la presente viene inviata) di perseguire le responsabilità penali ed amministrative, a tutela della dignità del nucleo familiare e dell’intera comunità baranese”. La speranza è che su questo episodio l’attenzione rimanga alta e i riflettori accesi ancora a lungo, per tutto il tempo che dovesse rendersi necessario. Farlo cadere nel dimenticatoio senza nemmeno provare ad acciuffare i responsabili sarebbe una sconfitta per l’intera comunità isolana.

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