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LE STORIE DI SANDRA Domenico Trani e la sua merceria

DI SANDRA MALATESTA

E come potevo non parlare in uno dei miei articoli di Domenico Trani che tutti abbiamo conosciuto come “Rumminc rint u mercat” per quella merceria che per noi era qualcosa di cui non potevamo fare a meno. Domenico Trani era nato il 2 marzo del 1909 e aveva sposato Serafina Di Meglio (12 febbraio 2015) che è vissuta tanto a lungo. Infatti è morta a quasi 100 anni nel 2014. Dal loro matrimonio nacquero quattro figli, tre maschi Antonio, Michele e Vincenzo e una femmina Maria. La famiglia Trani abitava a San Ciro, ma la merceria era nel vicolo del mercato comunale. Non era grande ma ci si trovava di tutto, proprio tutto. Ogni angolo, ogni piccolo spazio era stato occupato da qualsiasi cosa fosse oggetto di merceria. Io da bambina ci andavo con mamma e come mi piaceva quando Domenico prendeva i pezzi di stoffa attorcigliati vicino a un lungo cartone e per misurarli, li scioglieva. Manteneva l’inizio con una mano e con l’altra misurava il pezzo vicino al bancone dove aveva disegnato un metro esatto. Poi con le forbici faceva un taglio netto da sopra a giù e quel momento mi faceva sognare perché era così diritto. In quegli anni non c’erano negozi di abbigliamento e quindi si compravano stoffe, fodere, cotone, altra roba perché i vestiti li cucinano le sarte per le donne e I sarti per i maschi. Lui era un uomo calmo, esperto nel suo lavoro.

Tante sarte chiedevano consigli sul tipo di cotone o di fodera o di bottoni o altro e lui con sicurezza spiegava le caratteristiche di ogni cosa. Anche io crescendo ci sono andata spesso perché amavo cucire e a 18 feci il corso di taglio dalla signorina dell’eleganza femminile e tutto quello che mi serviva lo prendevo da lui. Dei quattro figli solo Vincenzo volle fare il lavoro del padre. Alla morte di Domenico la merceria continuò a essere uguale a sempre e Vincenzo prese il posto del padre. Purtroppo sia Vincenzo che Antonio che Michele sono morti. Vincenzo aveva gli stessi modi di fare del padre. Era così piacevole andare in quella bottega rimasta antica e trovarci tutto anche le ultime novità. Io sono cresciuta insieme a Vincenzo che ogni tanto scappava per venire a giocare con noi. Dolce e caro Vincenzo, quanto ti abbiamo voluto bene tutti e come sembra brutto quel negozio chiuso. Maria l’unica donna già da piccola aiutava la mamma in casa e anche se non la vedo da tanto ho un bel ricordo di lei.

Uno dei figli di Maria sposata Liguori, ha continuato a interessarsi di stoffe ed è Aldo che ha sposato una mia ex dolce alunna Virginia. Si vede che nel DNA della famiglia Di Rumminc c’è la passione per stoffe e tessuti. Tutti gli altri nipoti hanno scelto lavori diversi. Alcuni sono laureati e professionisti seri e stimati e ci sono anche due Domenico Trani, uno figlio di Antonio, e uno di Vincenzo e proprio Domenico di Vincenzo che è stato mio ex alunno, mi ha dato le foto e alcune notizie. Quel nostro caro Rumminc con la sua dolce e forte moglie, ci piacevano tanto. Si facevano amare erano proprio delle brave persone come lo sono del resto tutti della famiglia. Caro Domenico ricordo sempre la tua macchinetta per foderare di stoffa i bottoni. Quante volte me l’hai fatta usare, e quel tuo pezzo di legno a forma di parallelepipedo che tenevi sempre con te o per misurare la stoffa o per prendere roba che era troppo in alto. Tu mi volevi bene e io venivo spesso e quanti pezzi di stoffa ho rovinato prima di imparare… e tu mi dicevi: “nun fa nient po vir che t’mpar”. E tu Vincenzo mio amico caro sei stato sempre buono e paziente e so che ora sei in un posto tranquillo come sei stato tu.

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