LE OPINIONI

IL COMMENTO IL FERRAGOSTO E L’ESSENZA DI UNA FESTA

DI ANTIMO PUCA

Il Ferragosto ha origini risalenti al periodo romano e al calendario pagano: il termine deriva dal latino feriae Augusti, periodo durante il quale i romani si astenevano dai raccolti. Il nome significa «riposo di Augusto», in onore di Ottaviano Augusto, primo imperatore romano, da cui prende il nome il mese di agosto. E’ stato proprio lui a istituire una giornata di festa nel 18 a.C. che andava ad aggiungersi ai Vinalia rustica e ai Nemoralia, feste che nel mese di agosto celebravano i raccolti e la fine dei lavori agricoli, dedicate a Conso, che nella religione romana era il dio della terra e della fertilità. In questo modo, si concedeva al popolo un meritato periodo di riposo dopo le grandi fatiche delle settimane precedenti. Anticamente, il Ferragosto veniva celebrato l’1 agosto con corse di cavalli, feste, decorazioni floreali, ma i giorni di pausa erano molti di più, tanto che si arrivava fino al 15 di agosto. È stata la Chiesa cattolica a spostare i festeggiamenti a questa data, assimilando la festa pagana intorno al VII secolo, quando è stata fissata al 15 agosto, giorno in cui si celebra la festività dell’Assunzione di Maria. Sarebbe questo il giorno in cui la Vergine venne accolta in cielo sia con l’anima che con il corpo, simboleggiando la morte e la rinascita. Molte delle tradizioni diffuse ancora oggi nella giornata di Ferragosto derivano proprio da questi antichi significati.

Al momento sono cinque i corpi che vagano in cielo, uno è quello di Cristo, asceso alla presenza dei suoi discepoli, che siede “ad desteram patris”, (a destra del padre), uno è quello di Maria Assunta, che siede a sinistra, l’altro è quello del profeta Elia che, dopo avere scannato  450 sacerdoti di Baal e dopo altre peripezie venne rapito in cielo con un carro di fuoco e con cavalli fiammeggianti (Libro dei Re), l’altro è il corpo del patriarca Enoch, vissuto 365 anni, padre di Matusalemme, vissuto 969 anni e considerato la persona più vecchia mai esistita, “Enoch camminò con Dio e non fu più perchè Dio lo aveva preso”: quindi venne rapito in cielo, come Elia e con Elia  lotterà contro l’Anticristo nel giorno della seconda venuta di Cristo, cioè nel giorno del  giudizio universale. Ultimo corpo è quello di San Giuseppe da Copertino protettore degli studenti, che aveva l’abitudine di lievitare, di alzarsi in volo, ma sulla cui ascensione non si è sicuri dal momento che i resti del suo corpo si trovano nella cattedrale di Osimo. In realtà ci sarebbe da aggiungere il filosofo Empedocle, che fu visto allontanarsi verso la cima dell’Etna e il cui corpo non venne più ritrovato: il poeta Hordelin risolve la questione in due versi: “Il grande Empedocle, quell’anima ardente, cadendo nell’Etna bruciò interamente”. Di ascensioni  è ricca anche la mitologia greca: la più famosa è quella di Ercole, che suo padre Zeus chiamò nell’Olimpo, (cioè lo rese dio), mentre bruciava dopo avere indossato la camicia di Nesso. Altre storie che nascondono lo stretto legame tra i miti dell’antichità e la grande capacità del cristianesimo di inglobarli, di “trasfigurarli” e di dar loro una nuova veste compatibile con le credenze religiose cristiane.

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