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Vie del mare, perché le isole restano isolate

La Regione Campania avvia la riforma del trasporto marittimo nel Golfo di Napoli, promettendo continuità e sostenibilità. Ma tra proroghe, corse soppresse e disagi per pendolari e studenti, Ischia e Procida restano penalizzate

La nuova rotta del trasporto pubblico marittimo passa per la 653. Nuova ma non troppo: attese le polemiche e i malumori già palesi. Ma andiamo con ordine a raccontare i fatti. La Giunta regionale della Campania, con la delibera n. 653 del 29 settembre 2025, ha ufficialmente avviato una profonda riorganizzazione del trasporto marittimo nel Golfo di Napoli. Il provvedimento, firmato dal presidente Vincenzo De Luca e pubblicato sul BURC del 13 ottobre 2025, rappresenta una svolta attesa da tempo, ponendo fine a un decennio di proroghe e soluzioni temporanee nel settore.

IL QUADRO DEI SERVIZI MINIMI

Il testo della delibera sancisce la ricognizione aggiornata delle esigenze di mobilità marittima e ridefinisce la mappa dei servizi minimi garantiti. Questi includono le corse tra le isole di Ischia, Procida, Capri e la terraferma, finanziate direttamente dalla Regione e garantite tutto l’anno. La suddivisione resta tripartita: Servizi minimi in continuità territoriale: essenziali e obbligatori, assicurano il diritto alla mobilità per residenti, studenti e lavoratori; Servizi autorizzati: gestiti in regime di libero mercato, ma regolati dalla Regione; Servizi SIEG (Servizi di Interesse Economico Generale): comprendono i collegamenti turistici e quelli specifici, come il trasporto merci notturno. Particolare attenzione viene dedicata al collegamento notturno Casamicciola–Procida–Pozzuoli, confermato come SIEG e ritenuto indispensabile per l’approvvigionamento delle isole e la continuità territoriale.

IL RUOLO DI ACAMIR E LE PROROGHE

L’Agenzia Campana Mobilità, Infrastrutture e Reti (ACaMIR) ottiene il mandato di avviare una verifica di mercato, in conformità con la delibera dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti n. 22/2019. Obiettivo: valutare se vi siano operatori interessati a gestire i servizi senza contributi pubblici. Solo dopo questa analisi preliminare verrà pubblicato il bando per la gara europea, che dovrà ridefinire in maniera strutturale l’organizzazione delle tratte, degli orari e delle frequenze. Per scongiurare interruzioni nel servizio, la delibera prevede la proroga del contratto di servizio con Caremar fino al 31 dicembre 2026. Le autorizzazioni per i servizi di linea gestiti da compagnie private vengono anch’esse prorogate fino alla stessa data, garantendo collegamenti integrativi e stagionali. La Regione assicura così la continuità dell’offerta di trasporto durante la fase di transizione, tutelando le esigenze di residenti, studenti e pendolari.

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VERSO UNA RIFORMA ORGANICA E SOSTENIBILE

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La delibera n. 653 segna la fine di una lunga stagione di proroghe e apre la strada a una riforma organica del trasporto marittimo in Campania. Il documento tecnico di ACaMIR, allegato alla delibera, stabilisce nuovi standard di servizio, introduce criteri di efficienza e sicurezza e prepara il settore alla modernizzazione della flotta, con particolare attenzione alla transizione verso navi meno inquinanti. Come recita un noto proverbio napoletano, «Chi va piano va sano e va lontano»: la Regione, dopo anni di attese e rimandi, sembra finalmente aver imboccato la rotta giusta per costruire un sistema di trasporto marittimo coordinato, trasparente e programmato su base pluriennale. La svolta impressa dal piano De Luca, con la proroga a Caremar e la gara europea entro il 2026, apre una nuova fase per il trasporto marittimo nel Golfo di Napoli. Una riforma che promette efficienza, continuità e sostenibilità, restituendo ai cittadini e ai visitatori un servizio moderno e all’altezza delle sfide future. Gli orari invernali penalizzano i collegamenti con la terraferma. I sindaci contro le soppressioni: «La Regione garantisca i pendolari». Mentre la pubblica amministrazione fa il suo corso, ciò che si scrive sulla carta cozza con la realtà. E purtroppo nient’affatto agevole, per quanto riguarda i collegamenti marittimi da e per la terraferma. Un argomento, questo, sul quale la comunità locale è particolarmente sensibile – in particolare i residenti e quei pendolari che sulle vie del mare si muovono quotidianamente – e che è stato discusso nel corso della seduta di Consiglio comunale di Ischia, su proposta della consigliera comunale Alessandra Piricelli. Il quadro che è stato esposto è davvero di quelli a tinte fosche: una realtà che, in ogni caso, annovera 65.000 abitanti (di fatto quelli di una piccola provincia) si trova a fare i conti con una serie di privazioni. Andiamo con ordine: dal 15 settembre al 15 giugno anche quest’anno è soppressa, la domenica e nei giorni festivi infrasettimanali, la corsa con aliscafo delle 6.30 da Ischia per Napoli. Più o meno nello stesso arco temporale (30 settembre 2025 – 15 giugno 2026) è cancellata la corsa di aliscafo delle 19.45 da Ischia per Napoli, e la stessa sorte tocca al collegamento inverso, quello delle 21 dal Molo Beverello verso l’isola verde.

La delibera di Consiglio comunale – preso atto che queste limitazioni creano notevoli disagi all’utenza isolana – chiede il ripristino dei predetti collegamenti ma non solo. Sindaco e consiglieri hanno inserito nell’atto anche la richiesta, da inoltrare alla Regione Campania, di istituire una corsa di nave traghetto o aliscafo da Napoli per Ischia a mezzanotte. Un servizio che per alcuni anni fu in vigore, ma al quale poi l’ente di Palazzo Santa Lucia decise di rinunciare perché il mezzo viaggiava semivuoto. Come se poi gli autobus in città – hanno più volte fatto osservare da Ischia – di notte viaggiassero in overbooking: non succede, ma non per questo vengono lasciati in deposito. La soppressione dell’aliscafo delle 17.45 ha causato problemi enormi anche nella vicina Procida, come conferma Giuseppe Giaquinto del locale comitato per i trasporti marittimi. Come denuncia da tempo Giaquinto: «Lavoratori e studenti saranno costretti a tornare a casa ancora più tardi. Non meritano questo trattamento. È una questione di dignità: parliamo di un servizio che dovrebbe essere garantito, eppure si continua a tagliare corse senza alcun riguardo per le necessità dei cittadini».

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