POLITICAPRIMO PIANO

Città Metropolitana e Barano “bis”, Gaudioso racconta il suo tour de force

In pochi mesi il sindaco affronterà le elezioni al Consiglio metropolitano e quelle comunali: con il Golfo il primo cittadino fa il punto sull’attualità isolana

Partiamo dalla sua candidatura alla città metropolitana: come nasce?

«Mi è stato chiesto di candidarmi dal gruppo di persone di cui faccio parte. Mi sono state date delle garanzie sull’esito positivo, quindi ho accettato la candidatura. La Città metropolitana è un ente molto importante, e credo che una mia elezione possa essere utile per l’intera isola».

Corrisponde quindi al vero la voce secondo cui grazie ad una serie di accordi la sua elezione al consiglio metropolitano è già per così dire“blindata”?

«Il fatto che io sia l’unico candidato isolano dice molto, quindi secondo gli accordi stipulati con i nostri referenti partenopei, che costituiscono un gruppo importante nella realtà napoletana, le cose dovrebbero andar bene. Sull’isola sto comunque constatando un buon riscontro».

Saremmo dunque vicini ad avere di nuovo una voce isolana a livello provinciale.

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«Da quando l’ente provinciale è diventato Città Metropolitana l’isola non ha avuto più un proprio rappresentante, eppure sappiamo che questo ente detiene importanti competenze, a partire dalla viabilità e la rete stradale, ma anche per quanto riguarda le scuole: dunque è importante essere presenti direttamente in Consiglio metropolitano, da protagonisti, e non più facendo solo affidamento su canali indiretti. E penso che chi ha il diritto di voto sull’isola lo abbia capito».

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«Mi sono candidato al Consiglio Metropolitano dopo aver avuto alcune garanzie dal gruppo che mi supporta. È importante tornare ad aver una voce isolana all’interno del Consiglio, viste le tante competenze che spettano alla Città Metropolitana e che coinvolgono anche i nostri territori»

Ha accennato alla competenza metropolitana in tema di viabilità e di strade. Nell’ultimo periodo sembra che le amministrazioni isolane stiano affrontando in maniera costante il problema degli incidenti e la sicurezza sulle strade.

«Sì, e visto che la competenza del principale anello stradale isolano è di competenza metropolitana, bisognerà cercare di intervenire direttamente in caso di elezione. In ogni caso sulla problematica incidono vari fattori: c’è bisogno di lavorare “dal basso”, dal punto di vista dell’informazione e dell’educazione, rafforzando la cultura della sicurezza e del rispetto delle regole, a partire dalle scuole ma non solo. Ovviamente bisogna intervenire anche sul lato repressivo, mediante gli autovelox e altri sistemi che i tecnici e gli esperti sapranno indicare per incrementare la sicurezza sull’intera rete stradale isolana allo scopo di evitare tragedie come quelle che da tempo si verificano: negli ultimi anni sono stati purtroppo coinvolti ragazzi incolpevoli, vittime di pericolose condotte di guida altrui. Tragedie che potevano colpire chiunque, non dobbiamo quindi restare indifferenti, attendendo che esse ci colpiscano personalmente prima di fare qualcosa. Anche in tale prospettiva, credo che questa elezione alla Città Metropolitana sia importante: ho ottimi rapporti col sindaco Manfredi, cosa che potrebbe costituire ulteriore elemento positivo in vista di una proficua collaborazione istituzionale».

«Alle elezioni comunali ci presenteremo con la stessa squadra, con pochi cambiamenti. Il dottor Paolino Buono, dopo diversi anni in prima linea, stavolta non si candiderà pur se continuerà a essere un componente fondamentale del gruppo. Alla formazione della lista lavoreremo appena termineranno le elezioni della Città metropolitana»

A proposito di elezioni, tra poco si vota anche a Barano. Quante conferme e nuovi innesti ci saranno rispetto al 2017?

«Ci presenteremo praticamente con la stessa squadra, con pochi cambiamenti. Il dottor Paolino Buono, dopo diversi anni in prima linea, stavolta non si candiderà pur se continuerà a essere un componente fondamentale del gruppo. Ci sarà qualche volto nuovo: sulla concreta formazione della lista lavoreremo appena termineranno le elezioni della Città metropolitana».

Anche a Barano, così come a Ischia, non si vede ancora uno schieramento che si dovrà contrapporre al vostro. Non è una anomalia?

«Io non ho mai guardato “in casa d’altri”, quindi non mi interessa cosa faranno altri. Da quando ho iniziato a fare il sindaco ho pensato a esercitare al meglio questo ruolo, non certo a interessarmi dei rapporti interni a eventuali gruppi d’opposizione. Se altri riusciranno a comporre liste per partecipare alle elezioni, per noi non sarà mica un problema, anzi è un bene: siamo in democrazia. Noi siamo tranquilli, pronti a sostenere il confronto in campagna elettorale. Se poi ci saranno o meno liste concorrenti, non glielo so proprio dire».

«Non c’è alcuna spaccatura tra i sindaci, il caso dell’Evi è stato un episodio isolato. Tra l’altro ho un grande rapporto col sindaco Del Deo, con cui collaboro ormai da anni e per il quale avevo caldeggiato la sua elezione a presidente Ancim, dove sta facendo un ottimo lavoro»

L’ultima assemblea Evi ha sancito una spaccatura tra i sindaci isolani, anche se alcuni di essi hanno minimizzato. Davvero non poteva essere evitata, e soprattutto che strascichi rischia di avere?

«In futuro non dovrà avere nessuno strascico. C’è stata una diversità di vedute riguardo l’assetto della società, ma si tratta di un singolo episodio, niente di più. Dobbiamo andare avanti uniti, non bisogna affatto conteggiare episodi del genere. Può capitare, è capitato, ma mi auguro non succeda più».

Secondo molti tuttavia Del Deo e Pascale viaggiano in maniera autonoma, dando l’impressione di trovarsi davanti a due blocchi contrapposti.

«A me non pare che sia così. In particolare col sindaco Del Deo io personalmente ho un grande rapporto personale, collaboriamo ormai da cinque anni: all’epoca sono stato uno dei primi a caldeggiare la sua candidatura a Presidente dell’Associazione nazionale dei comuni delle isole minori, dove Del Deo sta facendo un ottimo lavoro. Quindi non vedo affatto tra i sindaci una divisione in schieramenti contrapposti».

«Sul problema del tribunale sono fiducioso circa una soluzione positiva. La responsabilità della situazione è governativa, non della politica locale. Non saprei dire se Giosi e Domenico avrebbero potuto fare di più per salvare la sezione distaccata»

Secondo Lei la paventata soppressione del tribunale, sinceramente, è anche colpa di una classe politica locale poco rappresentativa?

«Il pericolo è concreto, ma additare la classe politica locale mi sembra eccessivo: noi non siamo mica deputati o senatori. Quella relativa al tribunale è una scelta che spetta al governo, anche se noi stiamo cercando in ogni modo di scongiurarne la chiusura, che rappresenterebbe un danno pesante per l’isola e gli isolani, con un aumento dei costi. Tutto sommato io sono fiducioso, sono ottimista per natura: di recente come è noto abbiamo avuto un incontro col sindaco metropolitano Manfredi, il quale ha garantito il suo impegno. A breve torneremo a riunirci per fare il punto della situazione».

«Sull’isola c’è una grande e laboriosa comunità ucraina: l’isola saprà dimostrare la propria solidarietà in questo drammatico momento storico vissuto dall’Ucraina»

Su questa vicenda del tribunale secondo Lei era lecito attendersi qualcosa di più da Giosi Ferrandino e Domenico De Siano?

«Non ho avuto modo di parlare con loro sulla tematica riguardante il tribunale. Non so se siano stati sollecitati sulla questione, quindi non posso dire se e cosa hanno fatto. In passato mi risulta che si siano mossi, di recente non saprei. Quando sono stato chiamato in causa, non mi sono tirato indietro: penso che ciascuno di noi, ognuno nell’ambito del proprio ruolo, debba fare la sua parte».

Si approssima l’inizio della nuova stagione turistica. Qual è la sua prospettiva?

«Guardi, fino a dieci giorni fa avevo una prospettiva molto positiva: i numeri della pandemia stavano lentamente ma costantemente migliorando e ciò faceva presagire una stagione turistica appunto positiva. Adesso purtroppo è esplosa una guerra in Ucraina, nemmeno tanto lontana da noi. A livello turistico da alcuni anni i flussi provenienti dalla Russia stavano sopperendo in qualche modo alla riduzione di quelli in arrivo dalla Germania. Chiaramente adesso è certa una drastica flessione del turismo russo, con inevitabili ripercussioni negative sul settore turistico isolano. Rispetto agli ultimi anni mi aspetto che la stagione vada un po’ meglio, però lo scoppio della guerra in Ucraina forse è stato un evento inaspettato per molti».

«Sulla stagione turistica influirà sicuramente la guerra appena scoppiata perché ostacolerà i flussi turistici russi, ma mi aspetto un bilancio migliore rispetto agli ultimi anni condizionati dalla pandemia»

Che sensazioni, sentimenti e riflessioni le ha suscitato il conflitto in Ucraina?

«Sull’isola abbiamo una grande comunità di cittadini ucraini, che sono venuti qui a lavorare spesso svolgendo mansioni molto dure e faticose, dai lavori nell’edilizia e nei campi alle collaborazioni domestiche, e sono sempre stati accolti bene dagli ischitani. Sono convinto che Ischia continuerà a fare la sua parte per aiutare nel miglior modo possibile la popolazione ucraina. Per il resto mi sembra pleonastico condannare la guerra, cosa infatti ovvia, ma ripeto, ciò che noi possiamo fare è dare massima e concreta solidarietà all’Ucraina, cercando anche di capire come ospitare al meglio coloro che scappano dal conflitto».

«I cinque anni di mandato hanno consentito di raggiungere molti risultati per Barano, soprattutto grazie all’impegno e alla sinergia tra amministrazione e dipendenti comunali»

Il suo mandato volge ormai al termine. Qual è il ricordo più bello che si porta dietro?

«Guardi, sono contento di come è andata. Ci sono stati momenti duri, come l’esperienza del tutto inedita ed eccezionale della pandemia, ma sono convinto che Barano sia molto cresciuta in questi cinque anni. Pensiamo ai lavori di metanizzazione, diversi altri interventi molto importanti sul territorio. La cosa di cui sono più contento è costituita dal fatto che tutti i dipendenti si sono impegnati al massimo, lavorando in maniera compatta, con grande sinergia tra amministrazione e uffici, e penso che i risultati si siano visti. È stato un duro lavoro, ma mi sono potuto avvalere di un’ottima squadra, con grande armonia, sia a livello politico oltre che amministrativo: entrambe le componenti sono necessarie per arrivare ai risultati»

«Il momento più brutto è stato l’inizio della pandemia, con le prime vittime e le difficoltà nell’affrontare e gestire un’emergenza inedita come quella sanitaria. Per fortuna siamo riusciti a uscirne»

E il più brutto?

«Non dimentichiamo che sul nostro territorio fu accertato il primo caso isolano di covid, e la prima vittima fu il compianto Claudio Picconi, mio amico. È stato un momento molto brutto. C’erano difficoltà di ordine pratico proprio perché nessuno sapeva ancora come affrontare il virus, dai tamponi fino al problema della gestione dei rifiuti domestici dei cittadini contagiati o in quarantena. Fu un periodo davvero difficile e complicato. Per fortuna siamo riusciti a superarlo».

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