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Trasporti marittimi, si apre uno spiraglio sulla tratta Procida–Pozzuoli

Da questa mattina – dice l’assessore Lucia Mameli - la società di navigazione Medmar riattiverà i servizi sospesi nei giorni scorsi. Soddisfatto con cautela Giuseppe Giaquinto del Comitato Utenti Trasporto Isola di Procida

Dopo l’agitazione dei giorni scorsi, una buona notizia arriva sul fronte dei trasporti marittimi (sperando che non venga smentica come per l’entrata in servizio del traghetto “Agata”), almeno da sollevare i gravosi problemi che affliggono coloro che, per motivi di studio e di lavoro, quotidianamente viaggiano sulla tratta Procida – Pozzuoli e viceversa.

In un post, infatti, l’assessore Lucia Mameli scrive: “A seguito della nota regionale n.0718312 si informa che dal giorno 28 novembre 2019 la società Medmar riattiverà i servizi su Pozzuoli con la motonave Rosa d’Abundo. In attesa di sviluppi sul ripristino anche in via emergenziale delle corse Gestour. Attenzione sempre su ogni problematica”.

Sulla questione una misurata soddisfazione è espressa anche da Giuseppe Giaquinto, del Comitato Utenti Trasporto Isola di Procida. «Apprendiamo – dice Giaquinto – che la Regione Campania, opportunamente sollecitata e compulsata, dal 28 novembre ha invitato la società Medmar a riattivare i collegamenti Procida – Pozzuoli e viceversa con la Motonave “Rosa d’Abundo”. A breve anche la società Gestour dovrebbe riprendere i suoi collegamenti di servizio pubblico. Siamo felici per i tanti pendolari che erano in seria difficoltà ma non ci facciamo alcuna illusione. Questo traghetto fermo a Napoli già da parecchi giorni poteva diventare una soluzione molto tempo prima e non quando ci siamo arrabbiati e non poco. La situazione richiede da parte della Regione Campania un’attenzione straordinaria affinché nell’immediato futuro i cittadini di Procida abbiamo garantito il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale. E questo può avvenire solo riscrivendo le regole, dando il giusto ruolo ad una società finanziata con denaro pubblico, recependo le esigenze e le necessità delle comunità isolane, mettendo al primo posto gli interessi delle comunità che si amministrano e nessun altro interesse. Noi – continua Giaquinto -continueremo ad essere vigili e a lottare perché non vogliamo passare per un gregge ammaestrato. Siamo isolani, restiamo isolani ma non accettiamo che qualcuno pensi di tenerci prigionieri annullando linee, omettendo corse, saltando scali, effettuando solo partenze economicamente convenienti, lasciando zero posti a bordo per veicoli e passeggeri. Siamo cittadini campani e meritiamo la stessa attenzione di chi vive senza essere circondato dal mare, anzi meritiamo la massima considerazione perché sul mare non riusciamo proprio a camminare. Vogliamo ringraziare chi ci è stato vicino in questa battaglia.

A cominciare dai pendolari stessi, che con grande senso civico e di partecipazione hanno cominciato a battere i piedi a terra,. E poi gli organi di informazione che hanno sostenuto e amplificato il nostro Urlo di isolani isolati. Grazie all’ on.le regionale Maria Grazia Di Scala che si è immediatamente attivata, venendo a Procida ad incontrarci a promuovendo una immediata convocazione presso la Regione di tutti gli attori in campo a cominciare dalle compagnie di navigazione e dai rappresentanti dei pendolari. Grazie al gruppo consiliare “Per Procida”, che con grande sensibilità si è attivato con tutti gli strumenti a disposizione per rappresentare al meglio le necessità dei procidani. Un grazie al sempre presente, vigile e combattivo Nicola Lamonica. Grazie a quanti credono che spesso se non si alza la voce qualcuno ne approfitta, sperando in chi non vede e non sente. Eravamo pronti a scendere in piazza, non lo temiamo, ma preferiamo sempre alzare prima la voce senza esporre i cittadini che invece vanno rappresentati con efficacia. Ringraziamo pure l’assessore comunale Lucia Mameli che soffre quanto noi nel vedere Procida non rispettata da chi svolge servizi di pubblica utilità e dalla stessa Regione, probabilmente distratta da altri interessi. Il nostro cammino continua – conclude Giuseppe Giaquinto -perché ancora tante sono le cose che non vanno nel Golfo di Napoli. Ma noi siamo soliti non chinare il capo».

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