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Casamicciola, nulla osta della Procura alla messa in sicurezza dei manufatti sequestrati

Tra le esigenze delle parti in causa, è giusto dire che ha prevalso il compromesso. E soprattutto il buon senso, e questa rappresenta già una buona notizia in un paese come il nostro dove spesso raggiungere un risultato del genere è decisamente meno scontato di quanto si possa credere. Tutto era nato dopo i sigilli apposti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli – su disposizione dei pubblici ministeri Michele Caroppoli e Maria Teresa Orlando – a quattordici immobili rimasti gravemente lesionati o crollati dopo il terremoto del 21 agosto. Un’operazione questa che aveva creato non pochi problemi all’amministrazione comunale di Casamicciola, che su alcuni di quegli edifici avrebbe voluto operare una serie di interventi per poter consentire di riaprire alcune arterie stradali attualmente ubicate nella zona rossa, ovviamente dopo aver effettuato tutti gli accorgimenti del caso. Ma con il sequestro dell’autorità giudiziaria è chiaro che diventava impossibile avvicinarsi a quelle strutture e di conseguenza tutti i progetti che erano stati messi in cantiere avrebbero subito una brusca frenata. Ed è proprio per questo che già nell’imminenza dei provvedimenti adottati dalla Procura, il sindaco Giovan Battista Castagna aveva chiesto ai suoi interlocutori la necessità di poter garantire l’accesso ad alcune zone cosiddette “verdi” attraverso la viabilità in zona rossa, ovviamente attraverso gli interventi di messa in sicurezza di cui sopra.

Ecco perché tutte le parti in causa, dopo aver visitato i luoghi in questione ed i quattordici siti sequestrati, alla presenza di Antonio Piro – responsabile pro tempore dell’ufficio tecnico comunale di Casamicciola Terme – hanno redatto un verbale nel quale «con particolare riferimento ai siti prospicienti la viabilità di accesso alle zone verdi, autorizzano, fermo restando il sequestro, così come disposto dall’autorità giudiziaria, esclusivamente le operazioni di messa in sicurezza tramite l’esecuzione di opere provvisionali consistenti in puntellature in legno o in acciaio ovvero apposizione di opportune fasciature orizzontali per il contenimento delle pareti murarie e rimozione di eventuali tegole in fase di distacco». Nel verbale che è stato confezionato presso gli uffici del centro operativo comunale, all’interno del Capricho in Piazza Marina, è anche specificato che «le operazioni di messa in sicurezza devono avvenire senza asèportazione delle macerie e con limitata movimentazione delle stesse». Quest’ultimo dettaglio è facilmente spiegabile, in effetti la Procura vuole che lo stato dei luoghi resti almeno temporaneamente così com’è, perché presumibilmente anche lo stato in cui si trovano le macerie potrà tornare utile nel ricostruire la dinamica di una serie di crolli per i quali si ipotizza tutt’ora il reato di disastro colposo.

Gaetano Ferrandino

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