CRONACAPRIMO PIANO

Villa Mercede, imminente il “sorriso” per i degenti

Il direttore generale della Asl Na 2 Nord Antonio D’Amore comunica che i parenti potranno far visita agli anziani della rsa (con un protocollo di sicurezza) già dalla prossima settimana. E arriva anche l’appello di Lagnese

Il desiderio di ricongiungersi anche solo per pochi minuti alle persone care. Senza un bacio, senza un abbraccio, ma almeno con la possibilità di potersi guardare negli occhi. Nei giorni scorsi anche sulle colonne del nostro giornale abbiamo pubblicato l’appello che i congiunti dei degenti della casa di riposo per anziani Villa Mercede hanno indirizzato ai sindaci, al direttore generale della ASL Napoli 2 Nord ed al vescovo d’Ischia mons. Pietro Lagnese. E non possiamo fare altro che registrare con piacere che qualcosa si muove. Andiamo con ordine. Nella mattinata di ieri, dimostrando una encomiabile attenzione verso la questione, siamo stati contattati direttamente dal dott. D’Amore, il quale ci ha detto che si sta lavorando per consentire – con un protocollo che rispetti la massima sicurezza – di fare in modo che i parenti possano incontrare i nonnini di Villa Mercede già dalla prossima settimana. Il direttore ha poi aggiunto: “Per consentire un ricongiungimento sia pure con tutte le precauzioni del caso siamo al lavoro già da prima che ci pervenisse la lettera dei parenti dei degenti della rsa. E siamo sempre stati attenti e vigili su una tematica che comprendiamo soprattutto dal punto di vista umano e degli affetti, che rappresentano un qualcosa di fondamentale”.

Il pastore della Diocesi isolana è esplicito: «Siamo certi che la vicinanza dei familiari alle persone affette da patologie degenerative rivesta un ruolo riabilitativo fondamentale; la mancanza quotidiana di affetto da parte dei parenti è un disagio che certamente non fa bene alla salute»

E così, mentre D’Amore annuncia l’imminente fumata bianca, ecco che arriva anche una nota ufficiale del vescovo d’Ischia, mons. Pietro Lagnese, che esordisce così: “Martedì 4 agosto u.s. ho ricevuto da un gruppo di familiari degli ospiti della RSA Villa Mercede sita in Serrara Fontana un’accorata lettera nella quale esprimono al Vescovo e alla Chiesa di Ischia il loro dolore e il loro rammarico nel vedersi ancora impossibilitati nel visitare i loro parenti ospiti a Villa Mercede dopo un periodo di circa 5 mesi in cui, a causa della pandemia da Covid-19, è mancato qualsiasi contatto tra i familiari e i degenti della RSA, un provvedimento certamente necessario per tutelare la salute dei nostri anziani e dei propri cari. In piena pandemia, purtroppo, anche questa RSA è diventata un vero e proprio focolaio di contagio da Covid-19, che ha visto molti degenti, operatori e familiari ammalarsi di coronavirus: molti di loro sono guariti, mentre coloro che già soffrivano di patologie più gravi, ahimè non sono riusciti a sopravvivere. La Chiesa di Ischia si stringe intorno ai familiari delle vittime a cui abbiamo assicurato la nostra preghiera, e, in questo momento in cui l’emergenza si è attenuata, sente tutta l’importanza di sostenere la richiesta delle famiglie degli ospiti dell’RSA Villa Mercede che chiedono il ripristino di incontri periodici regolari con i propri congiunti, proprio per mantenere vivo il legame con i propri cari, unendo in tal modo all’impegno e alle cure dei medici e paramedici, l’affetto e la prossimità delle persone care, azione quanto mai necessaria per la salute degli ospiti di tale struttura. Siamo certi che la vicinanza dei familiari alle persone affette da patologie degenerative rivesta un ruolo riabilitativo fondamentale; la mancanza quotidiana di affetto da parte dei parenti è un disagio che certamente non fa bene alla salute dei degenti. I familiari degli ospiti dell’RSA Villa Mercede hanno sempre dato fiducia al lavoro dei sanitari che si occupano dei propri congiunti e ne hanno compreso l’impegno anche durante i giorni difficili dei contagi da Covid-19, consapevoli che ciascun congiunto è stato trattato con tutta la cura e il rispetto possibili”.

L’accorato appello del pastore della Diocesi isolana prosegue così: “Pertanto, ora che la situazione sembra andare verso una normalità, mi unisco alla voce dei familiari dei pazienti di Villa Mercede, che chiede di ricongiungersi ai propri cari: nessuno più dei familiari ha a cuore la salute dei loro congiunti. Evidentemente tali visite si dovranno effettuare con tutte le precauzioni necessarie per il contenimento del contagio da Covid-19, che gli organi preposti indicheranno opportunamente per garantirne la sicurezza, le turnazioni, i tempi e i luoghi di incontro. Rivolgo tale richiesta in modo particolare alla Direzione Generale dell’ASL Napoli 2 Nord a cui va il nostro ringraziamento e, in modo particolare, a tutti i medici e gli operatori sanitari dell’isola d’Ischia, a incominciare da quelli del P.O. A. Rizzoli, per il difficile lavoro svolto durante questi mesi di emergenza sanitaria, insieme alla piena riconoscenza per i sacrifici a cui si sono sottoposti per assicurare a tutti i cittadini un’efficiente assistenza sanitaria. Un grazie lo rivolgo anche ai Sigg. Sindaci dell’Isola e alle Forze dell’Ordine che con grande impegno sono riusciti a contenere il contagio sulla nostra meravigliosa Isola; a tutti loro chiedo un ulteriore sforzo da condividere insieme: avere maggiore cura rispetto alle fasce più deboli e alle persone che versano in condizioni di bisogno, affinché l’emergenza sanitaria non diventi anche una grave crisi sociale. Solo unendo i talenti e facendo rete tra tutti gli organi preposti riusciremo, anche a partire dai più deboli, a dare nuovo slancio alla nostra Isola”. Insomma, non resta che attendere a quanto sembra ancora qualche giorno: le videochiamate hanno rappresentato per alcuni e a tappe un palliativo, ma il contatto fisico resta un’emozione unica ed irrinunciabile. Specialmente per un anziano.

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