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Villa Mercede: via libera agli stipendi, resta l’incognita licenziamenti

Durante il vertice in Prefettura l’Asl si dice pronta a coprire le mensilità arretrate dietro la garanzia di polizza fideiussoria del Consorzio. Ancora incertezze sul nuovo bando e il possibile declassamento della residenza sanitaria assistenziale

La situazione di Villa Mercede resta difficile, ma al momento si vede qualche tenue spiraglio. Difficile però dire quanto esso sia risolutivo a medio e lungo termine. All’indomani del nuovo vertice in Prefettura, svoltosi ieri mattina, sembra infatti che sia possibile arrivare all’accordo per sbloccare almeno la questione-stipendi, che i dipendenti della residenza sanitaria assistenziale di Villa Mercede non percepiscono più da sei mesi.

All’incontro, in un clima piuttosto teso, erano presenti i sindaci isolani, l’Asl Napoli 2 Nord, i rappresentanti del Consorzio, le sigle dei sindacati e i rappresentanti dei lavoratori di Villa Mercede, oltre ai consiglieri regionali Maria Grazia Di Scala e Gennaro Saiello.

L’Asl ha confermato l’accoglimento della soluzione prospettata dai sindaci nelle scorse settimane, ovvero quella di iniziare a versare una parte del denaro riferito alle vecchie fatturazioni per le quali è in essere il contenzioso tra la stessa Asl e il Consorzio titolare della gestione dei servizi, di importo pari a oltre 191mila euro, previa presentazione di una polizza fideiussoria garantita da parte del Consorzio.

Ad aprile era stato stipulato un accordo tra Consorzio e Asl per un’altra somma di denaro, 176mila euro, che non dovrebbe più essere oggetto di discussione e che l’Asl, tempi tecnici permettendo, dovrebbe presto liquidare. In totale, si muoverà una somma di denaro pari a 667mila euro complessivi. Quindi dovrebbe essere sbloccati anzitutto i primi tre mesi di stipendio, gennaio, febbraio e marzo. Giovedì è previsto un incontro tra Asl e Consorzio su tale punto.

C’è comunque un altro problema, ben più preoccupante: le parti hanno provato ad affrontare la grave questione dei licenziamenti. Siccome si è già in fase di gara per il prossimo affidamento del servizio, dunque con la possibilità di contrattualizzare eventuali proroghe, si tenderà a “normalizzare” la situazione per il periodo da qui a quando sarà effettuata l’aggiudicazione della nuova gara. Il punto è che ciò sarà basato su criteri diversi, a partire dal “taglio” di alcune funzioni. Dal momento che i rapporti di lavoro d’ora in poi saranno gestiti direttamente dal Consorzio Nestore (e non più dalla Cooperativa), alcune figure ancora previste nell’organigramma potrebbe scomparire in quanto il Consorzio già le prevede nel proprio organico, altre invece non sarebbero nemmeno più contemplate. Sarebbero quindi a rischio dai sette agli otto dipendenti, nonostante la disponibilità da parte dei lavoratori, espressa tramite i rappresentanti sindacali, di procedere a una riduzione d’orario complessiva. Resta quindi il pericolo dei licenziamenti.

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I rappresentanti delle amministrazioni si sono poi spostati a Palazzo Santa Lucia, negli uffici della Regione, proprio per trattare la possibile modifica dei punti critici del nuovo bando, che declasserebbe la struttura di Villa Mercede, diminuendo i servizi e di conseguenze  alcune figure professionali, impoverendo ulteriormente l’offerta sanitaria sull’isola d’Ischia. Uno scenario da scongiurare per evitare di offrire il destro, come venne ipotizzato dai sindacati nelle ultime settimane, all’ipotesi di una chiusura totale della struttura in funzione degli scarsi servizi. Non è un’ipotesti campata in aria in quanto, rimodulando i servizi della residenza, rendendola una struttura classificata come “R3”, Villa Mercede non potrà più erogare servizi di cosiddetta “alta assistenza”, quella per patologie gravi quali la demenza senile, l’Alzheimer, e in quel caso i pazienti dovranno riaffidarsi ai familiari o in strutture sulla terraferma, ma potrà garantire solo bassa e media assistenza. Con i costi previsti nel bando, nessun paziente si rivolgerà più alla struttura, “confezionando” così la motivazione per chiudere completamente Villa Mercede.

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Giuseppe Silvestro, rappresentante Uiltucs, nonostante il passo avanti sul tema-stipendi, ha dichiarato: «Siamo fortemente preoccupati nell’immediato per quanto riguarda i livelli occupazionali. Chiediamo alle istituzioni di fare fronte comune insieme a noi per evitare la dispersione dei posti di lavoro».

Intanto, la citata controversia tra il Consorzio Nestore e l’Asl è temporaneamente “stoppata” presso la Quinta sezione del Tar, che ha sospeso il giudizio su ricorso del consorzio, emanando un’apposita ordinanza nella quale i giudici, «rilevato che la resistente Azienda sanitaria Na 2 Nord, sull’asserito presupposto che la controversia in esame radichi la giurisdizione del giudice ordinario, ha proposto ricorso per regolamento preventivo di giurisdizione ex art. 41 c.p.c., depositato in data 20 maggio 2019, R.G. n. 14614/2019, avanzando, dunque, istanza all’intestato Tribunale di sospensione ai sensi dell’art. 367 c.p.c.; ritenuto che l’istanza de qua non sia manifestamente inammissibile e la contestazione della giurisdizione non appaia manifestamente infondata», in attesa della decisione della Corte di Cassazione sulla questione, hanno disposto la sospensione del  giudizio. Le certezze dunque sono ancora di là da venire. Si guarda a giovedì per varare la soluzione sugli stipendi arretrati, mentre al momento resta almeno “congelata” la partenza delle dieci lettere di licenziamento da parte della cooperativa Civitas.

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