Villano si presenta: «camminiamo insieme»
Ieri mattina l’incontro del nuovo vescovo d’Ischia con i giornalisti locali presso la sede della Diocesi. Molti gli argomenti toccati, da un territorio che cambia pelle tra l’inverno e l’estate passando per la vicinanza della gente alla Chiesa. Spazio anche al futuro di Don Carlo Candido ed alla capacità di sapersi “sdoppiare” tra realtà diverse come Pozzuoli e Ischia
Ieri mattina il nuovo vescovo di Ischia e Pozzuoli, monsignor Carlo Villano, si è presentato ai media isolani in una conferenza stampa organizzata da Don Carlo Candido. Molte le domande poste dai giornalisti locali, con Villano che ha pazientemente risposto nonostante il suo grado di consapevolezza delle “cose isolane” sia giocoforza ancora in divenire. «Vengo dalla Diocesi di Aversa – ha dichiarato il nuovo Vescovo – e quindi ho avuto in comune con voi il Vescovo Cece. Sono contento di poter incontrare i giornalisti isolani: credo sia doverosa l’attenzione da parte nostra verso il vostro lavoro, che è importante non solo per la chiesa ma per tutta la comunità isolana. Don Carlo mi ha chiesto quale impressione io abbia avuto dall’isola d’Ischia: io sono stato due volte qui e ho ricavato l’impressione di una Chiesa vicina alla gente, ma anche di persone che sono attente e sensibili alla vita e all’attività della Chiesa. Ho la sensazione che la chiesa debba rispondere a una doppia sfida: una sfida “invernale” e una sfida “estiva”, è quasi come se diventassero due Diocesi in una, composta da coloro che la vivono durante l’anno, e coloro che la vivono nella stagione turistica. Affrontare questa realtà è una sfida che voi avete già raccolto e che vivete quotidianamente, una sfida che accoglierò anche io e continuerò a vivere insieme a voi con tutta la chiesa d’Ischia. Dunque, l’impressione è certamente positiva, quella di una chiesa che come dice Papa Francesco ha voglia e desiderio di camminare. Finora ho comunque “incrociato” il vostro cammino sinodale, e davvero la vostra è una Chiesa che si è messa su questo cammino con tanta determinazione, forza e coraggio».
«Comprendo le difficoltà e i timori di chi paventa che il più “grande” (Pozzuoli) possa inglobare il “piccolo” (Ischia), ma la sfida è proprio quella dell’unione, due entità che divengono un’unica Chiesa. Anche questo è un cammino da fare insieme. Se noi valorizzeremo le nostre ricchezze, allora ci sarà una proficua unificazione»
A chi gli domandava dei programmi che hanno comportato il suo arrivo al posto di monsignor Pascarella, e di cosa lo ha edotto quest’ultimo, il vescovo Villano ha spiegato: «Pascarella non è entrato nello specifico delle singole situazioni, ma mi ha parlato dell’isola d’Ischia, della sua complessità, sottolineando una particolarità: quella di una realtà dove ci si conosce davvero l’un l’altro, come accade nelle varie comunità parrocchiali, dove la conoscenza personale fa sì che ciascun individuo non sia anonimo». Secondo il nuovo vescovo, il problema per cui un solo parroco deve “reggere” più parrocchie, non è solo di Ischia: «Si tratta di un fenomeno presente anche altrove, dovuto giocoforza alla riduzione complessiva del numero dei sacerdoti nell’intera Chiesa. Voglio incontrare queste realtà locali, affrontare queste situazioni, e voglio farlo “sinodalmente”». Sul cammino di “unione” tra le Diocesi di Pozzuoli e Ischia, da alcuni vista con timore come una “annessione” che potrebbe far perdere all’isola la sua peculiarità, monsignor Villano ha risposto in maniera rassicurante: «L’obiettivo è quello dell’unità. Comprendo le difficoltà e i timori di chi paventa che il più “grande” possa inglobare il “piccolo”, ma la sfida è proprio quella dell’unione paritaria, due entità che divengono un’unica Chiesa. Anche questa è una sfida, è un cammino da fare insieme. Se noi valorizzeremo le nostre ricchezze, allora non ci sarà un “grande” che ingloba il “piccolo”, ma ci sarà una chiesa bella e ricca di tradizione. D’altronde c’è sempre stato il fenomeno delle Diocesi che a un certo punto della Storia per vari motivi vengono unite. Sono convinto che il Signore non ci farà mancare il suo sostegno, e se Papa Francesco ci sta indicando questo percorso, è per il bene della Chiesa».
«Su eventuali spostamenti da Pozzuoli all’isola in prospettiva questa può essere una strada da percorrere, sempre in un’ottica sinodale. Al momento è una cosa che non si può imporre, ma sarebbe bello avere sacerdoti che vengono da Pozzuoli e anche altri che da Ischia si spostano in terraferma. Lo scambio è sempre una ricchezza»
Non è mancata la domanda su possibili “trasferimenti” di sacerdoti, da parrocchie che dispongono di un maggior numero di vocazioni a quelle sprovviste, dunque su eventuali spostamenti da Pozzuoli all’isola, e il nuovo vescovo ha precisato: «In prospettiva questa può essere una strada da percorrere, sempre in un’ottica sinodale. Al momento è una cosa che non si può imporre, ma sarebbe bello avere sacerdoti che vengono da Pozzuoli e anche altri che da Ischia si spostano in terraferma. Lo scambio è sempre una ricchezza». Monsignor Villano si è soffermato anche sul suo rapporto con il mare: «È un buon rapporto: credo che il mare sia il luogo in cui ognuno si ritrova un po’ con sé stesso. Guardare l’orizzonte, diventa un momento contemplativo ma anche introspettivo». Su alcuni temi “caldi”, da Ischia ponte al destino di Don Carlo, il vescovo è stato franco: «Credo che monsignor Pascarella saprà decidere su tali situazioni ben prima di settembre», ha dichiarato Villano, che sulla grande risonanza mediatica di cui Ischia gode, nel bene e nel male, ha continuato: «Noi come voi, professionisti dell’informazione, siamo chiamati a comunicare cordialmente, tra noi, ma anche verso l’esterno. Questa eco mediatica mondiale di Ischia la sento come una responsabilità: anche i turisti che vengono da ogni parte del mondo devono poter tornare nei loro Paesi testimoniando di aver fatto una bella esperienza di accoglienza nella comunità ecclesiale di Ischia. Il mio desiderio è quello di lasciare un segno di vicinanza: voler bene ai sacerdoti, al popolo. Questo sarebbe il segno più bello che posso lasciare e il tesoro da portare davanti al Signore».
Su alcune problematiche come quella della casa di riposo “Don Orione”, il vescovo ha assicurato continuità con il predecessore nell’interessamento della Curia alla vicenda, e si è detto “incantato” dall’impegno dei giovani nel portare aiuto durante i giorni terribili della frana di Casamicciola: «Pensiamo spesso al disincanto dei giovani d’oggi, ma la realtà per fortuna ci smentisce. E questo è un motivo di speranza. Dobbiamo inoltre recuperare la centralità della parola di Dio, che è quella che orienta la nostra vita». Don Carlo Candido ha spiegato che il vescovo il prossimo 19 luglio farà il suo ingresso ufficiale nella diocesi di Pozzuoli, e poi sarà questione di giorni per la sua presentazione a Ischia. Qualcuno ha sollevato anche il tema lanciato dal vescovo di Acerra che in una nota aveva evidenziato il fenomeno di queste unificazioni diocesane, decise a Roma, quindi calate dall’alto, e che vanno a influire su realtà diverse tra loro, con un vescovo che si trova a gestire realtà non omogenee: «Credo che bisogna trovare delle strade nuove, ed è una novità per le nostre chiese. Siamo chiamati a sperimentare nuove forme di prossimità e vicinanza, anche differenti da quelle che abbiamo vissuto noi decenni fa». E sulla prossima destinazione dello stesso Don Carlo Candido, tra battute metaforiche da calciomercato, il vescovo ha comunque assicurato che non resterà disoccupato. Sul dramma di chi è stato colpito dalle recenti catastrofi naturali a Casamicciola, monsignor Villano ha assicurato un’azione di presenza, conforto, partecipazione alla popolazione ma anche di pungolo alle istituzioni per velocizzare le procedure di ricostruzione, quindi vicinanza alla popolazione ma anche vicinanza (e pressione) alle istituzioni. Altro focus da privilegiare è quello della pastorale vocazionale per incoraggiare nuove vocazioni, mentre la terza sfida sarà quella di intercettare anche quelle persone che, per turismo o altro, vengono sull’isola per un ridotto spazio di tempo. Proprio nell’ottica di una pastorale turistica, non sono escluse iniziative in grado di valorizzare il patrimonio artistico, culturale e architettonico di cui dispone la Diocesi: una forma di evangelizzazione attraverso l’arte.
FOTO FRANCO TRANI