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Vito Iacono: «Termina la mia esperienza in consiglio, ma continuerò a battermi per il paese»

FORIO – «Con la proclamazione degli eletti al consiglio comunale di Forio, termina ufficialmente la mia esperienza di consigliere comunale. Spero di aver assolto al meglio al mio compito». Lo ha detto il capogruppo de “Il Volo” Vito Iacono, che come noto non farà parte del civico consesso proclamato martedì mattina. «Ce l’ho messa tutta – ha proseguito Iacono – cercando di dare il mio contributo ai lavori del consiglio comunale nel fondamentale ruolo di indirizzo e di controllo al quale lo stesso è chiamato. Sicuramente potevo fare di più e meglio. Ma quello che ho fatto l’ho fatto con passione tra le mille difficoltà di una stagione politica non proprio facile e felice per il nostro Paese. Ringrazio quanti hanno seguito e stimolato il mio lavoro e la mia attività e mi scuso se non ho sempre raggiunto i risultati auspicabili o non ho sempre riservato le necessarie attenzioni ai problemi che mi venivano segnalati. Ora si continua, da cittadino, a testimoniare principi, valori e portare avanti le giuste battaglie nell’interesse prioritario e assoluto della nostra gente». Tra i tanti che hanno rivolto attestati di stima all’ex consigliere di minoranza figura anche il leader di “Forio nel futuro” Luciano Castaldi: «Difficilmente il consiglio comunale troverà analoghe competenze, passione, impegno. Potrai continuare, probabilmente persino con maggiore efficacia, il lavoro nel Paese, specialmente con i giovani. Forio può e deve rinascere solo a partire dal suo tessuto sociale. Un tessuto sociale sempre più sfilacciato, disorientato, privo di ancoraggi ideali e valoriali. Al di là delle differenze e delle divergenze, dei ruoli passati e futuri, con stima».

Non si è lasciata attendere la risposta di Vito Iacono, che ha dichiarato: «Carissimo Luciano, ti ringrazio per il generoso attestato di stima che ricambio. Penso che il Paese abbia bisogno di minor “sfoggio” di competenze, di passione, di competenze che rischiano di diventare un egoistico esercizio di autoreferenzialità. Dovremmo capire per la gente e soprattutto per i giovani quale è il linguaggio per loro più comprensibile. È chiaro che non sono stato bravo a farmi capire, è evidente che gli esempi servono a poco se questo Paese eleva a modello i principi della incoerenza, degli opportunismi, del nulla. Condivido e ne sono convinto che Forio può e deve rigenerarsi da sé stessa, dal suo tessuto sociale, dai suoi errori, dai nostri errori, ma se non riusciamo a parlarne, se riteniamo più comodo fuggirli, sarà difficile. Ci proviamo, magari insieme, almeno nella fase di studio, magari poi le soluzioni saranno diverse, ma ci proviamo. Grazie ancora!». Rispondendo all’intervento di un’internauta, Vito Iacono ha affermato: «Ovviamente continuerò ad esprimermi, ma se il Paese nel suo complesso riscoprisse il grande valore della indignazione e sollecitasse chi ci amministra a provare il salutare sentimento della vergogna vivremmo in un contesto diverso, migliore. Il problema non è la idoneità della classe politica, ma quella dei cittadini e del tessuto sociale in cui viviamo e sul quale bisogna lavorare con coraggio e fiducia per evitare la creazione di falsi miti che generano clan, squadre, bande che non fanno crescere Forio, ma solo alimentare le loro stupide ambizioni fondate sul nulla».

Tra i vari commenti, ce n’è uno che vale la pena di riportare nella sua interezza. «Non comprendo a Forio – ha scritto un altro internauta – questa frammentazione di giovani e meno giovani forze politiche pronte da tempo a subentrare alle vecchie generazioni ormai politicamente defunte. Pur sapendo di non avere i numeri per viaggiare da soli, insistono a spaccare il paese in mille rivoli destinati a prosciugarsi invece di formare insieme un torrente che pulisca finalmente il paese con le sue acque chiare e fresche. Presunzione? Egocentrismo? Manie di protagonismo? Ideologie diverse e superate? Spero di no: vorrebbe dire non amare il proprio paese!».

Quest’ultima riflessione ha suscitato l’interesse di Iacono, che ha risposto in maniera decisamente articolata. «Sono anni che oramai le ideologie, per fortuna, io direi purtroppo, non rappresentano più la ragione dello stare insieme, il resto sono solo alibi rispetto alla mancanza di volontà di voler dare la giusta lettura al recente passato ed al presente della storia amministrativa del Paese. Non ci sono presunzioni, egocentrismi o qualsivoglia mania di protagonismo, la verità è che non ci sono forze sufficienti per “formare il torrente” che ripulisca un Paese che vuole essere tutt’altro che pulito e anzi che cerca esso stesso un alibi nella politica difronte alla incapacità di fare sistema e mettere a regime le tante potenzialità. Oramai le elezioni si sono consumate e possiamo parlare ancora di più fuori dai denti senza essere accusati di farlo per tattiche elettorali. Ma come è possibile che migliaia di persone, magari anche e soprattutto giovani, abbiano individuato come espressione del cambiamento in quella rappresentata dal principe del trasformismo dell’età contemporanea, nella parte dove erano rappresentati indirettamente il peggior malcostume della politica degli anni ‘90 e direttamente imbrogli per decine di milioni di euro dalla Pegaso alla Torre Saracena, passando per la Colombaia fino al più grande affaire dei nostri anni dell’affidamento del servizio di gestione della Nu? Evidentemente qualche problemino c’è! O Forio è una grande associazione a delinquere, e non lo voglio credere, o facciamo finta di niente come nelle peggiori aree ad alta criminalità organizzata dove vige l’omertà, o questi signori – ha chiosato Iacono – sono così bravi a nascondere le loro responsabilità e i loro profili abusando della buona fede e della fiducia della nostra gente da meritarsi il premio Oscar».

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