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Vivara, importanti passi avanti per la riapertura

Di Guglielmo Taliercio

PROCIDA – Sono tanti a chiedere di Vivara e di quando ritornerà ad essere fruibile al pubblico ed è per questo che abbiamo girato la domanda all’assessore Antonio Carannate che, dal momento dell’insediamento dell’amministrazione guidata da Dino Ambrosino, si sta interessando della problematica. «Posso dire con soddisfazione che negli ultimi giorni, dopo tanti sforzi, abbiamo compiuto passi decisivi per la sua apertura al pubblico. Non manca molto. Negli ultimi tempi il destino dell’isolotto non conosce pace e da quando mi sono insediato il quadro non è dei più facili. Inoltre la burocrazia fa la sua parte». Ma andiamo per ordine ripercorrendo i passaggi salienti. «Per far comprendere meglio il campo delle difficoltà in cui l’amministrazione si sta muovendo – dice Carannate – è bene ricordare che l’isola di Vivara è Riserva Naturale Statale con decreto ministeriale dal 2002, cioè un’area ritenuta di particolare valore ecologico e scientifico, gestita da un apposito Comitato istituito nel 2005 con membri nominati dal Ministero dell’Ambiente, Regione Campania, Comune di Procida e dalla Fondazione Albano Francescano.

Nel giugno 2014 Vivara è stata aperta alle visite guidate, sempre su prenotazione, come previsto per una Riserva Naturale cd. “Orientata”, cioè una riserva che va gestita con visite controllate e in maniera tale che, oltre alla conservazione del territorio, vi sia lo sviluppo naturalistico di quest’ultimo anche per favorire un turismo naturalistico e didattico.

Nel dicembre 2014 la locale Guardia di Finanza – continua l’assessore Carannante – prescriveva l’adempimento di una serie di adempimenti tecnici per la sicurezza degli immobili dell’isolotto e la sua chiusura al pubblico. Iniziava così anche un procedimento penale a carico del presidente della Riserva Maurizio Marinella per le infrazioni riscontrate. Come se non bastasse, nel maggio 2015, è poi giunta anche una sentenza della Corte di Appello di Napoli che dopo 70 anni ha sancito che la proprietà dell’isolotto sia di privati anziché della Fondazione Albano Francescano. Per questo quando mi sono insediato ho trovato un quadro per nulla confortante ma Vivara, a prescindere dalla sua preziosa rilevanza naturalistica, fa parte della storia della comunità, oltre ad essere stata il primo insediamento abitato della nostra isola a cui era fisicamente unita, per cui come amministratori abbiamo il dovere di compiere ogni sforzo possibile per far sì che continui a esserlo. Sulla questione della proprietà – sottolinea Carannate – ho quindi subito convocato un tavolo tecnico con il legale dell’Ente e dell’Albano Francescano per fare il punto della situazione. Quest’ultimo ha proposto ricorso per Cassazione e il Comune di Procida come controinteressato ha ritenuto di aderire non solo per una questione morale ma anche giuridica. Di solito non commento le sentenze, ma in questo caso effettivamente, approfondendo la questione, vi sono molti aspetti che destano forti perplessità. Del resto vi era un codicillo del 1939 del sig. Lachianca che stabiliva che Vivara non venisse mai in perpetuo né venduta né concessa né in enfiteusi per far parte del patrimonio della Fondazione. La volontà del predecessore degli eredi Diana era chiara: Vivara deve appartenere in perpetuo ala comunità procidana attraverso la Fondazione Albano Francescano. Ora aspetteremo la decisione della Corte di Cassazione, ma tengo a ricordare che il fatto che la proprietà passi eventualmente ai privati, non cambierebbe granché poiché Vivara, ripeto, è una Riserva Naturale Statale e in quanto tale, per legge, è soggetta a vincoli nella destinazione e nella fruizione che spetta sempre e comunque al Comitato di Gestione Permanente, e non di certo ai presunti proprietari privati. Questi ultimi al massimo potrebbero entrare a far parte del suddetto Comitato, ma, ripeto, nulla cambierebbe sulla destinazione e sulla gestione, e come sopra specificato.  Sul fronte dell’apertura al pubblico posso dire, senza purtroppo grande sorpresa, che il vero nemico è la burocrazia e la lentezza dei suoi meccanismi. Da subito ho seguito da vicino il procedimento penale a carico del Presidente Marinella, che si è formalmente estinto solo poche settimane fa col pagamento dell’oblazione. Quindi pochi giorni fa, visto che il Comitato ha adempiuto le prescrizioni tecniche per mettere in sicurezza gli immobili dell’isolotto, ho subito convocato un tavolo con le istituzioni competenti e il Comitato di gestione per puntare alla riapertura, nel più breve tempo possibile. Il Comitato di gestione deve provvedere ancora a qualche adeguamento tecnico per consentire l’accesso al pubblico. In questo senso ieri abbiamo compiuto un sopralluogo per definire il tutto. Seguirò personalmente anche questa fase per far sì che Vivara ritorni nella pubblica disponibilità. Manca poco. Nel frattempo continuerò nel mio l’impegno di far dialogare il Comitato con le Associazioni presenti sul territorio, che costruiscono risorse competenti che hanno tanto da dare su questo fronte, anche per definire i dettagli delle modalità delle visite guidate. Anche su questo aspetto vi è un protocollo già definito, ma si può lavorare per portare qualche miglioria nell’interesse comune. Per quest’angolo di paradiso – conclude l’assessore Antonio Carannate – c’è ancora tanto da fare: è un obiettivo stimolante, l’importante è capire che Vivara ha una sua connotazione ben precisa da tutelare e valorizzare, nel pieno rispetto della sua protezione, e che ciascuno può dare il proprio contributo in quanto non vi sono depositari assoluti della sua tutela.  E’ un patrimonio comune d’immensa bellezza, e qualcuno diceva che il futuro appartiene a chi crede nella bellezza».

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