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Vivere in isolamento, il racconto: «La mia fuga dalla Svizzera»

La storia di un 26enne ischitano impiegato a Pontresina e costretto al rientro anticipato in Italia e sull’isola dopo la chiusura dell’albergo in cui lavorava: «L’autostrada era deserta, poi a Pozzuoli mi sono autodenunciato: invito tutti a seguire il mio esempio»

La sua è una storia tutta da raccontare. Come tante. Mario Di Iorio è uno dei tanti giovani isolani che ha lavorato fino a qualche giorno fa all’esterno. Ed è un ragazzo dall’alto senso di responsabilità perché una volta tornato ad Ischia si è messo in isolamento dopo essersi autodenunciato. Anche Mario ha dovuto fare i conti col coronavirus: era impiegato a Pontresina, nella svizzera Italiana, presso presso il Grand Hotel Kronenhof. Commis di sala, era alla sua prima stagione in terra elvetica. L’esplosione della pandemia da Covid 19 ha portato la struttura ricettiva dove era impiegato a chiudere i battenti in anticipo rispetto a quanto era stato preventivato. A questo punto, il 15 marzo, Mario in fretta e furia ha dovuto far ritorno a casa in fretta e furia.

Come si è svolto il viaggio?

«Sono partito dalla Svizzera in auto, ho preso un passaggio da due miei colleghi di lavoro che erano diretti in Sicilia. Nessuno ci ha mai fermato lungo il tragitto, eccezion fatta per la dogana dove abbiamo dovuto portare a compimento il solito rituale legato alla compilazione dell’autocertificazione. In autostrada, onestamente, il viaggio è stato surreale. Non c’era praticamente nessuno, abbiamo incrociato soltanto camion e automezzi ma ripeto non siamo mai stati controllati. Io poi sono sceso al porto di Pozzuoli, con gli amici che hanno proseguito».

E cos’è successo poi allo scalo flegreo?

«Beh, in primo luogo ho dovuto attendere un paio d’ore prima che partisse il traghetto, poi sono stato avvicinato dal personale addetto e qui ho provveduto ad autodenunciarmi, riferendo che arrivavo dalla Svizzera ed ero diretto ad Ischia. Credo che a quel punto l’Asl Na 2 Nord abbia attivato tutte le procedure del caso contattando anche chi di competenza: allo sbarco io ed altri due concittadini siamo infatti stati subito identificati. A quel punto mi sono posto in autoisolamento, fortunatamente in un’abitazione ubicata a Ischia e non utilisata dalla mia famiglia. Qui dovrà rimanere fino al 30 marzo».

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Un vantaggio non da poco avere un posto in cui stare senza il rischio della promiscuità.

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«Non c’è dubbio. E’ un qualcosa che mi fa stare anche più tranquillo, anche se ovviamente la lontananza dai propri cari pesa. Ma credimi, questo è il meno peggio».

In che senso?

«Aver raggiunto Ischia è stato un sollievo. Io, i miei concittadini e i miei connazionali in genere eravamo decisamente in ansia, preoccupati davvero. Lasciare la Svizzera, non lo nascondo, è stata davvero una liberazione».

Come stai?

«Bene, non ho assolutamente sintomi. Sono pressochè sicuro di non essere stato contagiato, ma in ogni caso mi attengo alle disposizioni e me ne resterò in casa fino al 30 marzo. Poi potrò raggiungere i miei familiari. Nel frattempo mio fratello mi rifornisce di tutto quello di cui ho bisogno, partendo dal cibo e passando a quelle che possono essere le necessità della quotidianità».

Il tuo è stato un atteggiamento di grande responsabilità, che però sembra non essere stato emulato da moltissimi cittadini, ovviamente disseminati su tutto il territorio nazionale. Te la senti di lanciare un messaggio?

«Esorto tutti coloro che si sono consapevolmente o meno esposti a un rischio a non esitare nell’autodenunciarsi. E’ un gesto importantissimo, potrebbe rivelarsi vitale non soltanto per noi ma anche per i nostri cari, per le persone che ci stanno più vicino e per tutti in generale. Soltanto così potremo uscire da questa emergenza e tornare a sorridere e vivere una vita normale. E se abbiamo senso civico tutto questo succederà al più presto».

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Costanzo

Salve io sono nelle stesse condizioni mi trovo in svizzera faccio il cuoco hotel dove lavoro a chiuso e quindi ho prenotato un aereo da zurigo diretto a Palermo giorno 25 arrivando a Palermo vado in quarantena per 15 giorni in una villetta estiva di mia proprietà a vivere con mia proprietà per non fare rischiare i mie familiari anche se credo di stare bene perché lavorando in cucina da solo e nel paesino dove lavoro non ci sono cas di corona virus. Mi trovo qui nella svizzera tedesca prima di partire mi autodenuncio al sito della regione sicil

Elettra

Carissimo Mario fateci il piacere di restarci ad Ischia tu e i tuoi paesani, che credimi anche per la Svizzera è una vera liberazione..

Luisa

Mario è un ragazzo, ed è plausibile che in questo periodo pieno di incertezze e paure voglia stare vicino alla sua famiglia, penso si riferisse a questo quando ha detto che andarsene dalla Svizzera era stata una liberazione..

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