Volevano oscurare il Castello Aragonese
Parcheggio della Siena, ieri mattina conferenza stampa del sindaco Enzo Ferrandino che va all’attacco e non risparmia bordate a Santaroni ed alla Turistica Villa Miramare. Poi mostra le immagini choc del progetto definitivo – ricco di difformità ed abusi - che avrebbe impedito la vista del monumento simbolo di Ischia. E sul futuro…
Un fiume in piena, tra difesa e puntualizzazioni. Spesso rimarcate e ribadite più volte, con tono deciso ma senza mai scantonare e conservare un invidiabile self control, a dimostrazione che sei anni da sindaco hanno cementificato anche carattere e self control. Dopo tutto quanto successo relativamente al Parcheggio della Siena a Ischia Ponte, ieri a prendersi i riflettori è stato il sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino, che ha voluto dire la sua con una dovizia di particolari che definire certosina è quantomeno riduttivo. E, prima di addentrarci in un ginepraio che in ogni caso sarebbe quasi esclusivamente tecnico, mettendo in chiaro una cosa: l’operato del Comune di Ischia e soprattutto dei suoi uffici è da ritenersi ineccepibile, se qualcuno ha sbagliato accumulando abusi su abusi e non volendo mai mettere il “freno a mano” questi è stato l’avvocato Santaroni e nello specifico la Turistica Villa Miramare. In estrema sintesi, Enzo ne ha dette tante ma quando ha mostrato delle slide che mostravano come il parcheggio una volta ultimato avrebbe oscurato la vista del Castello Aragonese a chi si apprestava a dirigersi a Ischia Ponte, beh il gelo è calato sui presenti nella sala consiliare. E in quel momento, anche un non addetto ai lavori ha capito che la misura era ormai colma e compreso che l’ordinanza di sequestro e demolizione era la (sola) panacea di tutti i mali. Già, le slide, che proprio insieme al primo cittadino sono state le indiscusse protagoniste di una mattinata che non avremmo mai voluto vivere.
IL SINDACO E L’OPERAZIONE VERITA’ DAL 2010 AD OGGI
Operazione verità, così il sindaco ribattezza la sua esposizione che parte naturalmente dal 2010, partendo da una premessa: “Mi rendo conto che siamo davanti a un qualcosa di inusuale, credo che non sia mai stata indetta da un sindaco una conferenza stampa per spiegare i contenuti di relazioni tecniche”. Si parte dal famigerato (a questo punto) permesso a costruire “corroborato” da un’autorizzazione paesaggistica, per la realizzazione di un parcheggio che avrebbe dovuto fungere da supporto alle strutture ricettive della zona ma anche al borgo antico di Ischia Ponte. Proprio grazie a quell’opera si sarebbe potuto concretizzare il progetto di Enzo e della sua amministrazione di chiudere il predetto borgo al traffico veicolare per sette mesi l’anno. I lavori prendono il via nel 2013, poi Ferrandino fa un salto in avanti, al 2017, nel momento in cui si insedia la prima amministrazione da lui guidata: “Ecco cosa abbiamo ereditato a novembre 2018 – spiega mostrando un’immagine di Google Earth – un grande fosso con la presenza di acqua il cui livello si modificava in base all’andamento delle maree. In quel momento abbiamo iniziato a ragionare su cosa fosse più giusto nell’interesse della nostra comunità”.
Non c’erano purtroppo le risorse per procedere a un esproprio ma dal palazzo municipale era già chiaro che quanto contenuto nella relazione allegata al permesso di costruire (“l’opera non è assolutamente invasiva) non corrispondesse al vero. “Ma ci siamo sempre mossi in maniera retta, cauta e responsabile”, tre termini che Enzo Ferrandino utilizzerà almeno venti volte durante la conferenza stampa. Tutto questo, continua, “affinché le opere potessero continuare nel rispetto del progetto iniziale”. Il sindaco rincara la dose e ricorda che il reale impatto paesaggistico che avrebbe comportato l’opera divenne chiaro solo a fine 2021 quando sono state posate sulle travi i moduli prefabbricati del solaio. In questo momento vengono effettuati una serie di accessi e controlli senza l’utilizzo di strumenti di precisione ma ricorrendo a semplici puntatori laser ed emersero delle anomalie che finirono in un provvedimento del febbraio 2022.
“HANNO PREVALSO PRESSAPOCHISMO E ARROGANZA”
Enzo Ferrandino a quel punto cita slide alla mano (o meglio a vista d’occhio) una serie impressionanti di difformità commesse in sede di realizzazione dell’opera visibili in alcuni casi anche ad occhio nudo e sulle quali non ci soffermiamo in dettagli per non tediare il lettore. L’ufficio tecnico chiedeva di presentare una progettazione con le quote effettive dell’opera che si stava realizzando da sottoporre al giudizio della Commissione locale del Paesaggio ed alla Sovrintendenza, sempre per evitare il peggio. E nel frattempo, ovviamente, di non proseguire parte dei lavori. Enzo respinge categoricamente le accuse di contrapposizione all’interno dell’UTC tra prima e dopo e spara la prima bordata: “Se ci sono state attestazioni di pressapochismo e di arroganza vanno ricercate altrove, qualcuno pensava di poter fare tutto quello che voleva nascondendosi dietro la logica del pubblico interesse”. Poi le foto choc di pensiline che di fatto avrebbero oscurato il Castello Aragonese, come ricordavamo in apertura. Poi il sindaco fa un break e racconta un altro rammarico: “Ricordammo l’atto di sottomissione presente in una delibera del 2010 e chiedemmo la sosta gratuita per 60 vetture appartenenti a residenti nel borgo per poter procedere alla sua chiusura al traffico, ma ci fu risposto picche. Fu una grossa delusione”. Poi la decisione della Sovrintendenza di sospendere opere che però per un certo periodo gli operai continuavano comunque a portare avanti. Si innesca così il contenzioso finanzi al Tar che vede il Comune costituirsi ad opponendum prima che poi – e siamo a tempi più recenti – entrasse in ballo anche la Procura della Repubblica che ha fatto scattare le verifiche più recenti condotte da Antonio Sessa e che hanno portato a effettuare 476 “battute” e riscontrare una serie di abusi tutti contenuti nell’ordinanza di demolizione ormai nota a tutti. E anche l’assenza clamorosa e visibile parimenti a occhio nudo di una striscia di verde praticamente inesistente.
LA BORDATA: QUALCUNO HA PREFERITO “CONTARE” A RACCONTARE
Enzo Ferrandino prosegue la sua disamina facendo anche un altro passaggio significativo: “Vi devo rappresentare una frustrazione patita da pubblico amministratore. Nel 2017 per realizzare il parcheggio di via Alfredo De Luca abbiamo dovuto osservare una serie di rigide prescrizioni che ci hanno impedito di poter installare un elevatore che consentisse l’accesso ai disabili in quella struttura. Qualcuno, invece, sventolando un pubblico interesse tutto da dimostrare, ha fatto ben altro cercando anche di forzare le sue di prescrizioni utilizzando lo strumento del ricorso al Tar. Che se accolto, avrebbe probabilmente lasciato campo libero per la realizzazione dell’opera che non sarebbe stata più ostacolabile…”. Poi sottolinea con vigore: “Non esiste parlare di un’azione irresponsabile da parte dell’ufficio tecnico o dell’amministrazione, il sequestro che si è generato non è di nostra competenza diretta ma è chiaro che condividiamo pienamente quanto messo in atto. Il campanello d’allarme era suonato, ma qualcuno ha fatto orecchie da mercante”.
Poi la nuova bordata a Santaroni arriva attraverso il racconto di un aneddoto: “In una delle prime uscite pubbliche da vicesindaco, nel 2015 portai i saluti al Festival di Filosofia brillantemente organizzato da Raffaele Mirelli ed ascoltai con attenzione una lectio magistralis. L’autore con voce cavernosa e fascinosa volle spiegare il segreto della parola raccontare con la traduzione spagnola del termine che significa contare. Ecco, ultimamente sono rimasto deluso, perché chi aveva il dovere di raccontare la verità ha decisamente abdicato preferendo… contare”. E con la mano mima il gesto di chi conta il vile denaro, giusto per rafforzare il concetto a beneficio di coloro che non lo avessero inteso. “Ma non è un problema – aggiunge Enzo – noi abbiamo avuto e continueremo ad avere la schiena dritta nell’interesse dei cittadini”.
IL FUTURO E TUTTE LE OMBRE CHE RISERVA
Adesso però c’è un futuro da affrontare e noi stessi rivolgiamo la domanda al sindaco osservando che magari l’ischitano medio teme adesso che quell’opera possa rimanere brutta ed incompiuta in loco vita natural durante. Succede spesso in Italia, e a Casamicciola abbiamo l’esempio della caserma della Forestale nel bosco della Maddalena che rappresenta una sorta di icona. Enzo Ferrandino non si fa pregare e risponde: “Su questo voglio fare una puntualizzazione per evitare ulteriore confusione. Ricordo una volta di più che parliamo di un’opera privata fattasi autorizzare su un suolo privato seguendo l’iter autorizzativo del caso. Dunque non siamo davanti a un’opera pubblica. E noi, come amministrazione, in questi anni abbiamo dato dimostrazione di saperne ultimare diverse. La soluzione?
Il Comune è pronto a fare la sua parte nel pieno e ossequioso rispetto delle leggi vigenti, non ci tireremo indietro e continueremo a sostenere la realizzazione del parcheggio. Ma una cosa deve essere chiara: i matrimoni si fanno in due: quando un coniuge è diligente e l’altro non si comporta alla stessa maniera, è chiaro che il rapporto è destinato a scoppiare.
Viceversa, si va d’amore e d’accordo. Poi, incalzato dai giornalisti, ricorda una volta di più che le difformità riscontrate non sono di poco conto e che a questo punto è evidente che l’intervento dell’autorità giudiziaria rende la vicenda ancor più complessa. Si parla allora di tempi e Ferrandino spiega: “Dipendono anche dagli attori coinvolti in questa vicenda, noi siamo pronti a valutare tutte le soluzioni che rientrino in un certo alveo.
L’interesse pubblico certamente è rappresentato dal rendere non più schiava del traffico la parte storica più pregiata del nostro territorio. Abbiamo bisogno che almeno un’auto per ogni nucleo familiari dei cittadini presenti a Ischia Ponte possa parcheggiare a condizioni di favore all’interno di questa struttura. Guardate com’era la Siena nel 2009, avevamo un parcheggio dove si potevano posteggiare le vetture”. Poi mostra una foto dall’alto della struttura sequestrata e con amarezza si rivolge ai presenti: “Qual è l’interesse pubblico di questo? Ma lo ripeto, purtroppo noi abbiamo ereditato un lago artificiale, questa è la triste verità…”.
FOTO FRANCO TRANI
Lho visto.E’ una grandissima schifezza!