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Volo mortale, chiuso il processo a Domenico Ambrosino

L’imputato, difeso dall’avvocato Michelangelo Morgera, ha patteggiato davanti al gup una condanna ad un anno e sei mesi di reclusioni e 900 euro di ammenda con pena sospesa. Il 16 dicembre 2021 la drammatica tragedia che a Forio costò la vita all’operaio Vittorio Tommasone

La sentenza di condanna è arrivata, anche se tutto sommato all’imputato è andata davvero bene. Dinanzi al gup del Tribunale di Napoli Domenico Ambrosino, difeso dall’avvocato Michelangelo Morgera, è stato infatti condannato alla pena di un anno e sei mesi di reclusione per il reato di omicidio colposo. Nella motivazione il giudicante osserva che “le risultanze delle indagini preliminari indicano univocamente, sul piano obiettivo, l’avvenuta perpetrazione, da parte dell’imputato, dei reati ascrittigli: in particolare egli ha cagionato colposamente la morte di Vittorio Tommasone ed ha violato le prescrizioni imposte dalla normativa in materia di sicurezza del lavoro” e poi aggiunge che “possono riconoscersi le attenutanti generiche considerato anche il raggiungimento di un accordo transattivo ed il risarcimento del danno. Da qui la pena definitiva di un anno e sei mesi di reclusioni e 900 euro di ammenda con la pena stessa che è stata sospesa. Insomma, un esito tutto sommato positivo visti i fatti contestati sui quali a breve faremo chiarezza.

Il reato contestato era quello di omicidio colposo, la vittima precipitò da un’altezza di oltre sei metri e dalle prime indagini condotte dai carabinieri di Ischia risultò anche non essere assicurato. Il secondo imputato, Luigi Patalano, sarà invece giudicato in separata sede

Vittorio Tommasone perse la vita all’età di 59 anni il 16 dicembre 2021 a Forio, rimanendo vittima di un incidente sul lavoro. L’uomo si trovava su di una impalcatura di circa sette metri di altezza quando all’improvviso venne giù il montacarichi che stava smontando. Sarebbe stata questa la causa che provocò la caduta dell’uomo, che fu trasportato all’ospedale Rizzoli di Lacco Ameno dai suoi colleghi di lavoro a bordo di un furgone, per morire di lì a poco. Immediatamente fu aperta un’indagine da parte dei carabinieri della Compagnia di Ischia che accertarono da subito una serie di anomalie e irregolarità che portarono all’apertura di un’inchiesta, su tutte la circostanza che il Tommasone non fosse regolarmente assicurato e stesse lavorando in nero. Ritornando ai capi di imputazione, Domenico Ambrosino, per il quale lavorava la vittima, è ritenuto responsabile di non aver provveduto affinchè i propri lavoratori (tra i quali anche il Tommasone) “ricevessero una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, con particolare riferimento ai rischi riferiti alle mansioni, all’utilizzo delle attrezzature, dei lavori in quota e ai possibili danni ed alle conseguenti misure e procedure di prevenzione”. Non volo, gli veniva anche contestato di non aver provveduto “in relazione al ponteggio metallico costituito da tubi e giunti, allestito con configurazioni strutturali utilizzate in difformità agli schemi e alle configurazioni di montaggio previste dall’autorizzazione ministeriale, a fare elaborare da parte di un ingegnere abilitato un apposito progetto di resistenza e stabilità eseguito secondo le istruzioni approvate nell’autorizzazione ministeriale con i relativi disegni esecutivi”. Inoltre all’imputato veniva contestato che – per quanto dovesse eseguire lavori ad una quota superiore ai sei metri – aveva elevato un ponteggio metallico costituito da tubi e giunti in assenza di un piano di montaggio, uso e smontaggio. Va sottolineato che la vicenda giudiziaria vede imputato anche Luigi Patalano, difeso dall’avvocato Alberto Barbieri, per il quale si procederà però in separata sede.

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