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Sotto Tiro – I saponi biodegradabili

Dopo oltre due anni il liquidatore del CISI/Evi, dottor Ghirelli, porta all’attenzione dell’assemblea la mancanza di attuazione delle ordinanze sul divieto ed uso sull’isola dei saponi e liquidi non biodegradabili.

I sei sindaci dell’isola avevano emesso le ordinanze per tentare di affrontare l’inquinamento del mare per arginare o meglio eliminare l’immissione in fogna dei prodotti inquinanti che usiamo noi isolani: saponi e grassi

Quello dei saponi era il primo passo per tentare di arginare il disastro provocato dal Governo regionale che non aveva saputo attuare il piano dei depuratori. Dopo l’ultima disfatta con la chiusura dei lavori a San Pietro è venuta fuori un’altra idea. E se riuscissimo a realizzare il disinquinamento del nostro mare senza la costruzione dei depuratori’ Follia o uovo di Colombo?

Nell’ultimo convegno de “ILGOLFO” a Casamicciola l’ingegnere Pino Di Meglio ci ha comunicato che la gestione degli eventuali depuratori, quando e se il sistema riuscirà a costruirli, saranno la rovina per gli isolani. I costi di gestione saranno proibitivi per i cittadini e come sempre avviene in Italia questi impianti faranno la fine di tanti altri depuratori che buttano a mare tutto quello che ricevono e non disinquinano niente.

E allora? Se non buttiamo nelle fogne saponi inquinanti e grassi succede che a finire a mare saranno solo materiali organici. Non ci hanno sempre detto che se gli scarichi attraverso le condotte arrivano a oltre 50 metri di profondità i batteri muoiono naturalmente? Ecco dunque emergere la tentazione di effettuare uno studio serio sul come si possono abbattere le immissioni a mare di colibatteri per rimanere nelle tabelle imposte dalla normativa governativa. Si pensa a grigliature, ossigenazione, enzimi e tritatura prima di buttare tutto nel gran rigeneratore di roba naturale che è il mare.

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E’ pur vero che i tangentisti che operano sui lavori pubblici non molleranno facilmente la presa sulla realizzazione di opere che prevedono una spesa complessiva di 70 milioni di euro (parliamo dei soldi necessari per la costruzione dei depuratori) ma sono convinto che i sei sindaci e Ghirelli vorranno certamente verificare se il progetto è una bufala o può rappresentare davvero il predetto uovo di Colombo e dunque la tanto agognata svolta.

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Vi ricordate lo studio dell’istituto danese Nilsen che progettò per l’EVi la condotta sottomarina per Cuma? E come andò a finire?  Costava poco, forse troppo poco, non venne realizzato col risultato che oggi ci troviamo nelle condizioni che conoscete…

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