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Workshop a Casamicciola, così Piazza Bagni cambia volto

Gianluca Castagna | Casamicciola Terme – E’ una delle piazze più note e meno frequentate dell’isola d’Ischia. La notorietà arriva dalla grande tradizione termale che la rendeva il cuore e il simbolo della cittadina di Casamicciola Terme. Lo scarso utilizzo, invece, ha ragioni molteplici, non sempre imputabili alla cattiva gestione degli spazi o degli arredi urbani. Piazza Bagni era nota sin dal ‘600, quando l’industria termale isolana muoveva i suoi primi passi e Casamicciola si accingeva a diventare la stazione termale dalla movimentata vita estiva, conosciuta dappertutto.La fonte del Gurgitello, le Terme Belliazzi, una clientela internazionale che annoverava, fra i tanti, Lamartine, Renan, Ibsen e perfino l’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi, giunto a Ischia per curare le ferite d’Aspromonte con le acque di Piazza Bagni. Poi il declino.

Foto secondariaNegli ultimi decenni le trasformazioni sociali ne hanno modificato l’uso, arrivando a farci dubitare del suo senso e rendendola un pallido tentativo di imitare gli spazi vivi del passato, mediante dispositivi architettonici e arredi urbani nati già vecchi. Eppure la piazza, protagonista anche di eventi geologici e climatici di portata straordinaria (e drammatica), come tutte le piazze storiche italiane, possiede ancora potenzialità inespresse. Non più area di parcheggio più o meno improvvisato o la classica rotatoria del traffico automobilistico, ma luogo privilegiato per lo studio dello sviluppo urbano di un intero paese. Il cuore della città, centro di convergenza e baricentro di una comunità o parte di essa.
Ecco perché ripensare a quella piazza è stata la sfida di un Workshop universitario che si è tenuto dal 19 al 21 giugno, nell’ambito della 6° edizione di “Torri in festa, Torri in luce” e intitolato “Riprogettazione urbana di Piazza Bagni a Casamicciola Terme”. Ventiquattro studenti dell’Università Federico II di Napoli, dell’Università degli Studi di Palermo e dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata ridisegnano la piazza in una full immersion di tre giorni. Coordinati dai professori Luigi Ramazzotti e Francesco Rispoli, e da un team di architetti che comprende Andrea Sciascia, Antonella Falzetti, Luciana Macaluso, Francesco Viola, Luciano Garella e Aldo Imer, ideatore di “Torre in Festa, Torri in luce”. I risultati sono stati presentati e illustrati dagli studenti presso l’Hotel Manzi, in una serata a cui ha partecipato, tra gli altri, anche il primo cittadino di Casamicciola Giovan Battista Castagna.

Alcuni dei progetti elaborati per la riqualificazione di Piazza Bagni (foto terza)Come potrebbe cambiare Piazza Bagni? Parcheggi interrati, coni di luce e coni ottici, rampe e gradoni, vegetazione massiccia o, al contrario, spazi aperti di pietra lavica, corsi d’acqua e nastri più o meno immaginifici. Tutto per ridare alla piazza una maggiore vivibilità, riqualificarla partendo da una mobilità più razionale e da un cambio di passo in termini di viabilità all’interno della piazza.
Per Mattia Cocozza, al quinto anno della Facoltà di Ingegneria Edile Architettura Federico II di Napoli «appena abbiamo visto la piazza, ci è sembrato uno spazio progettato per non essere vissuto, un luogo di passaggio, o di risulta, dello spazio urbano. Oggi esiste un muro di contenimento particolarmente evidente sopra il quale insiste un parcheggio. Nell’affrontare il tema della riprogettazione della piazza, abbiamo tenuto in considerazione questo salto di quota cercando di inserire lo spazio oggi adibito a parcheggio nel contesto della piazza, interconnettere i due piani e, in memoria dell’alluvione e degli altri eventi climatici che hanno segnato la storia della piazza, realizzare un’ampia gradonata che si allarga sempre più e scava il suolo come una colata di lava, o d’acqua, che ridisegna la piazza. Ecco perché abbiamo chiamato il progetto “Un fiume in piena”».
Secondo Federica Scifo e Tiziana Cavaleri, dell’Università di Palermo «Piazza Bagni ha molti problemi che vanno affrontati in maniera pragmatica, concreta». La prima ha lavorato riproponendo una maggiore vegetazione che dal monta quasi naturalmente “invade” la piazza. Anche giocando con la luce che, filtrata dal verde, offre effetti suggestivi a chi vi si ferma. Altri elementi decorativi prevedono l’utilizzo della maiolica e la presenza di acqua a ricordare la vocazione termale ma anche gli eventi idrogeologici che hanno interessato l’area attorno alla piazza e l’intera cittadina di Casamicciola Terme. La seconda ha realizzato invece un progetto che elimina la vegetazione esistente (prevedendo però una grossa magnolia centrale), lascia che la luce inondi la piazza ma prevede getti di vapore che rinfreschino l’ambiente e diano sollievo a chi, nei mesi estivi, vuole vivere di più lo spazio all’aperto. Anche qui si cerca una maggiore continuità tra la parte alta e quella più bassa, criticità evidenziata da tutti i giovanti partecipanti al Workshop.

Foto sestaMartina Coloni, dell’Università di Tor Vergata a Roma parte invece dalla scala per aprire due coni ottici sulla piazza. «Questi coni – spiega la studentessa – si rivolgono verso l’albergo Manzi, un edificio molto importante per la storia della piazza. Abbiamo cercato di favorire l’accesso al commercio, lasciando la carrabilità solo sulla strada che passa davanti all’hotel, pedonalizzando tutto il resto della zona. I pini li abbiamo mantenuti, conservano un ruolo importante, attorno ai quali bbiamo pensato a un piccolo muro che disegna e divide ambienti diversi con diverse funzionalità».
Stefania Rossi, anche lei studentessa dell’Università di Roma, ha titolato il progetto “Modernità e Tradizione. «Questa piazza – osserva – rappresentava la centralità di Casamicciola, una centralità ormai perduta. C’era, ad esempio, l’antico percorso che ancora oggi porta alla cattedrale, percorso per nulla sottolineato. Le forti differenze di quota, mal gestiste, non rendono invitante la piazza né favoriscono le attività commerciali che vi si affacciano. Nel progetto abbiamo rivalutato il percorso storico con una nuova pavimentazione e dai coni visivi che si generano dalla scala ci siamo focalizzati su due punti principale, le Terme Manzi, l’edificio che più di ogni altro domina la piazza, e l’asse che conduce alle antiche terme. La “nostra” Piazza Bagni del futuro è divisa in due parti: una è l’area verde, intima ed esposta a sud, con parapetto in vetro per comunicare con l’Hotel Manzi. L’altra, in basso, è riconfigurabile attraverso pedane che generano nuove funzionalità anche, per gli esercizi commerciali oggi totalmente sacrificati. Tra le due zone, un percorso d’acqua interrato, ricoperto da un vetro, che ben esprime la sintesi tra raziocinio e creatività, modernità e tradizione». I

Insomma, una piazza e mille idee per cambiare volto a uno spazio vitale e a misura d’uomo da riprogettare sulla base della vivibilità e dell’equilibrio tra residenti, commercianti e turisti.

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